Da "mister X" e Pirlo a Ibra e Cassano: tutti gli attacchi al Milan (con qualche autogol)

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Giornalista sportivo a Mediaset, è stato caporedattore di Tele+ (oggi Sky). Opinionista per Telenova e Milan Channel. I suoi libri: “Soianito”, “La vita è una” con Martina Colombari, “Sembra facile” con Ugo Conti.

21.10.2011 00:00 di Luca Serafini   articolo letto 291 volte

© foto di Pietro Mazzara

Dopo-partita Milan-Bate Borisov su SkySport 24, mercoledì 19 ottobre 2011: “Taiwo non ci è piaciuto, goffo e impacciato”, “Grande parata di Abbiati? Ha sbagliato Bressan”, “L’Uefa e quasi tutti continuano a mettere il Milan primo nel girone, ma non è così, contano anche la differenza reti e i gol segnati in trasferta”. Difficile restare indifferenti, diamo atto a Galliani che ci sta riuscendo. E se sbotta con una mezza frase fuori da un ristorante alle due di notte, il giorno dopo è bacchettato sul “Corriere della Sera”. Fuoco amico, si direbbe.
Non è elegantissimo lavorare a Mediaset e sorprendersi per qualche commento su Sky, ma in democrazia dagli Usa è arrivata qualche anno fa la possibilità di fare pubblicità comparativa citando la concorrenza e volentieri ci adeguiamo, per una volta. Un passo avanti nella democrazia e nella libertà, di pensiero e di espressione.
De Laurentiis e Zamparini ciclicamente si sciacquano la bocca col Milan e con Berlusconi. Le prese per i fondelli sulla cessione di Pirlo “uomo-scudetto della Juve” non si contano, come le risate sui media quando l’identità di Mister X è stata svelata con i nomi di Aquilani e Nocerino. Cassano grassottello e stanco. Ibrahimovic con il mal di pancia pronto ad andarsene in Spagna. Per quanto ci riguarda non viviamo, come invece molti tifosi e forse come qualcuno in via Turati, la sindrome dell’accerchiamento. Certo appare un po’ difficile non avere reazioni, o quantomeno opinioni, su petardi mediatici di un certo tipo.
L’estate milanista è incominciata male con la partenza di Pirlo: da una parte, proporre a un 32enne lo stesso tipo di contratto di un 37enne e due 35enni non pare equo per definizione. Dall’altra, se i progetti non lo prevedevano più come pedina fondamentale nel centrocampo rossonero, era giusto lasciarlo libero di accettare la Juve dove tutto ruota invece intorno a lui. Andrea sta giocando bene, massacrare il Milan per la sua partenza e definirlo “l’uomo-scudetto” della Juve appare un po’ eccessivo. Dato tra l’altro che lo scudetto la Juve non lo vincerà affatto.
L’estate milanista è proseguita con lo sfinimento di Mister X: un gioco astuto, genialmente sottoposto a Massimiliano Allegri da parte di Milan Channel, ha creato una caccia all’uomo senza precedenti (alludendo soltanto al calciomercato, per carità), sfociata nel sarcasmo e nell’ironia quando Fabregas, Hamsik, Schwinsteiger, De Rossi, Ganso hanno assunto i tratti di Aquilani e Nocerino. Il salto è brusco, ammettiamolo. Bastava confessare che quelle su Hamsik e Fabregas erano molto più che semplici idee, ma impercorribili per moltissimi motivi. Silenzio, invece.
Contemporaneamente, le voci su Cassano (Galliani, Allegri, Seedorf e altri) si accatastavano con una matrice unica molto chiara: è sovrappeso, è sempre il solito, è indolente, meglio che se ne vada, non è titolare. Il flop del secolo, insomma. Cassano poi ri-sboccia e ri-esplode, ma è proprio dall’interno del Milan che sono nati, coltivati i dubbi. Fuoco amico, si direbbe di nuovo.
Verso l’alba dell’autunno, ecco i lamenti svedesi di Ibra e la briscola di Cassano dalla Nazionale: il calcio non da(rebbe) più gli stessi stimoli di una volta, lo stress è eccessivo, tra un po’ molliamo baracca e burattini. Difficile, in questo caso, parlare di attacco mediatico: se sono loro due, i diretti interessati, ad aver parlato in un certo modo, ricaramarci su è un attimo. Viene semmai da chiedersi perché sia Ibra abbia atteso una settimana per chiarire e Cassano ancora non lo abbia fatto.
Infine, la vicenda Boateng. Chi ha voluto zittire con la sua polemica esultanza, dopo il bellissimo gol in Champions? Ai tifosi? Ad Allegri? Anche alla stampa? Chissà perché restiamo convinti che fosse rivolto (anche) ad Allegri, che – guarda caso – per qualche giorno parlando di Boateng ha detto “al Milan bisogna fare sacrifici…” e lo ha ripetuto anche nel dopopartita di mercoledì. E forse era rivolto (anche) a Milan Channel, che ha parlato di un Boateng un po’ troppo sopra le righe quest’estate e a Torino. E forse era rivolto (anche) a qualche compagno, che da un po’ lo invita a volare un po’ più basso. E, infine, forse era rivolto (anche) a noi che due settimane fa abbiamo solo raccontato queste cose, senza sparare a zero su nessuno. Possibile che tutti abbiano “sparato a zero” su Boateng e non, ad esempio, (anche) su Robinho? o (anche) su Abate? O (anche) su qualcun altro?

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