Gattuso: “Io al Milan? Sono stupidaggini, ora c’è Allegri che ho rivalutato. Era l’unico che potesse farcela”

1 marzo 2013Posted in: News

Intervista all’ex-rossonero

Gattuso Milan

Intervistato da La Repubblica, l’ex-rossonero Gennaro Gattuso ha rilasciato le sue prime parole dopo essere diventato giocatore-allenatore del Sion, club svizzero in cui milita dall’addio al Milan di quest’estate.
Io al Milan? Sono stupidaggini! Se non sappiamo nemmeno se domattina ci sveglieremo! Bisogna vivere alla giornata la vita. Io oggi penso solo alla trasferta di Zurigo. Allegri? Io sono stato uno di quelli che hanno cambiato idea e l’ho ammesso. Nel momento di difficoltà che la squadra ha attraversato, era l’unico in grado di riportarla in alto. Obiettivi col Sion? Vivere alla giornata e poi vediamo. Stiamo appunto vivendo così, l’importante è dare il massimo. Cosa farò dopo il master da allenatore? Vediamo, sicuramente ci deve essere la possibilità di lavorare bene. Più che uscire allo scoperto, solo un pazzo come me poteva accettare due giorni prima di un quarto di finale di coppa Svizzera, con una situazione così. Ma non c’era nessun’altra strada percorribile, dopo avere già cambiato quattro allenatori, se non il fatto che il presidente abbia capito che era giusto responsabilizzare la squadra. Esoneri finiti al Sion? Chissà. Il lupo perde il pelo ma non il vizio, come me con l’impulsività. Com’è la Serie A da fuori? Bella, il duello tra Napoli e Juve in particolare. La Juve ha qualcosa in più. Complimenti anche alla Roma, che è ritornata. Milan in Champions? Per come sta giocando, penso proprio di sì. Balotelli mela marcia? No, è un giovane con un carattere particolare. Ma sa giocare bene a calcio. E siccome la sua professione è il calcio…La Nazionale? Il percorso della Nazionale è ben chiaro. C’è un ct che sa quello che vuole e una squadra giovane, che fa un calcio a tratti nuovo e spumeggiante. Sicuramente Prandelli ha un merito: ha cambiato l’etichetta del nostro calcio. Basterà il 2-0 dell’andata al Barça? Mi aspettavo un Milan battagliero, non il 2-0, anche se, conoscendo San Siro, sapevo che poteva venire fuori qualcosa di strano: pensavo a una grande prestazione, sia per il calcio italiano sia per il Milan. Per il ritorno, però, mi sono preoccupato a sentire uno come Iniesta, che mette la mano sul fuoco sulla remontada del Barça. Giocare al Camp Nou non è semplice per nessuno”.

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