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Gattuso: “Berlusconi non poteva fare diversamente con Thiago e Ibra, ma deve restare al Milan”

Canale Milan

Repubblica riporta l’intervista di Gennaro Gattuso, tra crisi economica, Milan, calcio italiano, Sion e futuro. In particolare ha commentato le ultime vicende in casa Milan, la vendita di Thiago e Ibra e il rimborso degli abbonamenti, ma per Ringhio era inevitabile che la dirigenza si comportasse così.

“Vedere il Milan che vende in un colpo solo i due migliori giocatori fa effetto. Ma la domanda la faccio io: è meglio vendere Ibra e Thiago Silva al Psg oppure lasciare a casa mille e passa dipendenti delle aziende Fininvest per la crisi economica? Se tutte le aziende non vanno bene e devono tagliare, perché il calcio dovrebbe fare eccezione? Sarebbe incoerente. Io sono anche un imprenditore, credo di parlare con cognizione di causa. Ora vivo in Svizzera, però non sto mica sulla luna.
Il rimborso degli abbonamenti è la conferma Galliani è uno dei migliori dirigenti calcistici europei. E´ una questione di tatto verso la gente milanista, lui l´ha avuto. Ha fatto capire che non c´è stata nessuna manovra preordinata, che non è stato studiato nulla a tavolino: era veramente necessario approfittare dell´offerta del Psg, per aggiustare i conti. Chi lavora dietro Berlusconi  gli ha fatto capire che non c’era altra strada.
Voler ripianare i conti è un grande senso di responsabilità, che forse è mancato nel calcio italiano. Torniamo al discorso iniziale: non fare perdere il posto di lavoro ai dipendenti è la cosa più importante in questo momento. Poi, ripeto, il Milan è sempre stato un altro sport, un altro mondo, rispetto agli altri. Vederlo in mano agli arabi o ai russi vorrebbe proprio dire che l´Italia, economicamente, è al game over. L’Italia è sempre casa mia, la mia testa è italiana. Questa per me è una grande esperienza, un passaggio obbligatorio, una prova del fatto che sono un uomo di calcio e che voglio ancora esserlo”.

Inevitabile, ma adesso il Milan giocherà per vincere senza i due campioni, quali sono le sue possibilità?

“L’obiettivo primario è riuscire a ricompattare il gruppo e non restare fuori dalla Champions, anche con le poche spese possibili sul mercato. Realisticamente il fatto che la squadra abbia visto andare via i due giocatori più forti ha un peso psicologico nello spogliatoio. Allegri è un allenatore molto valido, sa quello che vuole, è preparato. Però a volte la grande squadra è la grande squadra. E tante volte bisogna capire le esigenze della squadra e ascoltarla”.

Gattuso ha poi spiegato che ha lasciato il Milan per una sua scelta.

“Col Milan mi sono lasciato bene. Ho sentito parlare di tagliatori di teste. Io non ho mai detto che il Milan mi ha cacciato: non mi ha cacciato nessuno, è un dato di fatto. E´ successo soltanto che le priorità erano altre, io l’ho percepito e me ne sono andato.
Io non ho niente contro il Milan e un giorno potrei tornare. Andarmene è stata una mia scelta, Galliani lo sa: lui mi avrebbe rinnovato il contratto. Io ho detto di avere dato tutto. Tiferò sempre Milan, i tifosi lo sanno, come Galliani sa la riconoscenza che provo per il club. Se sono diventato ricco famoso, è grazie a loro. Seguirò i miei ex compagni da vicino, la Svizzera è vicina”.

Leggi QUI l’intervista completa di Gattuso

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Post Originale:
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Repubblica riporta l’intervista di Gennaro Gattuso, tra crisi economica, Milan, calcio italiano, Sion e futuro. In particolare ha commentato le ultime vicende in casa Milan, la vendita di Thiago e Ibra e il rimborso degli abbonamenti, ma per Ringhio era inevitabile che la dirigenza si comportasse così.

“Vedere il Milan che vende in un colpo solo i due migliori giocatori fa effetto. Ma la domanda la faccio io: è meglio vendere Ibra e Thiago Silva al Psg oppure lasciare a casa mille e passa dipendenti delle aziende Fininvest per la crisi economica? Se tutte le aziende non vanno bene e devono tagliare, perché il calcio dovrebbe fare eccezione? Sarebbe incoerente. Io sono anche un imprenditore, credo di parlare con cognizione di causa. Ora vivo in Svizzera, però non sto mica sulla luna.
Il rimborso degli abbonamenti è la conferma Galliani è uno dei migliori dirigenti calcistici europei. E´ una questione di tatto verso la gente milanista, lui l´ha avuto. Ha fatto capire che non c´è stata nessuna manovra preordinata, che non è stato studiato nulla a tavolino: era veramente necessario approfittare dell´offerta del Psg, per aggiustare i conti. Chi lavora dietro Berlusconi  gli ha fatto capire che non c’era altra strada.
Voler ripianare i conti è un grande senso di responsabilità, che forse è mancato nel calcio italiano. Torniamo al discorso iniziale: non fare perdere il posto di lavoro ai dipendenti è la cosa più importante in questo momento. Poi, ripeto, il Milan è sempre stato un altro sport, un altro mondo, rispetto agli altri. Vederlo in mano agli arabi o ai russi vorrebbe proprio dire che l´Italia, economicamente, è al game over. L’Italia è sempre casa mia, la mia testa è italiana. Questa per me è una grande esperienza, un passaggio obbligatorio, una prova del fatto che sono un uomo di calcio e che voglio ancora esserlo”.

Inevitabile, ma adesso il Milan giocherà per vincere senza i due campioni, quali sono le sue possibilità?

“L’obiettivo primario è riuscire a ricompattare il gruppo e non restare fuori dalla Champions, anche con le poche spese possibili sul mercato. Realisticamente il fatto che la squadra abbia visto andare via i due giocatori più forti ha un peso psicologico nello spogliatoio. Allegri è un allenatore molto valido, sa quello che vuole, è preparato. Però a volte la grande squadra è la grande squadra. E tante volte bisogna capire le esigenze della squadra e ascoltarla”.

Gattuso ha poi spiegato che ha lasciato il Milan per una sua scelta.

“Col Milan mi sono lasciato bene. Ho sentito parlare di tagliatori di teste. Io non ho mai detto che il Milan mi ha cacciato: non mi ha cacciato nessuno, è un dato di fatto. E´ successo soltanto che le priorità erano altre, io l’ho percepito e me ne sono andato.
Io non ho niente contro il Milan e un giorno potrei tornare. Andarmene è stata una mia scelta, Galliani lo sa: lui mi avrebbe rinnovato il contratto. Io ho detto di avere dato tutto. Tiferò sempre Milan, i tifosi lo sanno, come Galliani sa la riconoscenza che provo per il club. Se sono diventato ricco famoso, è grazie a loro. Seguirò i miei ex compagni da vicino, la Svizzera è vicina”.

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