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La prima notte da Champions League. Difficile dimenticarla. Andrea Petagna, attaccante classe ’95 del Milan ieri ha esordito contro lo Zenit, nel calcio dei grandi. “È stata una grande gioia, un primo traguardo di un percorso che dura da quattro anni con il Milan e cominciato ancora prima nelle squadrette minori del Friuli. Sono contento per lui, ha fatto diversi anni di sacrifici e questo è un riconoscimento importante”, commenta a TuttoMercatoWeb.com Euro Petagna, padre del talento rossonero e – da ieri – ex direttore sportivo della Triestina.
I momenti prima della partita: come li avete vissuti?
“Abbiamo scambiato un po’ di messaggi, anche se era blindato a Milanello. Gli ho detto di stare il sereno e tranquillo prima dell’esordio, perché se uno sa giocare e ha accanto gente brava si fa meglio di quando si gioca su campi meno belli e con giocatori meno bravi in Primavera. E poi gli ho detto di stare attento al riscaldamento se gli capitava di entrare e di non aspettare il pallone da fermo ma di andarlo a cercare”.
E a fine partita?
“Stamattina ci siamo sentiti un attimo prima dell’allenamento. Mi ha detto che si è emozionato quando ha fatto il tragitto Milanello-San Siro con il resto della squadra. Poi gli spogliatoi, le maglie della Champions, il suo numero vicino a quello di El Shaarawy, una serie di ricordi ed emozioni che porterà dentro. La tensione si è stemperata quando è entrato in campo, non ha toccato palla (sorride, ndr) ma mi ha detto di aver avvertito una sensazione aprticolare quando è entrato in quel campo gigantesco con il pubblico tutto attorno”.
Obiettivi per il futuro: la prima squadra del Milan, ovviamente…
“L’esordio di ieri spero sia solo una tappa. Mi auguro che Andrea riesca a rimanere all’interno di questa grande squadra che è il Milan, anche se non è facile, perché proporre giovani è sempre complicato, soprattutto nel suo ruolo visto che arrivano spesso dall’estero. Se farà il salto defintivo sarà un grande sogno”.
Le sue dimissioni dalla Triestina: colpa dell’arrivo di Zamparini?
“L’arrivo di Zamparini c’entra poco. Anzi, credo che alla fine possa essere una soluzione per la Triestina che in questo momento mi sembra una società difficilmente gestibile perché è poco impegnata in quello che è l’aspetto sportivo”.
In che senso?
“Quando si prende una decisione incidono tanti fattori, soprattutto una visione diversa rispetto all’attuale gestione delle vicende sportive”.