Cosa c’è dietro il riavvicinamento di Silvio? A gennaio il mercato della razionalità. Allegri, ci fai vedere Gabriel?

Giornalista milanese classe 1979, è conduttore del programma Campionato dei Campioni su Odeon Tv. Ogni venerdì in collegamento su Radio MilanInter alle 14.15. Potete interagire con lui via twitter StePeduzzi

02.12.2012 00:00 di Stefano Peduzzi Twitter: @stepeduzzi  articolo letto 2718 volte

In questo momento Silvio Berlusconi viene considerato un preziosissimo amuleto da tutto il mondo Milan. Vedendo i risultati, sembra davvero determinante la sua presenza per Allegri e i suoi uomini soprattutto da un punto di vista morale. Le sue visite a Milanello hanno portato sette punti sui nove disponibili. Una presenza importante, addirittura fondamentale, hanno dichiarato in diverse interviste i tecnici che hanno fatto la storia del Milan.

Dopo aver lasciato la poltrona di premier, Berlusconi aveva più tempo da dedicare al suo club. Cosa che non ha fatto nell’ultimo periodo, delegando tutto al fedelissimo Adriano Galliani, alla figlia Barbara e ai più stretti collaboratori. Sarebbe stata la stessa politica a spingere l’ex premier, a mostrarlo nuovamente fiducioso davanti alle telecamere. Non è certo questo lo spazio dedicato a quanto sta accadendo in Italia, ma qualche nesso c’è e ne dobbiamo parlare. Non si è ancora capito se nel Centrodestra si faranno o meno le primarie per eleggere colui che dovrà candidarsi come leader alle prossime elezioni politiche. Berlusconi ci avrebbe fatto più di un pensierino, ha voglia di rimettersi nuovamente in gioco da “attore protagonista”. Calcio e politica, nella sua vita, hanno spesso viaggiato su piani paralleli. E’ da leggere in questo senso il ritorno di Silvio a Milanello? Forse, possibile.

Basterà aspettare il mercato di gennaio per capire se il Milan ha davvero intenzione di trasformare un anno di transizione in una stagione da cui ripartire. Servono rinforzi importanti per proseguire la scalata. Anche perché crediamo che alla fine Robinho possa davvero andare al Santos, che Pato a gennaio possa partire in prestito e che Flamini abbia finito anzitempo la sua avventura in rossonero. In difesa poi ci sarà da puntellare un reparto che prende ancora troppi gol (soprattutto su calcio piazzato, vedi Catania) e che avrebbe bisogno di un difensore di spicco, di un leader. Serve una sessione di mercato razionale con arrivi mirati e solo un grosso nome per il reparto difensivo.

Intanto martedì ci sarà l’ultima tappa nel girone di Champions League. L’impegno non è certamente importante. Il Milan, già qualificato, ospiterà lo Zenit che cerca invece un piazzamento in Europa League per consentire a Spalletti, uno dei tanti candidati alla panchina rossonera, di non peggiorare ulteriormente la sua situazione. Per gli uomini di Allegri una partita che, al di là dell’importanza economica, vale quanto un’amichevole. Eppure un senso questa partita ce l’ha. Dare un’altra chance a Pato, recuperare qualche elemento che ha giocato meno in quest’ultimo periodo e magari, perché no, vedere all’opera per la prima volta il giovane Gabriel, il portiere brasiliano 20enne che non ha ancora debuttato con la maglia rossonera. Farlo giocare in una partita senza l’assillo dei tre punti potrebbe essere l’esordio migliore per un ragazzo di cui si è sempre parlato molto bene. “Ha ottime qualità, è giovane e ha una forza impressionante, potrà avere un grande futuro” aveva dichiarato nei giorni scorsi Amelia. E’ venuto il momento di dimostrare le sue qualità….

Stefano Peduzzi  Twitter @stepeduzzi

Ci rivediamo martedì dalle 20.30 su Odeon Tv per commentare Milan-Zenit e tutta la giornata di Champions

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