Cassano: “Ho avuto paura di morire. Torno per esser protagonista,non per fare compassione..”

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Il barese finalmente torna a parlare

Fant’Antonio ha taciuto ed è rimasto in disparte fin troppo tempo, sia dai campi di gioco che dai media. “Io so’ pazz” (da “Il Pagellone“) è uno abituato a fare notizia dentro e fuori dal campo, una risorsa infinita per giornalisti competenti e pennivendoli, tutti hanno sentito la sua mancanza, perfino i detrattori. D”altra parte come disse Oscar Wilde: “Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli.” Ma ora a parlare è tornato lui, e ne ha per tutti… 

Comincia soft, sbottonandosi sul suo rientro imminente:

“Ora sono pronto a tornare, magari già sabato con la Fiorentina. Se sono curioso di rivedere come sono i miei piedi? Quelli sono sempre buoni, è la forma fisica che bisogna valutare.. se sono ingrassato. Se torno e sto bene allora ok, se mi accorgo che non sto più bene ringrazio tutti e me ne vado a casa: voglio che la gente si ricordi del Cassano buono, non voglio fare compassione“.

Ma subito dopo un riflessione su quei giorni che lo hanno provato:

“Devo dire la verità, un po’ di paura l’ho avuta, specialmente per i miei cari, qualche giorno prima dell’operazione. Per circa 36 ore non ci ho capito più nulla, facevo fatica a parlare, non ricordavo cosa mi succedeva, ma l’importante, ora, è che sia tutto passato: dal Real Madrid al Barcellona, da Mourinho a Delneri e anche Iniesta, tutto il mondo mi ha chiamato. Ho capito quanta gente tenga a me, prima come uomo che come calciatore. Mi aspetto applausi da chi mi tifa, chi mi fischia vuol dire che mi teme, non è cambiato nulla. Possono fischiare, ma mi ha fatto piacere che tutti i tifosi hanno capito il problema che ho avuto e per questo li ringrazio”.

Quindi dei ringraziamenti non solo di facciata per la società e lo staff sanitario del Milan:

“Se tutto questo mi fosse successo in un’altra società non so se mi avrebbero curato come mi hanno curato gli specialisti del Milan: voglio ringraziare il presidente Berlusconi, Barbara e il dottor Galliani che nel periodo per me più buio mi è stato molto vicino. E soprattutto voglio ringraziare chi mi ha salvato la vita, il dottor Tavana: se non ci fosse stato lui a prendermi per i capelli non so se a quest’ora ero ancora in questo mondo”.

Un pensiero per il ct della nazionale italiana Prandelli:

“La cosa fondamentale per me era tornare a vivere, ma una grande spinta per rientrare sui campi me l’ha data anche Cesare Prandelli. È stato fondamentale per il mio recupero: l’ha sempre detto a tutti e specialmente a me che mi avrebbe aspettato fino all’ultimo momento”.

Inevitabile tornasse alla supersfida di martedi con il Barca, con dedica speciale all’argentino:

“Giocare contro Messi è dura: puoi essere Ronaldo, Rooney o Ibrahimovic ma se Messi sta bene allora è molto dura. Mourinho dice che è difficile batterli in casa? È difficile batterli perché sono più forti degli altri, poi le polemiche fanno parte del cinema che qualche personaggio vuole fare. Il Barcellona è imbattibile: solo se un vulcano esplode e sono costretti a farsi 40 ore di pullman allora puoi batterli”.

L’unico obiettivo (lo scudetto) rimasto al Milan è ben presente nella sua mente, ed ha grande fiducia nelle chance rossonere:

“Lo vince il Milan, mica stiamo qui a pettinare le bambole!!! Loro dicono che devono farci sputare sangue ma, se le vincono tutte e noi le vinciamo tutte, complimenti a loro ma vinciamo noi”. 

La chiosa è per lo scandalo Scommessopoli che ha toccato anche la sua Puglia:

“Non so se sia vero quello che si dice, però penso che se qualcuno trucca le partite, questa persona è senza morale e dignità: deve stare fuori dal calcio, nemmeno ad allenare i ragazzi. Fuori“.

Fuori dal calcio loro (speriamo), dentro nuovamente Antonio.. speriamo già da… sabato!

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