I tempi cambiano: i brasiliani non servono più. Però ci vuole….

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Giornalista e anchor per Sportitalia. Opinionista per la trasmissione “Il Campionato dei Campioni” in onda su Odeon tv. Conduttrice su Radio Milaninter. Twitter: @gaiabrunelli

28.12.2012 00:00 di Gaia Brunelli

© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS

Sono ormai imminenti gli addii di Pato e Robinho. I giocatori hanno deciso, il Milan pure. Questa volta per davvero, pare. Sembra anche che siano piuttosto chiare quelle che saranno le destinazioni dei due brasiliani. Per Pato c’è il Corinthians, mentre per Binho è pronto il Santos, squadra che gli ha sempre dimostrato grande affetto e stima. Più ancora del Flamengo che per il momento ha cessato la trattativa per prendersi del tempo. Insomma il viaggio di Galliani non è da turista per caso, l’amministratore delegato rossonero sta concludendo quello che gli è stato chiesto. Vendere ma non svendere e con il ricavato poi chissà… Probabilmente ci sarà il ritorno dal Brasile e la partenza verso una nuova meta dove ingaggiare giovani promettenti rossoneri. Di certo, anche dal paese verdeoro le trattative per Drogba non si spengono. L’ivoriano è un obiettivo del Milan che ora più che mai ha bisogno di una prima punta di peso, oltre a Pazzini ovviamente. Boateng da finto centravanti non ha convinto e l’ex attaccante del Chelsea incarna alla perfezione la figura che vorrebbe Allegri per il reparto offensivo rossonero. Prima però vanno concluse le trattative per i brasiliani. L’intesa di massima per Pato è stata trovata: ai rossoneri andranno 15 milioni di euro. Manca ancora l’ufficialità che potrebbe arrivare subito dopo Capodanno, quando è in programma un nuovo incontro tra Galliani e i dirigenti del Corinthians. Sarà forse un po’ più travagliata quella che porterà Robinho al Santos ma entro la prima settimana di gennaio tutto dovrebbe risolversi. Con il senno di poi c’è da chiedersi come mai sia stata stoppata la trattativa tra Psg e Milan nello scorso gennaio, dove probabilmente il club rossonero avrebbe guadagnato di più dalla cessione di Pato. Ma forse la convinzione di poter recuperare un potenziale campione come Pato era ancora viva, mentre poi in un anno è scemata sempre più fino a convincere il club e il giocatore che un ritorno in Brasile sarebbe stata l’unica soluzione possibile per rilanciare la propria carriera. Si tratta comunque di un addio doloroso soprattutto per la speranza che il Milan aveva riposto nel giovane Papero fin dal suo arrivo a Milanello. Purtroppo, però, la colpa è di un destino beffardo che ha regalato tanto talento ma anche un fisico troppo cagionevole. Pato e i suoi muscoli di cristallo torneranno in Brasile, mentre Galliani proverà a portare a Milano altri giovani talenti sperando di avere più fortuna. Quello che emerge però da queste cessioni è il naturale andamento del calcio mondiale che sta decisamente cambiando. Ha iniziato il Barcellona e la Spagna a fabbricarsi i campioni da sola, ha proseguito la Germania con il progetto Borussia Dortmund e una Nazionale completamente rinnovata dall’età media così bassa da poter garantire ancora molti anni di grandi lotte. Ci sta provando anche l’Italia. A cominciare dal ct Cesare Prandelli che fa fatica a convocare Cassano per far spazio ai giovani, ma ci stanno provando anche le società. La Juventus ci è riuscita. I talenti delle giovanili con l’aggiunta di 3 o 4 campioni di esperienza internazionale e ora è una squadra temibile da tutti e sotto tutti i punti di vista. E’ questo il traguardo che deve raggiungere il Milan. La capacità e la fortuna di trovare nei giovani la personalità, il talento e l’integrità fisica (e perché no morale) è il nuovo obiettivo rossonero. I brasiliani non sono più da nessuna parte al centro dei progetti dei club. In questo periodo storico non ci si fionda più ad acquistare in Sudamerica, ma si tende a concentrarsi su chi si ha già in casa. Tutti gli esempi che stanno seguendo questo percorso sono stati finora vincenti. Ora tocca al Milan.

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