…fino a che morte non ci separi

MILAN DAY

Esattamente un anno fa (giorno più giorno meno) ho subito un incidente domestico che mi ha provocato la frattura scomposta dell’omero. Scendevo le scale interne di casa per assistere a Milan-Parma. Fino ad allora la mia vita era stata una come tante. Lavoro, famiglia, tirar la cinghia per togliersi qualche soddisfazione ma, tutto sommato, una vita abbastanza agiata, senza grossi problemi. Vengo ricoverato d’urgenza all’ospedale ed il giorno dopo, operato. Finalmente arriva il giorno delle dismissioni ospedaliere. Passano i gioni ma… qualche cosa non va nel mio braccio e nella mia mano sinistra. Dall’ospedale dove ero stato operato, continuavano a dirmi che era soltanto un problema di tempo… il passar dei mesi comincia a farmi preoccupare. Decido di fare visite specialistiche per mio conto e dopo, quattro visite da quattro specialisti diversi, la diagnosi è terrificante. Mi hanno, per errore, reciso i nervi del plesso brachiale il che tradotto significa essere condannato ad una menomazione permanente che mi impedirà, per il resto della mia vita di affettarmi il pane, di vestirmi, di guidare la macchina e tutta una serie di cose che, con un arto soltanto, saranno (per sempre) precluse. La prima conseguenza è la perdita del lavoro (può un agente di commercio non spostarsi con la propria auto?)… terrore totale. La mia famiglia, senza il mio apporto, come tirerà avanti? Si decide per la citazione davanti ad un giudice della Azienda Sanitaria responsabile. Subito dopo arriva la proposta di conciliazione (Maggio 2011)… iniziano le carte bollate e la burocrazia che fa da irresistibile freno a mano per chi, come me, ha bisogno. E’ da qualche giorno (passati otto mesi) che mi è arrivato il giusto risarcimento e la vita, mia e della mia famiglia, è ripresa con la voglia di riguardare serenamente al domani. Avete presente cosa significhi prelevare acqua da un pozzo dove la sorgente non generà più il ricambio ed il riempimento del pozzo stesso?… TERRORE! Il tempo passava e all’orizzonte si vedeva soltanto l’inesorabile prosciugamanto del conto in banca… “e se non ce la facessimo ad arrivare a riscutere il nostro dovuto prima di finire i soldi?” era la domanda che immancabilmente ci facevamo tutti i giorni io e mia moglie. Erano gioni in cui, dalla disperazione, arrivavi a dire cose che mai minimamente avresti pensato… (continua)

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