Caro Presidente, le scrivo questa mia…

CON CRISTANTE E SAPONARA, LA MEDIANA È A POSTO COSÌ?

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L’EDITORIALE

Fabrizio Tomasello, giornalista, ideatore e conduttore di “Passione Rossonera” su Radio Radio, l’unico programma radiofonico esclusivamente dedicato al Milan

La domenica mattina milanese è grigia, umida, appiccicosa, ma il profilo imponente e caldo di Casa Milan, che si staglia imperioso da lontano, illumina questo angolo di città. Lo Store, gli Uffici, il Ristorante, è tutto fatto con cura quasi maniacale. E poi c’è il Museo. Visitarlo è un tuffo nel passato con annesse lunghe e pungenti strette al cuore: dalle scarpette minuscole di quel genio del pallone di Dino Sani a quelle enormi del pompiere Nordahl, dalla maglietta n. 8 indossata da Nils Liedholm ai filmati d’epoca di Pepe Schiaffino, dai cimeli di Cesare Maldini alla tuta azzurra del Paron Rocco, il giro nel “Mondo Milan” è un continuo inseguirsi di immagini e ricordi da morsa allo stomaco. Un’operazione nostalgia che si conclude con le magliette preziose degli ultimi due capitani d’oro, Baresi e Maldini, la sontuosa sala trofei con le sette Coppe dei Campioni in bella vista e la nutrita schiera di Palloni d’Oro prodotti dal Milan nell’ultimo mezzo secolo.
 
Emozione allo stato puro, ma poi è un attimo, uscire dal Museo e dalla leggendaria storia rossonera e ripiombare nella stretta attualità, grigia, umida e appiccicosa come questa domenica mattina milanese. Dall’esaltazione e dai brividi dei tanti trofei rossoneri al presente fosco rappresentato dai nuovi prodotti dell’Ac Milan, i vari Balotelli, Constant, Bonera, Zaccardo, Agazzi, Robinho, etc. etc.
Il distacco tra ciò che eravamo e ciò che siamo diventati è lacerante, sofferenza allo stato puro.
E così, se da una parte applaudo Lady Barbara per aver messo in piedi una sede da top club mondiale, ruolo che al Milan è sempre stato riconosciuto dall’avvento della famiglia Berlusconi, dall’altro vorrei inoltrare al gioioso papà, il Cav. Silvio, fresco di assoluzione, un messaggio che è un po’ confessione e un po’ preghiera, un breve compendio di tutto il nostro amore per questi colori:
 
caro Presidente,
sapesse quanto ci manca. La sua presenza – con o senza elicotteri – è sempre stata terapeutica per la sua creatura e quindi anche per la nostra felicità personale. Con il suo carisma è riuscito negli anni a motivare anche i calciatori più refrattari, a costruire mattone su mattone la leggenda del Club più titolato al mondo, lo scintillante Milan negli ultimi 30 anni. Da qualche tempo però il suo distacco dalla squadra è diventato sempre più evidente e per questo doloroso. Un distacco non solo fisico, purtroppo, ma anche economico, come le ultime sessioni del calciomercato rossonero sono lì a testimoniare. E il risultato è sotto gli occhi di tutti. In pochissimi anni il Milan ha perso nell’ordine: posizioni in tutti i ranking del mondo, credibilità nazionale ed internazionale, potere economico, appeal e purtroppo anche tifosi allo stadio.
La mossa di insediare Pippo Inzaghi, con la sua carica di “alta tensione”, sulla panchina rossonera può essere considerata ideale per riportare un po’ d’entusiasmo nell’ambiente, ma difficile che possa bastare per risalire la china. La rosa del Milan è oggettivamente debole, viene da un deprimente ottavo posto e non saranno certo gli arrivi a parametro 0 di Agazzi, Alex e Menez a mutare radicalmente il volto della squadra. Ecco perché si avverte forte l’esigenza di un deciso cambiamento di rotta per poter di nuovo tornare a competere, se non con Barcellona, Real, Psg e Chelsea, almeno con Juventus, Roma e Napoli. Perché questo accada, però, la parola chiave è “investimenti”, e anche sostanziosi.
Lei ne è consapevole, solo che malgrado le dichiarazioni traboccanti esaltazione, euforia, slancio, di qualche settimana fa, di voglia di “investire” non è rimasta traccia. Gli obiettivi individuati da Inzaghi e Galliani evaporano uno dopo l’altro come miraggi sotto il sole del deserto ed il mercato rossonero continua a sguazzare nella palude melmosa dei “vorreimanonposso”.
Per questo, concludo con una semplice domanda: ma lei è intimamente soddisfatto di come stanno andando le cose al Milan?
Non si disturbi a rispondere. Mi basterebbe vederla sedere tra qualche giorno al tavolo delle conferenze stampa di Casa Milan per la presentazione del prossimo top player rossonero. Se così non dovesse essere, capirò la sua risposta…
 
Continuate a seguirci su Facebook (gruppo Passione Rossonera) e su twitter (@radioradiomilan). Appuntamento a martedì prossimo.

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“Why always me?”. Forse Balotelli se lo sta chiedendo per l’ennesima volta. Il mercato rossonero è simile ad una vela in mezzo ad un mare calmo, in attesa di una folata di vento. Ed eccolo quel vento, arrivare dal campionato inglese, che ben conosce…

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