Il cuore non basta, ma è un pareggio prezioso

Il Milan non va oltre il pari contro il Malaga, pur giocando una buona partita, ma siccome ha rischiato di perdere e mantiene comunque il secondo posto nel girone, non è un risultato da buttare…

© foto di Daniele Mascolo/Photoviews

Pato salva il Milan dalla sconfitta e rilancia le ambizioni europee dei rossoneri, che con il punticino conquistato contro il Malaga mantengono il secondo posto nel girone, con un punto di vantaggio sull’Anderlecht e due sollo Zenit. E’ questa l’estrema sintesi di un’altra serata sofferta, in cui il Milan ha provato a vincere, ha giocato con generosità e gran cuore, ma si è trovato sotto di un gol all’intervallo, ha rischiato la sconfitta e poi è riuscito ad acciuffare un pareggio che forse non premia il grande impegno, ma può comunque strappare un sorriso, perchè è utile per la classifica del girone. Come facilmente pronosticabile, il Malaga non è il Chievo e ha reso la vita più difficile al Milan, ma la squadra di Allegri ha mostrato grandi progressi rispetto alla partita d’andata contro gli spagnoli e sembra essere sulla buona strada; la prestazione è stata positiva, sono state create tante occasioni per segnare, non sfruttate per le parate del portiere avversario ma anche per un po’ di imprecisione e, forse, il pareggio sta stretto, perchè, gol a parte, il Malaga ha combinato poco in attacco, anche se ha dimostrato di avere un buon gioco e discrete qualità individuali. Il Milan ha messo in mostra un Bojan scintillante, un sempre più convincente Montolivo, un El Shaarawy meno devastante del solito e, soprattutto, ha ritrovato il gol di Pato, importante per la squadra, fondamentale per il giocatore che non segnava in competizioni ufficiali con la maglia del Milan da gennaio. E’ questa la vera notizia della serata, nonostante il Papero non abbia certo incantato per quanto riguarda la sua prestazione globale, ma sbloccarsi era troppo importante per il ragazzo e Allegri ha sfidato le ire del popolo rossonero per puntare su di lui ed è stato premiato, visto che i tifosi hanno fischiato la sua decisione di togliere dal campo il Faraone, ma i fatti gli hanno dato ragione. Il Milan aggiunge un altro risultato positivo alla serie, anche se non è arrivata la vittoria e conferma di essere sulla buona strada, anche se appena si è alzata l’asticella della difficoltà i rossoneri hanno mostrato qualche problema e hanno faticato a fare risultato. Forse i cinque gol contro il Chievo avevano illuso troppo tutti e una buona squadra come il Malaga ha riportato tutti alla dura realtà, perchè questa squadra ha dei limiti e ancora dei problemi da risolvere per poter essere competitiva ad alti livelli, ma per il momento può bastare il fatto che la qualificazione agli ottavi di finale non è compromessa.

Allegri conferma il modulo del secondo tempo di Palermo e della partita contro il Chievo, ma la formazione non è quella ipotizzata alla vigilia, soprattutto per quanto riguarda i due dubbi principali: al centro dell’attacco non c’è Pazzini, bensì Pato e uno dei due mediani non è capitan Ambrosini ma De Jong; in difesa rientra Bonera e per il resto la formazione è la stessa che ha rifilato un pokerissimo di reti al Chievo. Il Milan vuole vendicare la sconfitta dell’andata, ma, soprattutto, cerca un risultato positivo, possibilmente una vittoria, per blindare il prezioso secondo posto nel girone; partita importante, quindi, contro la squadra che sta dominando il girone, ma il popolo rossonero non accorre allo stadio a sostenere i ragazzi; 30000 spettatori circa, quindi stadio semivuoto; i tifosi del Malaga sono tanti e rumorosi e si può capirli: prima partecipazione alla Champions, tre vittorie in altrettante partite e trasferta in uno stadio famoso e affascinante come San Siro; i tifosi spagnoli sono al settimo cielo, quelli rossoneri forse rimpiangono le grandi notti europee, quando lo stadio era gremito e ribollente d’entusiasmo; ora lo scenario in cui si svolge la partita è desolante, anche se la curva, come sempre, cerca di dare colore e di creare l’atmosfera giusta con i cori d’incitamento alla squadra.

La prima nota di cronaca della partita è, purtroppo, un infortunio, un problema muscolare che costringe Abate a lasciare il posto a De Sciglio; per quanto riguarda il gioco, il Malaga parte meglio del Milan e mette in mostra le sue doti: abili nei disimpegni e nel gioco di prima negli spazi stretti, gli spagnoli riescono a servire con facilità le punte, ma fortunatamente Abbiati non corre grandi pericoli nel primo quarto d’ora. In seguito il Milan prende il sopravvento e crea almeno tre nitide occasioni per passare in vantaggio: il tiro di Bojan dopo una bella azione personale viene deviato con grande difficoltà in angolo da Willy Caballero; la conclusione rasoterra a botta sicura di El Shaarawy, servito dallo scatenato Bojan, sbatte su un difensore strozzando in gola l’ulro del gol ai tifosi rossoneri; la punizione di Emanuelson è destinata all’angolino ma il portiere avversario compie un altro miracolo deviando in angolo. Per il resto tanti angoli mai sfruttati, un predominio territoriale favorito dal pressing e dal tentativo di recuperare palloni già nella metà campo avversaria per dare ritmo all’assalto. Il Milan vuole vincere, ma il Malaga è pericoloso, risponde colpo su colpo, riesce ad alzare il ritmo e i suoi giocatori sono bravi tecnicamente e si vede nell’azione in cui segnano: Isco verticalizza premiando l’inserimento di Eliseu che passa dietro a Constant e lo sorprende; solo davanti ad Abbiati, lo trafigge con un diagonale e, così, il Milan si ritrova sotto dopo aver avuto più occasioni degli avversari, ma il calcio a volte è così, ingiusto e spietato. I rossoneri riescono a reagire anche se manca poco alla fine del tempo e ci provano con un tiro potente dal limite di Emanuelson che finisce sopra la traversa, poi rientrano negli spogliatoi a schiarirsi le idee e a preparare il prevedibile assalto alla ricerca della rimonta, perchè una sconfitta complicherebbe molto il discorso qualificazione.

In effetti il Milan prova a partire forte, trascinato da Bojan che è un motorino inesauribile: corre, salta avversari, prova ad inserirsi in velocità, tenta assist e tiri, insomma ci mette impegno e vivacità che aiutano il Milan a rendersi pericoloso: purtroppo Emanuelson non sfrutta una sua buona imbeccata tirando molle e centrale da buona posizione, poi ci prova anche El Shaarawy, con una girata che finisce fuori e dimostra che il Faraone è meno incisivo del solito. Il Milan preme, il Malaga arretra, ma man mano che passa il tempo aumenta la stanchezza e il nervosismo dei rossoneri e ciò va a discapito della lucidità. Grande sorpresa quando Allegri manda in campo Boateng al posto di El Shaarawy; grandinano fischi dagli spalti di San Siro, perchè molti avrebbero preferito veder uscire un Pato abbastanza anonimo e inconcludente, ma evidentemente l’allenatore ha notato un Faraone meno brillante del solito e vuole concedergli un po’ di riposo. Mossa sicuramente azzardata, ma attestato di fiducia per il Papero in un momento delicato per lui, ma anche per tutto il Milan, che comincia a calare e fatica a rendersi pericoloso; intorno alla mezz’ora, però, arriva l’episodio decisivo e Constant trasforma un calcio d’angolo battuto corto in un preciso e insidioso cross che spiove sulla testa di Pato appostato sul secondo palo e bravo ad infilare la porta da distanza ravvicinata ma da posizione angolata. Una liberazione per il giocatore dopo tanta sofferenza, una liberazione per i tifosi rossoneri che temevano un’altra deludente sconfitta. Sulle ali dell’entusiasmo il Milan prova anche a vincere e si scatena, accerchiando il Malaga che ora fatica a difendersi e solo raramente riesce a spezzare il ritmo dei rossoneri con il possesso palla; Boateng impegna Willy, Allegri tenta il tutto per tutto mandando in campo Robinho al posto di Emanuelson, che ha corso molto, ci ha messo generosità ma non sempre precisione. Con il brasiliano la manovra diventa più veloce e il Milan domina il finale, preme con generosità e cuore, ma non riesce a segnare il gol vittoria e alla fine c’è un po’ di delusione, in campo e suli spalti, mitigata, però, dalla consapevolezza di aver giocato bene e di aver tentato in tutti i modi di ottenere una vittoria importante. E’ un pareggio agrodolce, perchè ci si aspettava la vittoria ma si è temuto la sconfitta, quindi va bene così, anche se ora non si può più sbagliare nelle prossime due partite, davvero decisive per non interrompere troppo presto l’avventura europea alla quale tutto l’ambiente rossonero tiene moltissimo.

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