Il Malox per combattere la “nostalgia Pirlo”

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MILANO.

Diciamolo, non dovevamo strapparci i capelli dopo la trasferta in quel di Venaria, non dobbiamo illuderci ora: una partita, come una rondine, non fa primavera. Il nostro sparring partner era molto debole per fare una prova estrema, né lo sarà quello di domani: il Bate Borisov. Dobbiamo necessariamente dare continuità ai nostri risultati e attendere tempi migliori con il recupero degli infortunati. Dopodiché un’oculata campagna acquisti a gennaio, mirata e poco costosa, porterà fieno nella cascina delle nostre ambizioni.

I giornalisti sono abili nel creare casi,  ma anche i giocatori alle volte li usano per sollevare o creare ad arte polveroni mediatici per riempire, lo ricordiamo caso unico in Europa, tre quotidiani sportivi, oltre a innumerevoli pagine su giornali vari, free press, televisioni tematiche e magazine di settore. Insomma, lo sport chiacchierato, qualunque sia, è uno di quelli più praticati. Nemmeno noi ne siamo esenti. Ma tra il dovere di informare e la volontà di stupire occorrerebbe un buon senso pratico: ovverosia attenersi ai fatti.

Son bastati due risultati negativi e già subito tutti a scavare su improbabili saluti e abbandoni, mali oscuri e pinguedini varie. Credo che la società che produce il Malox dovrebbe dare royalties a Ibra, grazie a lui abbiamo capito finalmente a cosa serve, ma i problemi sono sicuramente altri. Un campionato che non ha trovato un suo padrone e che difficilmente potrà farlo prima del prossimo mese. Champions e altri impegni impongono ritmi e scelte, anche delicate, che possono compromettere obiettivi e risultati.

Dal Malox di Ibra siamo così passati alla nostalgia di Pirlo. Andrea è sempre stato un buon giocatore che ha di fatto determinato le nostre vittorie, dopo una decina d’anni ha fatto quello che farebbe un impiegato di buon livello, cambiare lavoro per trovare nuovi stimoli. Complice anche una stagione non brillante e, forse, un incomunicabilità di base con la dirigenza e lo staff tecnico, ha semplicemente deciso di andarsene. Ha trovato una società giovane che cercava un registra arretrato di esperienza e si è accasato.

Farà sicuramente bene, almeno per un paio di stagioni, portando quella squadra a buoni traguardi. Noi abbiamo un debito di riconoscenza con Andrea, frutto di un rapporto decennale soddisfacente per entrambi, lasciamolo ora alla sua nuova avventura senza rimpianti e senza cullarci troppo del passato. E’ bello ricordare e non dimenticare, ma è altrettanto utile lavorare per un futuro radioso per noi e per i nostri colori.

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