Destinazione Monaco – 12° Puntata: Poca roba

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Ayew, che male! (cit. tuttosport)

Riprendo con questo post la rubrica “Destinazione Monaco”, dopo che la settimana scorsa mi trovavo in ben altri lidi (più precisamente, in una città sede di un ottavo di Champions e che, a differenza di quanto detto da Diavolino nello scorso post, non è in Baviera). Avrei di sicuro preferito riprendere raccontando di una giornata più divertente, piena di gol e di giocate spettacolari: ma tant’è, le prestazioni viste in questi giorni non fanno che confermare la mia convinzione che, se non si fanno cazzate, andare lontano in questa Champions’ non è una chimera.

Si inizia da martedì, e precisamente da martedì pomeriggio: il CSKA blocca il Real Madrid sull’1-1. Non basta Cristiano Ronaldo per gli spagnoli, i moscoviti pareggiano rocambolescamente al 95° minuto con una rete di Wernbloom. Ma la pratica della qualificazione non sembra tanto difficile per il Real: certo che, al ritorno, su certe disattenzioni non si può assolutamente transigere. O si finisce come le due di Manchester. Nemmeno i madrileni, comunque, sono sembrati la squadra che sta dominando la Liga: nelle partite secche hanno ancora una marcia in meno rispetto ai loro diretti rivali spagnoli. 

Ma il match-clou del martedì è ovviamente Napoli-Chelsea: supportati, più che dal comunque caloroso pubblico del San Paolo [che continua a fracassare i cosiddetti su come “noi siamo i migliori, sei anni fa eravamo in C1, dovete portarci rispetto”], da una stampa ampiamente favorevole [ne potete vedere un esempio dai tweet di Trevisani di martedì sera, un cui sunto potete vedere sulla nostra pagina Facebook], i partenopei battono per 3-1 gli inglesi. Nulla da dire, la vittoria, arrivata grazie all’indemoniato duo Lavezzi-Cavani dopo il gol iniziale di Juan Mata, Ma Chelsea e Arsenal, c’è da ribadirlo per chi fa orecchie da mercante, hanno gli stessi punti e lo stesso rendimento tra Campionato e Coppe, dunque non si può dire che [assodato che entrambe le londinesi siano poca cosa] la vittoria degli azzurri abbia un peso maggiore di quella rossonera.

Si arriva dunque a mercoledì, con due partite che hanno visto impegnate quattro squadre di una pochezza esasperante nella costruzione di gioco, entrambe decise da due gol nei minuti finali. Per lasciarvi, come piace a me, la parte più dolce alla fine, iniziamo dalla sfida dello St. Jakobs Park di Basilea: i padroni di casa hanno sorprendentemente battuto il Bayern Monaco 1-0. La partita, inizialmente roboante (occasioni da entrambe le parti, un palo e una traversa in due minuti per gli svizzeri) ma dal prosieguo alquanto soporifero, è stata decisa da un gol di Stocker all’86°. Il Bayern non conferma le aspettative degli anni pari [che, negli ultimi tempi, sono stati sempre forieri di successi] e denota scarsa finalizzazione, mentre il Basilea, dopo la sconfitta dell’APOEL, diventa la vera sorpresa di questa Champions’, con tante probabilità di passaggio del turno. Forse si è comportato meglio di come avrebbe fatto lo United…

1-0 in casa, dunque. Ma è 1-0 in casa anche il risultato del Marsiglia contro la seconda squadra di Milano. La quarta sconfitta consecutiva – exploit incredibilmente mai raggiunto in un’era con annate tanto ridicole quanto quella Moratti – dei prescritti è stata sì rocambolesca, essendo arrivata con un gol di Ayew su calcio d’angolo nell’ultima azione della partita, ma non certo immeritata: la squadra con l’età media più alta della storia della Champions giocato da piccola, con catenaccio e contropiede. Non che l’undici di Deschamps – che, va ricordato, ha concluso il girone dietro l’Arsenal – abbia fatto meglio, sia chiaro: con un controllo di palla da Lega Pro, hanno completato il bel quadretto di una partita che ha ricordato uno scontro scapoli-ammogliati più che una partita della massima competizione europea (vien la depressione, a pensare che c’era stata Manchester City – Porto in EL). Ma è stato un po’ il contesto generale: a parte noi e il Barça, non c’è tantissima roba. Senza presunzione, quest’anno si può pensare di andare tanto avanti.

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