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Un premio è sempre un premio e non è mai facile aggiudicarselo. Quando poi vieni eletto come miglior attaccante classe 1993 alla prima edizione di un riconoscimento che punta a diventare importante, la soddisfazione è doppia. Di questo e di molto altro abbiamo parlato con Simoneandrea Ganz, attaccante della Primavera del Milan che questa sera, a Santa Maria di Leuca, ritirerà il premio come miglior attaccante classe 1993 del 2012.
Innanzitutto complimenti. Cosa significa per te questo premio?
“E’ motivo di grande orgoglio perché sono stato votato come miglior attaccante della classe 1993. C’erano tanti altri attaccanti della mia età in lizza ma sono davvero contento. Vuol dire che lavorare duro paga”.
Soprattutto primeggiare non è mai facile
“Esatto, non è mai facile ma questo non vuol dire che uno deve sedersi. Anzi, deve essere uno stimolo in più per fare sempre meglio sia in campo che in allenamento”.
Sabato sei andato in gol in un match difficile. Sembra che in casa vi esprimiate meglio
“Non penso sia un problema giocare in casa o fuori. Magari quando andiamo in trasferta, gli spazi possono essere diversi ma anche sabato ne abbiamo avuti pochi. Tuttavia, nonostante non abbiamo fatto la nostra miglior prestazione, siamo riusciti a portare a casa tre punti importanti per il morale e la classifica”.
Però in trasferta la casella dei gol è ancora ferma a zero.
“E’ vero ma non dobbiamo pensarci. Anzi, dobbiamo lavorare maggiormente per interrompere il tabù delle partite fuori casa, oltre a quello del gol”.
Parlando di soddisfazioni personali, quasi un anno fa esordivi in Champions. Che ricordo hai?
“Un ricordo bellissimo. Quando il mister mi ha detto che sarebbe toccato a me, non mi rendevo conto di quello che stava accadendo. Quando siamo rientrati negli spogliatoi Ibra mi ha fatto i complimenti per come ero entrato in campo con la squadra che cercava la vittoria contro il BATE”.
Insieme a Lora sei il più grande del gruppo e uno dei capitani. Quanto ti senti responsabilizzato?
“Tanto. Sono al terzo anno di Primavera e sono tra i più grandi della squadra. Questo mi porta sempre a dare il massimo e ad essere da esempio per i miei compagni di squadra”.