Il giorno degli addii

Milan news

L’ultima ininfluente partita di campionato contro il Novara a San Siro è l’occasione per salutare tanti campioni che lasciano il Milan; applausi e lacrime faranno da contorno ad un pomeriggio molto emozionante e struggente.
12.05.2012 12:11 di Davide Bin   articolo letto 367 volte

© foto di Alberto Lingria/PhotoViews

Poteva essere il giorno della grande festa, poteva essere l’ultima speranza scudetto, da domenica scorsa era diventata una tranquilla partita di fine stagione senza più nulla in palio, invece sarà un pomeriggio di intense emozioni per l’addio di tanti campioni che hanno fatto la storia del Milan. Sapevamo che prima o poi questo giorno sarebbe arrivato ed era vicino, ma è successo tutto all’improvviso, visto che una settimana fa eravamo ancora in lotta per lo scudetto mentre ora si sta già smantellando la squadra e ogni giorno arrivano notizie di addii eccellenti. Pippo, Sandro, Clarenzio (non ancora ufficiale ma più che probabile) e Ringhio, più qualcun altro (Zambrotta, Roma e molto probabilmente Van Bommel) e le sorprese potrebbero non essere finite; sicuramente è finita un’era e l’addio contemporaneo di molti “senatori” lascia un vuoto immenso nei nostri cuori, perchè si tratta di grandi giocatori e grandi uomini che hanno dato tanto a questa maglia e ci hanno regalato immense gioie e tante emozioni. La rivoluzione alla quale stiamo assistendo era già in programma alla fine della scorsa stagione, poi lo spolendido scudetto conquistato all’Olimpico di Roma al termine di un campionato esaltante aveva rinviato tutto, perchè sull’onda dell’entusiasmo e dell’emozione la rosa campione d’Italia era stata confermata quasi in blocco e tutti i giocatori in scadenza di contratto (Pirlo a parte) avevano prolungato la loro avventura nel Milan. Questa stagione, invece, ha lasciato molta amarezza e delusione (e, soprattutto, “sero tituli” per dirla alla Mourinho), anche se la squadra ha lottato su tutti i fronti nonostante i tanti problemi (soprattutto infortuni gravi e numerosi) e questo dovrebbe far considerare comunque positiva l’annata. E’ risaputo, però, che quando non si vince i problemi vengono a galla e la delusione li ingigantisce: alcuni senatori hanno capito che non hanno più il posto garantito, oppure che il fisico comincia a tradirli dopo tante battaglie e l’addio è diventato obbligato e non più rinviabile, anche perchè è sempre meglio essere rimpianti che compatiti e criticati e già molto spesso negli ultimi tempi abbiamo assistito a brutti e squallidi comportamenti nei confronti di alcune leggende della storia rossonera (tipo i fischi a Seedorf tanto per intenderci), cosa ingiusta e immeritata per chi ha dato tanto al Milan, quindi meglio un taglio netto piuttosto che rendersi conto che giocatori così importanti potevano diventare addirittura un problema, perchè convinti di meritare ancora spazio illimitato quando invece devono cominciare ad arrendersi e a rassegnarsi agli anni che passano. Il calcio moderno costringe ad essere al 100% fisicamente per essere competitivi e non sarebbe stato giusto per rispetto al loro passato costringere questi giocatori ad arrancare sul campo esponendoli a brutte figure; la frase di Nesta “Messi è troppo veloce per me” è emblematica e malinconica e le commoventi prestazioni di Sandro contro il Barcellona spiegano la situazione meglio di ogni altra parola: Nesta ha giocato benissimo contro i blaugrana, con feroce concentrazione e determinazione, ma era evidente il divario di condizione fisica con gli avversari, gente che qualche anno fa avrebbe “sbranato” e invece adesso non riusciva a star loro dietro e, soprattutto, quelle partite giocate con tutte le energie che aveva in corpo lo hanno costretto a difficili recuperi con sedute di allenamento personalizzate; tutto ciò vuol dire non riuscire più a reggere i ritmi intensissimi di una stagione in una grande squadra, quindi meglio dire basta e cercare un modo dignitoso di chiudere la carriera (all’estero in campionati meno stressanti). Dispiace tantissimo, perchè stiamo parlando di pezzi di storia del Milan, giocatori che vestivano la maglia rossonera da almeno dieci anni e che in questo decennio hanno vinto tutto e anche più di una volta; siccome la partita contro il Novara avrà poco da dire dal punto di vista tecnico e del risultato (e, infatti, per una volta tralascerò volentieri di parlare di convocati, formazione, tattiche e strategie), avremo la possibilità di andare indietro con la memoria durante quei novanta minuti e rivedere tante immagini esaltanti di questi anni: Manchester, Atene, Yokohama, Montecarlo e poi gli scudetti, le supercoppe, l’unica Coppa Italia dell’era Berlusconi, tutte grandi vittorie in cui Gattuso, Inzaghi, Nesta e Seedorf (in rigoroso ordine alfabetico) sono stati protagonisti e hanno dato un contributo decisivo, in modo diverso ma comunque importante; la grinta di Ringhio, l’adrenalina e i tanti gol di Pippo, le impeccabili chiusure difensive di Sandro, la fantasia e la classe di Clarenzio. Stiamo parlando di quattro colonne sulle quali il Milan si è appoggiato per costruire la sua storia recente, quattro giocatori che rimarranno indimenticabili e a modo loro insostituibili. La vita continua e la storia del Milan pure, ce lo hanno insegnato altri addii eccellenti come quelli di Van Basten, Baresi o Maldini; la squadra ha continuato a vincere e ad essere protagonista e ciò accadrà anche ora, ma ciò non toglie che sarà una giornata triste e traumatica, soprattutto perchè questa volta sono ben quattro (più altri già citati che, però, hanno avuto un peso minore nelle vicende rossonere) a dire addio contemporaneamente, lasciando un grande vuoto nella squadra e nel cuore dei tifosi. Una squadra fantastica e, forse, irripetibile come lo sono state altre nella storia del Milan, chiude contro il Novara il suo esaltante ciclo; ci saranno nuovi leaders nello spogliatoio rossonero, qualcuno dovrà ereditare la pesante eredità tecnica e morale di chi se ne va, ma basterà guardare poster e foto sulle pareti di Milanello o nelle case dei tifosi per ricordarsi dei tanti momenti esaltanti che abbiamo vissuto insieme e rivedere giocatori unici ed inimitabili in momenti esaltanti della loro carriera.

Le parole di Inzaghi nella sua lettera d’addio sono perfette e spiegano più di ogni altro discorso tante cose: ha parlato sempre al plurale, ha usato tre lettere semplici ma importantissime, NOI, per far capire il legame fra lui e la squadra, la società e i tifosi; ciò vale sicuramente anche per Gattuso, Nesta e Seedorf, in modo e con comportamenti diversi perchè ognuno ha il suo stile e il suo carattere, ma possiamo dire con orgoglio e soddisfazione che questi giocatori hanno vestito la maglia rossonera come fosse una seconda pelle, hanno dato tutto e ricevuto molto e si è creato un legame forte con tutto l’ambiente, che è stato difficile e doloroso sciogliere in questi giorni. Le tante vittorie hanno aiutato, certo, ma non dicono tutto, perchè ci sono stati anche molti momenti difficili, come Istanbul, come Calciopoli, come gli anni senza trofei e questi giocatori sono stati importanti per ripartire e ricominciare a vincere, a volte sfiorati dalla tentazione di cambiare aria, ma poi rimasti “a casa”, perchè era troppo difficile e doloroso lasciare un ambiente in cui si era amati e rispettati, come non sarebbe mai successo da un’altra parte. La malinconia è aumentata dalla sensazione che in questi giorni si stia chiudendo non solo un periodo glorioso della storia rossonera, ma una vera e propria era, quella dei giocatori legati in modo speciale ad una squadra e ad una maglia; in futuro sarà sempre più difficile vedere giocatori restare per un decennio nella stessa squadra e bisogna abituarsi al via vai di campioni e ai “mal di pancia” stile Ibra, quindi ciò aumenta il rimpianto per ciò che ci stiamo lasciando alle spalle, cioè legami unici e speciali che valgono più di tante vittorie. Ecco perchè una semplice ed inutile partita di fine stagione diventa un’occasione unica ed irripetibile per emozionarsi e commuoversi; sarà una giornata molto triste e struggente, piena di applausi, cori che canteremo e sentiremo per l’ultima volta e tante lacrime, in campo e sugli spalti. Sarà la giornata per dirsi un immenso e reciproco grazie, perchè questi giocatori hanno dato tanto al Milan e ai tifosi, ma hanno anche ricevuto tanto, come ha sottolineato lo stesso Gattuso, in termini di affetto, di stima, di vero e proprio “amore” nel senso sportivo del termine e di passione corrisposta. E’ arrivato il momento di lasciarsi, perchè è la vita, perchè è il momento (ho rubato le parole a Inzaghi e alla sua bellissima lettera), ma nella vita possono portarci via tutto meno i ricordi più belli, che rimangono per sempre chiusi in quello speciale scrigno chiamato cuore, inaccessibile ad altri e inviolabile; il nostro, ovviamente, è un cuore rossonero e dobbiamo ritenerci fortunati di poterlo avere pieno di dolci sensazioni e dobbiamo essere orgogliosi di aver avuto nella nostra squadra campioni e grandi uomini come Gattuso, Seedorf, Inzaghi e Nesta. Certi amori ti lasciano un’emozione per sempre ed è fantastico ricordare certe emozioni vissute insieme, anche se adesso fa male e ci rende tristi, ma per questo dal profondo del nostro cuore rossonero esce un immenso, gigantesco e smisurato GRAZIE a quattro campioni che sono stati anche quattro “amici” e compagni di tante avventure in giro per il mondo con il Milan nel cuore!

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