© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
Il Corriere della Sera ha intervistato Giuseppe Farina, l’ex presidente del Milan dal quale Silvio Berlusconi acquistò il club rossonero ad un passo da fallimento, portandolo poi a diventare il club più titolato al mondo.
Dottor Giuseppe Farina, detto Giussi, anni 79, ex presidente rossonero prima di Silvio Berlusconi, non le sembra che il suo Milan fosse più forte di quello attuale?
“Non dovrei essere io a dirlo ma mi pare che i fatti, la squadra e i giocatori che ho lasciato a Berlusconi parlino per me. Erano campioni. Allora in squadra di gente normale ce n’era poca”.
Se i suoi rossoneri erano migliori di questi, perché il Milan di Giussi Farina viene ricordato come un Milan sgangherato?
“Forse perché ci si riferisce al presidente”.
Nel senso che lei non aveva una lira?
“Per quello che avevo ho fatto anche troppo… Voglio dire che se uno è andato in serie B, come sono andato io, deve poi fare i conti con un’immagine negativa”.
Quanti giocatori furono ceduti durante la sua gestione per far quadrare il bilancio?
“In quattro anni non ho mai venduto un giocatore di primo piano. Non ho mai venduto un Ibra o un Thiago. Siccome io sono un contadino, piuttosto che cedere un giocatore del Milan sono andato in prigione. Ci sono invece dei ricchi che vendono tutto e poi danno la colpa all’allenatore”.
Allude a Berlusconi?
“Questo io non l’ho detto. Comunque all’epoca fui ben felice di dare il Milan a Berlusconi oppure di lasciarmelo sfilare da lui. Veda lei come le viene meglio. Ero convinto che, con i soldi che aveva, avrebbe vinto tutto. Come in effetti è avvenuto”.
Ora però la grana è finita.
“Io non ho mai baciato Berlusconi però mi viene da dirgli “sic transit gloria mundi”. In senso sportivo, sia chiaro, perché gli auguro di vivere fino a 200 anni. Però, traducendo in italiano, mi sembra arrivato al capolinea”.
Nel Milan di oggi c’è uno come il suo Wilkins?
“Wilkins non era Rivera e neppure Pirlo, però faceva girare la squadra. Ci sono giocatori che fanno fare gol agli altri e lui era uno di quelli. Oggi nel Milan non c’è il pensatore di centrocampo, il distributore di palloni. Questo in una squadra di giovani e comunque di giocatori che non sono campioni è un problema in più. Un punto di riferimento a centrocampo ci vuole, uno a cui dare la palla per sentirla in cassaforte”.
A quello dovrebbe provvedere Montolivo.
“Montolivo gioca bene ma non è un campione. Questione di personalità”.
Che gliene pare di Allegri?
“Sento che i tifosi danno la colpa a lui ma, anche se non è Capello, Allegri ha dimostrato di saperci fare. La colpa è soltanto della società. Se a uno togli i vestiti poi non ti devi meravigliare se è costretto a girare nudo”.