In esclusiva per MilanNews.it Francesco Coco dice la sua sui rossoneri, dal mercato in generale a un’analisi delle corsie laterali, alla politica dei giovani attuata dal club di via Turati.
Francesco Coco, anzitutto analizziamo le fasce laterali del Milan. da ex terzino come le valuti?
“Il problema è reale in mezza Europa, nel senso che non si riescono a trovare terzini forti. Negli ultimi ventanni ne saranno usciti forse una decina. Quello del terzino è uno dei ruoli piu difficili, impone impegno, corsa, sacrificio e il terzino fluidificante deve fare semrpe 100 metri e accomagnare l’azione. Per quello che riguarda il Milan i rossoneri hanno trovato sulla destra uno come De Sciglio, giocatore di grandi prospettive. Sta facendo vedere tanta maturità, ha carattere e poi è talmente giovane che non bisogna aver fretta, bisogna sostenerlo perché può essere il terzino del Milan per i prossimi 15 anni. Se ha questa continuita e la testa giusta il Milan ha una soluzione importante sulle fasce”.
Abate piace allo Zenit, Antonini ha estimatori in Russia e Turchia
“Su Abate se c’è la possibilità di prendere denaro è giusto che vada via e se il Milan intravede la possibilità di cederlo dopo cinque anni magari è perché non ha convinto così tanto. Antonini ha 30 anni, non è piu un ragazzino. Se c’è l’occasione il Milan può sfruttarla”.
D’accordo, insomma, sul restyling rossonero
“Sono d’accordo e dico che bisogna puntare sui giovani, è l’unico modo di costruire un ciclo. In passato abbiamo visto i vari Beckham, o Ronaldinho. Grandi giocati, ma che ti permettono di vincere per uno-due anni. Non ci puoi costruire un ciclo. Il Milan deve fare come negli anni ’80, ponendo le basi sui giovani e qui abbiamo De Sciglio, El Shaarawy, ma anche Bojan e Niang, che crescendo possono essere molto utili. Bisogna avere l’umiltà di aspettare, perché il giovane ha bisogno di serenità. E poi speriamo che il Milan attinga dalla Primavera, come ha fatto con De Sciglio”.
Per rivedere un Milan vincente ci sarà da aspettare qualche anno
“Ovviamente non si può essere protagonisti in uno-due anni. Ma lo sviluppo della squadra poi dipende dalle capacità manageriali e in questi 26 anni Galliani e Braida hanno dimostrato di essere dei grandissimi dirigenti. Io da tifoso preferirei restare 2-3 anni senza titoli sapendo che si stanno ponendo le basi per un ciclo importante. Sempre meglio che qualche vittoria estemporanea”.
Tu sei stato un esordiente al Milan, vieni dal vivaio. Che ricordi hai?
“Ero giovanissimo, più giovane di De Sciglio. Quel Milan era un altro Milan, un ambiente incredibile ma allo stesso tempo complicato e stressante. Avevo al fianco Franco Baresi, qualcosa di incredibile. Ricordo che la Società mi diede tantissima fiducia, una cosa importante per il giovane. Ecco, io dico che per questi ragazzi il Milan è il massimo, ti mette nelle condizione di prendere la strada giusta. De Sciglio ed El Shaarawy sono nella piazza migliore”.
Venendo in generale al mercato, cosa manca a questo Milan attualmente?
“Manca un centrocampista che detti i tempi. Mi duole dirlo, mi viene il nervoso a pensarci, ma perdere Pirlo è stata una cosa troppo dolorosa. Serve uno così. Montolivo è il centrocampista tecnicamente più valido, ma non è continuo. Sulla piazza c’era Verratti, avrebbe voluto giocare in Italia e invece è andato in Francia, questo perché i club italiani sui giovani non osano. Per 14 milioni di euro non era meglio prenderne uno così, che ce l’hai per 15 anni, anziché guardare gente come Drogba?”.