IL 2011 DI PATO – L’altalena del Papero: dagli infortuni ai gol scudetto fino agli Allegri pruriti di capodanno

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01.01.2012 10:00 di Federico Gambaro   articolo letto 42 volte

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La stretta attualità vorrebbe che si partisse dalla fine per raccontare il 2011 di Alexandre Pato. Un anno che è l’emblema dell’altalena di emozioni e delusioni che il papero rossonero vive (quasi da sempre) da quando ha varcato i cancelli di Milanello.
L’ennesimo nuovo principio della carriera del talento cristallino di Pato Branco sembrava dei migliori all’alba del 2011. La nascente storia d’amore con Barbara Berlusconi, da poco entrata nel cda del club, iniziava a popolare le prima pagine dei giornali e, smaltito l’infortunio del novembre 2010, Pato si ripresentava voglioso e carico sin dalla prima gara del nuovo anno anche in campo, il 6 gennaio a Cagliari. Tre giorni dopo tornava a fare quello che ha sempre saputo fare meglio: i gol. Per la precisione sono 2 nel pirotecnico 4-4 contro l’Udinese. Ma la caduta, mentale questa volta, è dietro l’angolo e il 16 gennaio nell’1-1 di Lecce il n°7 milanista appare apatico e svogliato sul rettangolo verde, tanto da far arrabbiare qualche compagno di squadra che lo redarguisce duramente. Il brasiliano, così, dopo aver fatto salire le quotazioni torna a svendere il proprio inestimabile capitale uscendo dall’11 titolare di mister Allegri che comincia a preferirgli Robinho e il neo acquisto Cassano, seppur ci sia comunque lo spazio per aggiornare il suo bottino personale segnando la prima doppietta in Coppa Italia contro la Samp. Le critiche latenti verso il papero rifioriscono e viene messo in dubbio il reale affiatamento tra l’attaccante carioca e Ibrahimovic, col quale formerebbe una coppia stellare sulla carta ma che in campo non era ancora riuscita ad offrire il meglio di sé. A smentire le malelingue i due alfieri dell’attacco rossonero confezionano pregevolmente il gol del momentaneo 1-0 a Marassi contro il Genoa del 6 febbraio. Ma la vera scossa del papero arriva a Verona il 20 febbraio quando un’indigesta panchina lo carica a pallettoni facendolo esultare con positiva rabbia all’82’ per il gol vittoria contro il Chievo dopo essere subentrato al 65’ per Cassano. Un’esultanza energica che, per qualcuno, aveva come destinatario Allegri, ma che viene accolta serenamente e con soddisfazione dall’ambiente rossonero, desideroso di avere un Pato forte e determinato. Contro il Napoli sforna una gran prova condita da un super gol, ma ecco pronto a Marzo l’ennesimo infortunio contro il Palermo, evento negativo che si aggiunge alla squalifica di Ibra e al ritorno dell’Inter in campionato per il momento più delicato della stagione rossonera. La famosa sosta per le Nazionali, giova al Milan e a Patinho che il 2 aprile si regala e regala ai tifosi milanisti la gioia più grande, ovvero la doppietta nel derby che lancia il Milan verso lo scudetto. La rete arriva anche a Firenze, come puntuale giunge l’ennesimo stop fisico il 16 aprile nel primo tempo con la Samp per un problema ai flessori. C’è tempo di festeggiare a Roma il 18’ titolo da Campioni d’Italia e di partecipare a San Siro al gran galà contro il Cagliari, prima di ricadere nella consueta sfortuna con il trauma alla spalla occorso nell’ultima del torneo sul campo di Udine.
L’estate del Papero è un tour de force per recuperare dall’ennesimo stop e disputare la Coppa America. Il magheggio riesce con un paio di gol all’attivo e un’eliminazione bruciante ai quarti contro i futuri campioni dell’Uruguay. Un po’ di vacanze a spizzichi e bocconi e pronti a ripartire dall’altra parte del Mondo con i colori rossoneri che sventolano in Cina per la Supercoppa Italiana dove il papero ci mette lo zampino propiziando il gol vittoria di Boateng contro l’Inter nella notte di Pechino del 6 agosto. Ancora una meritata tranche di vacanze ed eccolo ripresentarsi a Milanello per iniziare ufficialmente la stagione 2011/2012 con l’acuto d’autore del 13 settembre in Champions League al Nou Camp di Barcellona dove il 7 milanista infioretta la difesa blaugrana con disarmante facilita ammutolendo, dopo pochi secondi dall’inizio della gara, il pubblico barcelonista. Quotazioni in vertiginoso rialzo che l’altalena carioca ricaccia giù il 22 settembre con l’ultimo (in ordine di tempo) infortunio, una distrazione muscolare al bicipite della coscia destra che lo tiene lontano dai campi per 2 mesi.
Il resto è storia recente con il rientro nella gara contro la Fiorentina, il gol a porta vuota contro il Chievo e quello a Praga in Champions League. In mezzo le solite critiche, la prova incolore di Bologna e le latenti apatie manifeste in campo. E si arriva, così, a ciò da cui si doveva iniziare, ovvero dalla fine del 2011 di Pato. Un finale infuocato dalle parole rilasciate su due quotidiani autorevoli italiani che mettono a nudo il disagio del papero nel rapporto con mister Allegri e il richiamo al primo allenatore/papà Carlo Ancelotti. Parole che aprono il dibattito e scatenano le ipotesi di mercato con il Psg dell’amico Leonardo e dello stesso Ancelotti, neo tecnico dei francesi, che sembrerebbero pronti a sfruttare l’occasione tra gennaio e giugno di trasferire il favoloso talento istintivo del ragazzo di Pato Branco a Parigi grazie alle ricchezze dello sceicco Al Thani.
Come ha affermato Ancelotti nella sua conferenza di presentazione al Parco dei Prinicipi: “Ci sono due condizioni affinché un giocatore si muova: che ci sia una squadra che vende e una che compra. Una o tutte e due le condizioni non ci sono perché Pato è ancora al Milan”. Tutto vero, ma in conclusione ne aggiungiamo una terza: la volontà di Pato. Al 2012 l’onere di svelare la risposta.

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