Solo un punto per il Milan a Is Arenas, acciuffato a meno di dieci minuti dalla fine con un rigore realizzato da Balotelli; difesa imbarazzante, centrocampo in difficoltà, attacco spuntato; un Milan con vecchi difetti, quindi il pareggio è prezioso.
© foto di ALBERTO LINGRIA
Allegri lo aveva detto alla vigilia che la partita contro il Cagliari sarebbe stata difficilissima e sarebbe bastato poco per rovinare la meravigliosa rimonta degli ultimi mesi; purtroppo è stato buon profeta e a Is Arenas abbiamo rivisto un Milan scialbo, sfilacciato e inconsistente che speravamo essere sparito per sempre. Ottanta minuti senza un vero tiro in porta, poi, sull’orlo del baratro della sconfitta, è arrivato un rigore con annessa espulsione di Astori a cambiare la partita; i rossoneri si sono salvati, grazie alla solita freddezza dal dischetto di Balotelli, da una sconfitta che sarebbe stata tutto sommato meritata, vista la prestazione negativa e hanno rischiato addirittura di vincere, assediando il Cagliari ridotto in dieci e facendo in pochi minuti tutto quello che non avevano fatto in precedenza. Il pareggio è da considerare addirittura prezioso, come ha detto il mister rossonero, ma è chiaro che i tifosi si aspettavano qualcosa in più, galvanizzati ed entusiasmati dall’arrivo di Balotelli e dalla splendida rimonta che aveva portato il Milan ad agganciare l’Inter; invece abbiamo visto le solite amnesie difensive, errori inconcepibili per chi vuole giocare nella difesa di una squadra come il Milan e il centrocampo, orfano del regista Montolivo, ha faticato a costruire gioco e a mantenere corta una squadra che sovente si spezzava in due, con il tridente là davanti abbandonato a se stesso e tutti gli altri in crisi d’identità, in mancanza di chi sapesse portare avanti il pallone e iniziare l’azione; sono cose già viste e vissute in passato quando nel Milan c’era un certo Pirlo, la cui importanza si notava quando non giocava e la squadra andava in crisi; ora succede anche con Montolivo e ciò è un implicito elogio al giocatore, che è diventato un ingranaggio fondamentale del gioco rossonero. Permettetemi di dire, però, che si è sentita anche l’assenza di Constant, che negli ultimi tempi ha mostrato personalità e intraprendenza e, oltre a spingere sulla sua fascia di competenza, aiuta proprio Montolivo nella costruzione del gioco, facendosi dare spesso e volentieri il pallone e impostando l’azione. Entrambi erano assenti a Is Arenas e le conseguenze si sono viste; aggiungeteci una giornata di scarsa vena del trio con la cresta e una prestazione imbarazzante della coppia centrale difensiva e avrete la fotografia di una squadra in giornata pessima ed è per questo che il pareggio non va considerato un risultato negativo, anche se di fatto lo è.
Dopo una settimana tribolatissima e surreale dal punto di vista “burocratico”, Cagliari-Milan si gioca regolarmente a Is Arenas, per la gioia dei tifosi sardi che affollano il piccolo impianto costruito in pochi mesi e si possono godere una sfida contro una grande del calcio italiano; Allegri torna in Sardegna a caccia dell’ennesima vittoria contro il suo passato, visto che ha una tradizione favorevolissima contro i sardi da quando allena il Milan (e lo stesso Milan non perde contro i sardi dal 1998), ma ha qualche problema di formazione per l’assenza prevista di Montolivo (squalificato) e inattesa di Constant (infortunatosi alla vigilia); centrocampo senza regista e composto da Flamini, Ambrosini e Muntari (al rientro dal primo minuto) a supporto del confermato tridente con la cresta, mentre in difesa Abate non può riposare perchè De Sciglio deve traslocare a sinistra, mentre al centro giocano Mexes e Zapata.
Ci si aspetta un Milan pimpante e scatenato alla ricerca di una vittoria per portarsi ad un solo punto dal terzo posto, visto che la Lazio ha pareggiato con il Napoli e, invece, la squadra è spenta e svagata e, come già successo in molte occasioni, regala il primo tempo agli avversari, che ringraziano ed esaltano i loro tifosi con una buona prestazione e mettendo in difficoltà i rossoneri, che provano qualche scambio in velocità per avvicinarsi alla porta di Agazzi, ma non riescono mai a rendersi davvero pericolosi, mentre la velocità di Ibarbo crea spesso lo scompiglio nella difesa rossonera, costretta a salvarsi in extremis in un paio di occasioni, ma che mette i brividi per quanto scricchiola e traballa, anche perchè sia Zapata che Mexes commettono molti errori, a volte per sufficienza o decocentrazione. Balotelli e El Shaarawy si prendono un periodo di riposo, visto che sono al terzo impegno settimanale e sonnecchiano là davanti, lasciando a Niang, aiutato da Abate sulla fascia destra, il compito di essere il più vivace e propositivo del tridente, ma tutto ciò che il Milan crea in fase offensiva è qualche cross ben gestito dall’attenta difesa sarda che concede quasi nulla. Ibarbo, invece, continua a far impazzire la difesa rossonera e quando si presenta solo davanti ad Abbiati il gol sembra scontato, ma il tiro finsce alto e si può tirare un sospiro di sollievo, così come quando Ambrosini affonda Conti in area, ma Giannoccaro non vede e lo grazia. A furia di soffrire e tremare, però, la difesa rossonera capitola nel momento meno opportuno, ovvero l’ultimo minuto del tempo, quando una punizione di Conti spiove in area e, come sempre, la difesa va in crisi, Zapata e Mexes si fanno sorprendere da Ibarbo che con una splendida torsione di testa batte Abbiati.
Dopo l’intervallo si spera di assistere alla logica reazione del Milan che, invece, continua ad essere improduttivo e inoffensivo; il tridente non punge, il centrocampo muscolare non lo aiuta e, così, gli unici tentativi sono due punizioni non irresistibili di Balotelli, troppo poco per sperare di evitare la sconfitta. Allegri deve correre ai ripari e manda in campo Boateng (appena guarito dall’influenza e per questo non schierato da titolare) al posto di El Shaarawy, mossa che può sembrare a prima vista incomprensibile, visto che c’è da recuperare il risultato e sarebbe stato più logico togliere un centrocampista e azzardare quattro giocatori offensivi con due soli mediani, ma che si spiega con la giornata negativa del Faraone, inconcludente e che non è mai riuscito a saltare l’uomo e a inventare qualcosa di buono. In fondo la mossa della disperazione è solo rimandata di qualche minuto, perchè Bojan entra al posto di Ambrosini e poi arriva il momento di Robinho al posto di Niang e, così, Allegri smonta quasi completamente il tridente delle creste e lascia il solo Balotelli davanti con tre incursori alle sue spalle. Tutto ciò sembra servire a poco e, anzi, è il Cagliari a spaventare il Milan con il colpo di testa di Ekdal sul solito pallone spiovente in area che manda in confusione la difesa rossonera, ma a una decina di minuti dal termine arriva l’episodio che cambia l’inerzia della partita: Agazzi respinge d’istinto con i piedi il tiro ravvicianto di De Sciglio, il pallone s’impenna e ricade nei pressi dell’area piccola dove si avventa Balotelli che viene affossato da Astori mentre tenta la rovesciata; rigore e seconda ammonizione con conseguente espulsione per il difensore rossoblu e SuperMario trasforma il rigore con la consueta freddezza spiazzando Agazzi e poi zittisce i tifosi rossoblu dietro la porta con un inequivocabile gesto che infiamma gli ultrà cagliaritani. Il finale diventa, così, pirotecnico, perchè il Milan che sembrava già sconfitto si esalta e tenta addirittura di vincere, sfruttando la superiorità numerica e il protagonista, questa volta in negativo, è sempre Balotelli, che non angola un colpo di testa da favorevolissima posizione mandandolo fra le braccia di Agazzi, segna un gol in acrobazia che non vale perchè il pallone è uscito prima della sponda di testa di Robinho e spara su Agazzi una respinta affannosa dello stesso portiere su insidioso rasoterra in diagonale di Bojan, ma Mario era in posizione irregolare.
Milan che rischia di vincere dopo aver rischiato di perdere, ma finisce in parità e ci rimangono tutti male, perchè i rossoneri volevano e dovevano vincere e i sardi hanno accarezzato a lungo il sogno della vittoria di prestigio sfuggita su calcio di rigore e che lascia l’amaro in bocca per la sensazione che senza quell’episodio non avrebbero mai subito gol contro un Milan spuntato nonostante il tridente. Balotelli e compagnia non possono bastare se dietro il centrocampo ha solo quantità e non qualità e se la difesa subisce gol con eccessiva facilità; bisogna ancora migliorare, bisogna ancora crescere e questo mezzo passo falso fa definitivamente tornare con i piedi per terra chi stava svolazzando sulle ali dell’entusiasmo per l’effetto Balotelli; Supermario il suo contributo lo dà (tre gol in due partite, non male), ma le perplessità sul resto della rosa rossonera rimangono e il mercato di gennaio evidentemente non le ha risolte. Il terzo posto rimane un obiettivo raggiungibile nonostante questo scialbo pareggio, ma ora il calendario si fa più complicato e ci vorrà un Milan sicuramente più vivace ed efficace di quello visto a Is Arenas per centrare l’obiettivo, sperando di non dover rimpiangere due punti persi per strada in modo banale con una prestazione al di sotto delle attese da una squadra che ha abbassato la cresta ed è tornata a balbettare calcio inconcludente, a dimostrazione che le grandi squadre non si costruiscono solo con i grandi attaccanti, ma i fuoriclasse servono anche negli altri reparti e su questo bisognerà meditare quando si tratterà di migliorare ulteriormente la qualità di una rosa che ha ancora delle lacune, impietosamente venute a galla alla prima occasione e che sono costate altri due punti, perchè…non si vive di solo Balotelli!