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MILANO.
Alle volte mi vergogno di appartenere a una categoria, quella dei giornalisti o presunti tali, quasi a livello di stalker, quelli che ti inseguono per accalappiare una notizia, ma spesso anche un emozione, sia questa di rabbia, di frustrazione, di gioia, di commozione. Ci sono momenti in cui l‘uomo ha bisogno di discrezione, di poter guardare nel proprio intimo per trovare risposte, per cercare conforto, per tirare avanti. Invece tutto è barattato per quel circo barnum dello spettacolo continuo, di quell’ansia, non tanto di sapere se una persona sta bene o male, ma proprio di conoscere in maniera morbosa un comportamento, di scoprire una lacrima, di scorgere un sorriso a volte beffardo a volte sincero. La magia della telecamera, di una digitale, di un telefonino, pronti a immortalare la gloria e la tristezza allo stesso tempo. Avevamo anche noi voluto dare con un pensiero, un messaggio al giovane centauro Simoncelli per una giovane vita spezzata. Abbiamo poi assistito a un vero e proprio spettacolo mediatico, quattro televisioni che hanno trasmesso in diretta i funerali. (???) Ma in che paese viviamo? Non c’è rispetto per la vita, figuriamoci per le sensazioni intime di una famiglia che ha appena perso un suo caro. Sarebbe utile un passo indietro dei media e anche della gente.
Così come anche per il nostro Fantantonio che ha subito una mazzata tremenda dal punto di vista fisico. Si riprenderà, come tutti speriamo, ma si ha la forte impressione, su traumi di questi genere, che la carriera calcistica di uno degli uomini più chiacchierati del nostro calcio sia al capolinea. Chi non ricorda Manfredonia, o altri campioni che nel passato hanno subito eventi di questo genere. Con la salute non si scherza. E anche qui torme di inviati, di fotografi, di tv pronti a carpire chissà quale tremendo segreto e non capire invece che genitori, mogli, parenti vari e amici dovrebbero essere lasciati tranquilli. Il termine usato di sciacalli forse rende bene l’idea. Siamo un popolo di guardoni e di realiters, che amiamo farci gli interessi degli altri e forse perdiamo di vista l’interesse e il bene di noi stessi. Ma per questo ci vorrebbe del cuore… Ne abbiamo?
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Ci vorrebbe del cuore