Fantasia, abnegazione e talento indiscusso: Robinho, Cassano e Ibrahimovic chiamati a ripetersi in Champions

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Giulia Polloli inizia a seguire il Milan per Varesenotizie.it, voce del commento tecnico su Radio RVL, collabora con Tuttoverbania.com ed EcoRisveglio.

19.10.2011 00:02 di Giulia Polloli   articolo letto 126 volte

© foto di Giulia Polloli

Ci voleva la vittoria, con un risultato importante, per ridare al campionato una delle sue protagoniste indiscusse. Il Milan è sceso in campo contro il Palermo con un unico obiettivo: convincere. La vittoria è scaturita in automatico quando gli uomini a disposizione di mister Allegri sono tornati a giocare da Milan nel loro stadio, gremito e in attesa della gioia liberatoria da poter urlare a squarciagola per le vie della città. Questo era ciò che si attendevano i tifosi, poter tornare allo scoperto, poter ritrovare quell’orgoglio rossonero che sembrava andar scemando di fronte alle chiacchiere da bar di inizio campionato.
Il Milan è tornato, lo ha fatto con una prestazione senza sbavature, lo ha fatto mandando a rete tre giocatori diversi, tutti ispirati però dall’uomo leader di questa squadra. Ibrahimovic è stato autore di una gara densa e ricca di spunti. Gli è mancato il gol, che ha cercato, a dire il vero, per tutti e novanta i minuti di gioco. Nel finale ha provato a mettere da parte la generosità mostrata verso i compagni, per siglare lui stesso un’azione degna di essere ricordata. Senza riuscirci, ma senza al contempo andare ad inficiare una grande prestazione. Il ritorno di Robinho sul campo ha dato la stoccata finale ai rosanero. Imprevedibile, veloce, duttile: la sua prestazione è di quelle che cambiano le partite. Con lui in campo il Milan ha ritrovato la sua anima. Ma il risultato cela anche un altro aspetto: Abbiati non è stato chiamato a salvare la patria questa volta. Normale amministrazione per il numero uno rossonero, grazie al sacrificio in campo di tutti gli interpreti. A partire da Cassano, che in più di una occasione si è ritrovato nella corsa a ritroso ben oltre il cerchio di centrocampo. Lo stesso Ibra ha dato il suo contributo in fase difensiva, e il centrocampo ha così potuto fare quel gioco tanto caro ad Allegri, ovvero ripartire con i mediani e scaraventarsi in area di rigore a cercare la conclusione vincente. Nocerino non a caso apre le marcature, lo fa con maestria e ritegno, negandosi l’istinto di esultare di fronte ai suoi ex compagni. Aquilani dall’altra parte ha giocato una partita importante, Pisano ha dovuto fare gli straordinari nel cercare di fermarne le incursioni in area o i lanci alla ricerca di Cassano.
Un Milan che ritrova dunque un giocatore importante sul piano del gioco, un Milan che si ritrova ad essere squadra di fronte ad un avversario che sembrava proiettato verso la scalata alla vetta.
E ora, dopo aver archiviato il meritato successo, si apre la finestra sulla Champions League. Stasera sarà il Bate Borisov l’avversario dei rossoneri che, con una vittoria, potrebbero addirittura far cadere la tensione da qualificazione. E in questa gara, che sulla carta appare più sbilanciata a favore dei rossoneri, tutti si aspettano la grande prestazione, ancora una volta, dell’uomo che più di tutti appare legato a doppio filo con i colori rossoneri, che più di tutti ha i riflettori puntati su di sé. Ovvio, scontato. Stiamo parlando di Ibrahimovic. Lo svedese di ritorno dalla sua terra, dopo le lamentose dichiarazioni sul calcio e sul suo futuro, è chiamato a zittire chi lo ha accusato di andare in cerca di soddisfazioni economiche maggiori o addirittura di capri espiatori per la sua eventuale performance non all’altezza. Lo spauracchio che sembra bloccare Zlatan in Champions deve abbandonare il campo di S.Siro, deve volteggiare lontano dalla prestazione dello svedese, facendolo così diventare veramente leader indiscusso di questa formazione.
Perché è inevitabile pensare a lui quando si parla di Milan. Lo fanno gli avversari, che cercano di ingabbiarne le movenze per avere meno pensieri nell’arco dei novanta minuti. Ma il Milan non è solo Ibrahimovic, il Milan è una compagine che fa del gioco corale il suo punto di forza.
Non ci saranno Thiago Silva e Seedorf questa sera. Allegri non vuole rischiare la condizione del centrale difensivo che lascia il suo posto a Yepes, con la volontà di Mexes di subentrare a gara in corso. Più ridotte le scelte a centrocampo, anzi: quasi obbligato lo schieramento in mediana per Allegri, che punterà sulla duttilità di Nocerino e Aquilani e sull’esperienza di Van Bommel. Questo il settore che più necessita di ritocchi in previsione futura. Ambrosini è pronto al rientro, ma non si può dire lo stesso per Gattuso e Flamini. Il mercato di gennaio, seppur ancora lontano, sembra aprire le sue porte all’arrivo di alcuni rinforzi mirati. Montolivo potrebbe già parlare da rossonero, a sentire le voci ricorrenti, ma Braida è partito per il Brasile alla ricerca di un talento in erba. Quel Casemiro che però il San Paolo dichiara non in vendita, ma che piace tanto ad Allegri.
Ma in attesa di eventuali rinforzi, Allegri mette in campo le migliori forze a disposizione per quella che, anche in Champions, deve diventare la partita della svolta. Una gara che serva a zittire le voci laconiche e accusatorie di inizio campionato, dove tutto l’ambiente rossonero sembrava essere messo sotto accusa. Allegri ha dimostrato sul campo che con la rosa a disposizione il Milan è una squadra vincente e competitiva. Ibrahimovic ha smentito le cattiverie circa i suoi mal di pancia mettendo in scena una partita quasi perfetta, Cassano a sua volta potrà dormire sogni tranquilli, non avrà più bisogno di dichiarazioni sulla sua carriera futura. Se entrambi giocheranno con la stessa intensità anche questa sera, si sentiranno i cori di gloria, al posto di quelli di requiem, diffondersi verso le guglie del Duomo, dove da sempre, la Madonnina d’oro, veglia affinché Diavolo non esca, metaforicamente, dal suo inferno rossonero.

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