Cucchi: ”Il calcio italiano non può competere con i soldi degli arabi”

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© foto di Alberto Lingria/PhotoViews

In esclusiva per TuttoMercatoWeb la storica voce di “Tutto il calcio minuto per minuto” Riccardo Cucchi ci dice la sua sulla metamorfosi del calcio italiano.

Riccardo Cucchi, Lei che ha avuto il piacere di commentare la Serie A ai bei tempi di Maradona e Zico, che effetto le fa vedere il nostro campionato in preda a una fuga di campioni?

Indubbiamente lo scenario del mercato italiano è questo e anche negli anni passati si iniziava a percepire qualcosa. In questo paese c’è crisi sia finanziaria che di idee ed è evidente che alcuni campioni se ne stanno andando e altri dall’estero che una volta ci potevamo permettere non verranno più. Dobbiamo metterci il cuore in pace e renderci conto che la Serie A non è più il campionato maggiormente ambito, ma vorrei dire una cosa”.

Prego

“Io credo che in questa situazione di crisi generale si possa ripartire, prendendo esempio dai discorsi di Prandelli dopo Italia-Spagna, ossia che debba essere rimessa al centro la Nazionale italiana e i campioni italiani, che finalmente hanno la possibilità di coprire la posizione che prima era occupata dalle stelle straniere. E chissà che così facendo i nostri ragazzi non maturino e non arrivi un po’ di linfa nuova per noi”.

Però, a proposito di linfa nuova, sia Balotelli che Verratti appena ventenni ce li hanno portati via

Anche questo è vero ed è il segnale evidente di una debolezza economica, oltre che di scarso appeal della Serie A. Dobbiamo fare i conti con la realtà economica del Paese, dove molti fanno sacrifici per arrivare a fine mese, normale che il calcio ne risenta. Venendo al discorso di Verratti è andato in una squadra come il Paris Saint-Germain dove ci sono soldi importanti degli arabi, con i quali non possiamo competere”.

Se non altro le Società italiane si stanno mettendo a posto col fair play finanziario

“Giusto così, non possono esserci bilanci drogati e i club evidentemente hanno speso più di quanto incassato. Adesso fanno bene a considerare questo aspetto, anche a scapito di vedere per qualche anno un calcio meno spettacolare. Ma ribadisco: da questa crisi cerchiamo di ricavarne aspetti positivi valorizzando i nostri colori”.
 

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