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I rossoneri resistono al Barcellona giocando una partita tatticamente perfetta con grande attenzione e concentrazione; lo 0-0 è un ottimo risultato e rimane addirittura il rammarico per non essere stati più cinici nella occasioni avute in attacco.
Doveva essere la partita degli attacchi atomici, è stata la partita delle difese blindate; doveva essere una serata di paura per i rossoneri, è stata la serata del coraggio e dell’orgoglio; qualcuno dirà che “la montagna ha partorito il topolino” e la grande attesa per una sfida stellare è andata delusa in una partita molto meno divertente e spettacolare rispetto a ciò che ci si aspettava, ma il merito del Milan sta proprio in questa considerazione, perchè la squadra di Allegri è riuscita a disinnescare il Barcellona, a rendere per lunghi tratti inoffensivo il suo prolungato possesso palla e ha giocato con intensità, coraggio, determinazione e feroce concentrazione, riuscendo a portare a casa il “migliore dei risultati peggiori”, perchè quando non si riesce a vincere, il pareggio senza reti in casa consente di andare a giocare per due risultati su tre in trasferta, ovvero la vittoria e il pareggio con gol. La qualificazione resta difficile, ma ora il Milan sa che può giocarsela fino in fondo e i marziani adesso fanno un po’ meno paura, anzi ora sono gli invicibili blaugrana che avranno un po’ di timore ad affrontare di nuovo l’unica squadra davvero capace di fermarli in questa Champions League e che è riuscita nell’impresa di non farli segnare dopo tantissime partite consecutive in cui gli uomini di Guardiola avevano realizzato almeno una rete. Merito di una squadra che ha saputo concedere poco e ha tentato anche di far male agli avversari e ci sarebbe riuscita se Robinho non fosse stato come al solito sciagurato davanti alla porta o se Ibra non fosse stato nella solita versione sbiadita europea, tirando addosso a Valdes nella seconda colossale occasione avuta dai rossoneri nella prima parte di incontro. In ogni caso è una serata da archiviare come positiva, una grande serata di coppa in cui pubblico e squadra hanno lottato insieme per la gloria, sugli spalti con un ottimo tifo e in campo con un’ottima prestazione e il risultato si è visto, perchè il Barcellona è sembrato molto meno stratosferico e molto più umano e il merito è molto degli avversari che si è trovato di fronte, una squadra che ha lasciato negli spogliatoti paura e timori reverenziali e ha giocato con l’orgoglio e la determinazione delle grandi squadre, perchè il Milan ha storia, fascino e blasone e deve affrontare chiunque a testa alta, come è successo in questa occasione.
E’ un Milan incerottato quello che Allegri schiera davanti alla squadra da tutti ritenuta la più forte del mondo; tante assenze e alcuni giocatori “precettati” e mandati in campo dal primo minuto anche se non sono nella migliore condizione possibile e non hanno i novanta minuti nelle gambe: Nesta, Boateng e Robinho, tre elementi importanti ma al rientro da infortuni più o meno gravi e, quindi, non ancora al meglio, ma senza tanti giocatori, fra i quali Thiago Silva in difesa e Van Bommel a centrocampo serve l’esperienza di Nesta, il dinamismo di Boateng e la vivacità di Robinho; un altro che non è certo al meglio è Seedorf, ma queste sono le sue partite, quelle in cui dà sempre il meglio di sè e Allegri si affida alla sua personalità, alla sua classe e al suo carisma per dare fantasia e geometrie al centrocampo; in difesa l’allenatore sceglie la soluzione più ovvia, cioè sposta Bonera a destra e lascia Antonini a sinistra, toccando il meno possibile un reparto che sarà molto probabilmente messo sotto pressione e sollecitato come non mai. San Siro è strapieno e il popolo rossonero sogna una notte magica, vuole trascinare la squadra e l’atmosfera è quella delle grandi occasioni: piazzale dello stadio già molto frequentato quando mancano quasi quattro ore alla partita, cancelli aperti dalle 17:45 e plastiche su ogni seggiolino che preannunciano l’immancabile coregografia della Curva Sud, questa volta ispirata al celeberrimo videogioco “Pacman”, con il fantasmino blaugrana inseguito per essere mangiato e un eloquente doppio striscione srotolato in transenna: il primo recita “SUGLI SPALTI INDIAVOLATI…IN CAMPO AFFAMATI”, poi viene sostituito da un laconico e chiarissimo “MANGIAMOLI!” a dimostrazione che non devono essere gli uomini di Guardiola a mettere paura ai rossoneri ma viceversa, perchè questa sera siamo nella casa del Diavolo e San Siro deve essere un inferno per gli avversari. L’urlo del popolo rossonero è impressionante e sale altissimo nel cielo di Milano, la musichetta della Champions come sempre fa venire la pelle d’oca e c’è l’atmosfera tipica delle grandi notti di coppa con quelle emozioni e sensazioni che solo dal vivo puoi provare e che nessuna televisione potrà mai trasmetterti in pieno.
Il Milan, trascinato dal tifo del pubblico, parte forte, pressa prima di farsi pressare, attacca prima di venire attaccato, aggredisce con rabbia prima di essere agredito e dopo poco più di due minuti potrebbe già fare malissimo proprio con un’occasione nata da un pressing feroce che manda in confusione la difesa avversaria: il primo tiro di Boateng viene deviato da Piquè, ma un colpo di testa di Ibrahimovic lo trasforma in prezioso assist per Robinho che si ritrova solo davanti alla porta spalancata, ma torna improvvisamente “sciagurato” e tira alle stelle. Inevitabilmente il possesso palla degli spagnoli prende poi il sopravvento e il Milan deve arretrare il baricentro e soffrire: Abbiati pasticcia su un tiro di Messi e per poco non viene punito da Dani Alves che per fortuna imita il connazionale Robinho e mette a lato; Sanchez chiede un rigore per un contatto con lo stesso Abbiati ma Eriksson fa proseguire. Ma proprio quando il Barcellona sembra poter colpire, il Milan esce dal guscio e rischia di far molto male ai catalani: Seedorf apre magistralmente per Ibrahimovic che conclude su Valdes e resta difficile stabilire se sia più errore dell’attaccante svedese o bravura del portiere nel chiudergli lo specchio della porta, ma sta di fatto che per la seconda volta il popolo rossonero si dispera, anche perchè non si può sperare di avere moltissime occasioni da gol e bisognerebbe sfruttarle meglio contro una difesa che, comunque, conferma di essere tutt’altro che impenetrabile. Il Barcellona risponde con un tiro di Xavi parato da Abbiati e, soprattutto, con una volata di Sanchez che sembra imprendibile ma viene bloccato sul più bello, cioè al momento del tiro, da un miracoloso recupero di Antonini che scatena l’entusiasmo dei tifosi, rabbiosi come è più dei giocatori che stanno facendo una grande partita, in fase difensiva e non solo. Nesta lotta come un leone, Seedorf si sacrifica insieme ad un immenso Ambrosini per asfissiare Messi prima ancora di arrivare a contatto con i difensori, Bonera è attento e preciso, Nocerino corre molto e prova anche a dare qualità, mentre in avanti sia Robinho che, soprattutto, Ibra non danno l’impressione di essere in una serata di grazia e in questo lo svedese è purtroppo recidivo in Europa: Comunque il popolo rossonero apprezza l’impegno della squadra e moltiplica l’intensità del tifo e il primo tempo si chiude fra gli applausi, perchè il Barcellona ha fatto la partita, ha avuto le solite altissime percentuali di possesso palla e ha provato in tutti i modi a sfondare centralmente con scambi palla a terra, ma il Milan si è opposto alla grande, ha rallentato il ritmo degli avversari, li ha costretti a far girare palla più lentamente del solito e, quindi, li ha messi in difficoltà e questo è già un grande merito.
La ripresa si apre con il medesimo copione: Barcellona in avanti ma poco pericoloso (solo un tiro fuori di Iniesta), mentre il Milan si chiude e prova a ripartire. Allegri capisce che Robinho è fuori forma e lo sostituisce con El Shaarawy, la cui vivacità può essere utile per aprire gli spazi quando il Milan riesce a ripartire. La partita è meno divertente e il pressing reciproco rende tutto più difficile, perchè il dialogo negli spazi stretti è difficile anche per i maestri catalani. A metà tempo esce anche Boateng per lasciare il posto al più fresco Emanuelson che, però, fa subito disperare i tifosi rossoneri sbagliando due volte un controllo in area che gli avrebbe permesso di ritorvarsi in posizione favorevolissima per concludere a rete; terza potenziale occasione sprecata e il rammarico aumenta. Anche Nesta, stravolto e in preda ai crampi deve lasciare il campo sostituito da Mesbah, con Bonera che torna centrale e Antonini che va a destra. Cambia anche Guardiola e il nuovo entrato Tello conclude sull’esterno della rete, poi Ambrosini si immola su un tiro di Messi e Puyol mette fuori di pochissimo con un colpo di testa; il Barcellona sembra sul punto di poter passare, ma il Milan c’è, resiste e non molla, provando a chiudere tutti gli spazi e a rimanere compatto nonostante la stanchezza che affiora; il pubblico capisce e aumenta l’incitamento per provare a rigenerare i giocatori sfiniti, ma sono stanchi anche quelli del Barcellona, il tempo passa e il pareggio comincia a far gola ai rossoneri, che capiscono che potrebbe essere un risultato prezioso e provano ad evitare la beffa finale, che potrebbe materializzarsi quando Messi trova finalmente spazio e conclude verso la porta, ma Abbiati è bravissimo a deviare e Antonini fa ancora meglio andando a impattare il tentativo di ribadire a rete di Tello. E’ l’ultimo brivido di paura per il popolo rossonero, che per lunghi tratti ha sottolineato con sonori fischi il lungo e a volte sterile possesso palla catalano, ma alla fine ci sono applausi per la squadra di Allegri, perchè questo pareggio è prezioso e vale molto.
Tutto rinviato alla gara di ritorno è questo è già un successo, perchè molti temevano che la qualificazione fosse già compromessa dopo i primi novanta minuti e, invece, ora il Milan ha due risultati su tre a disposizione, ma deve andare a far gol al Camp Nou e servirà il migliore Ibra, quello che anche in quest’occasione non si è visto, dal momento che ha sbagliato un gol ed è rimasto totalmente fuori dalla cronaca della ripresa, a dimostrazione di una prestazione non del tutto sufficiente. Da applausi, invece, molte prestazioni di altri giocatori: Seedorf, motivato dal fascino della sfida; Antonini, concentrato e provvidenziale in un paio di occasioni; Ambrosini, che ha lottato da vero capitano e ha dato l’esempio ai compagni; Bonera, attento e ordinato; Nesta che non ha fatto rimpiangere Thiago Silva. Insomma una grande prestazione, con orgoglio, carattere e grinta, come avevamo chiesto alla vigilia. Il Barcellona è sembrato meno marziano e più umano, ha mostrato le sue doti ma anche i pochi difetti che ha e su questi bisogna puntare al ritorno per provare a completare il miracolo, le cui basi sono state poste da questa partita di andata in cui il Milan ha resistito al martellamento continuo degli avversari e, addirittura, può rammaricarsi per aver avuto le migliori occasioni per segnare e per non averle sfruttate. Allegri ha impostato in modo tatticamente perfetto la partita, facendo tesoro delle indicazioni delle due precedenti sfide contro il Barcellona e proponendo una squadra compatta e ordinata ma capace anche di pressare alto e di asfissiare il gioco avversario fino a quando le gambe hanno retto; niente difesa ad oltranza come a Barcellona, niente gioco troppo a viso aperto come nella sfida di San Siro a novembre; un giusto mix di difesa e ripartenze, di pressing e capacità di chiuedere gli spazi al limite della propria area e così è arrivato un pareggio più prezioso di quello che sembra, anche se siamo solo a metà dell’opera e fra una settimana ci sarà ancora da soffrire, ma ora anche il Barcellona sa che dovrà fare altrettanto e che non sarà così facile come pensava scalfire la resistenza di questo Milan d’acciaio che ha esaltato il suo popolo affrontando senza paura i migliori del mondo.
Post Originale:
EuroMilan d’acciaio