Il Top e il flop della settimana: grazie Pippo, Ringhio e Sandro; Seedorf perchè no?

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MILANO.

IL TOP: INZAGHI, GATTUSO E NESTA. Ovviamente in quest’ultima settimana della stagione rossonera, non ci sono migliori da lodare e peggiori da spedire dietro la lavagna, ma solo giusti e meritati onori da dedicare ad autentici campioni che hanno concluso la loro favolosa carriera in maglia rossonera. Mi perdoneranno Zambrotta, Van Bommel, Roma e, forse, Aquilani, anche loro al passo d’addio, ma sto parlando di tre giocatori straordinari, di tre “senatori” dello spogliatoio rossonero, che lasceranno un vuoto enorme nel gruppo e nel cuore dei tifosi, visto che in questi dieci anni (per Nesta, ma per Inzaghi e Gattuso anche di più) hanno contribuito a conquistare due scudetti, due Champions League, due Supercoppe europee, due Supercoppe italiane, una Coppa Italia e un Mondiale per club, ognuno con le proprie caratteristiche: i gol e la scarica di adrenalina di SuperPippo, l’inimitabile grinta e determinazione di Ringhio, la classe cristallina e le perfette chiusure difensive di Sandro. Un fuoriclasse per reparto, giocatori immensi e grandi uomini che hanno reso così forte il Milan di Ancelotti e hanno dato il loro contributo importante anche nelle gestioni successive (Leonardo e Allegri), anche se il loro nome resterà per sempre legato a doppio filo con quello di Carletto. Il pomeriggio vissuto in occasione dell’ininfluente ultima partita di campionato contro il già retrocesso Novara è stato uno dei più tristi, intensi, coinvolgenti ed emozionanti dell’era Berlusconi e ve lo garantisce uno che ha vissuto sugli spalti di San Siro praticamente tutti i momenti più particolari, belli e brutti che fossero: lacrime, applausi, sorrisi e commozione, emozioni uniche ed irripetibili che hanno coinvolto tutti, giocatori interessati, compagni di squadra, persino gli avversari e, ovviamente il pubblico (purtroppo molto scarso e questa è la vera sconfitta del popolo rossonero, perchè questi giocatori meritavano un “tutto esaurito”), perchè il 13 maggio 2012 si è chiusa un’era fantastica e forse irripetibile e la famiglia Milan ha dato il meglio di sè per rendere i giusti onori a chi sta per andarsene ma resterà per sempre nel cuore di tutti. Ovviamente il momento dell’apoteosi è stato raggiunto al minuto 37 della ripresa, quando Inzaghi ha stoppato di petto una verticalizzazione di Seedorf, servito a sua volta da Gattuso (una vera e propria azione da “vecchi tempi”) e con un delizioso pallonetto ha battuto Fontana, realizzando il gol n°126, l’ultimo di una serie incredibile; questa volta non valeva uno scudetto, una Champions, un Mondiale, un derby o qualcosa di importante e decisivo, come molti di quelli segnati da Pippo, ma aveva un altissimo valore simbolico e rappresentava il classico lieto fine alla favola sua e dei suoi due compagni che insieme a lui hanno detto addio a malincuore al Milan e alla sua gente, fra applausi e lacrime, perchè certi amori ti lasciano un’emozione per sempre, un groppo in gola quando finiscono e tante belle sensazioni nel cuore rossonero che batte in ognuno di noi, oltre al ricordo di tanti momenti belli vissuti insieme, in campo e sugli spalti e che il tabellone di San Siro ci ha fatto rivivere con meravigliosi filmati in cui erano condensati i migliori istanti di questo decennio: coppe alzate al cielo, gol importanti, giocate decisive, per finire con quel pallone che rotolava lentamente nella porta dello Stadio Olimpico di Atene, calciato naturalmente da Pippo Inzaghi, eroe di quella finale contro il Liverpool insieme a Ringhio, Sandro e tanti altri. Grazie di tutto, meravigliosi campioni; vi abbiamo appena salutato ed è già nostalgia…

IL FLOP: SEEDORF. Ovviamente anche questa nomination “in negativo” non ha spiegazioni tecniche relative alla partita contro il Novara (che, peraltro, Clarence ha giocato benissimo), ma nasce dalla curiosa scelta di Seedorf di non rivelare il suo futuro prima di questa partita, permettendo ai tifosi e ai compagni di tributargli gli stessi onori e gli stessi affettuosi riconoscimenti dedicati a Gattuso, Inzaghi e Nesta. Non è un mistero che Clarence vorrebbe rimanere un altro anno a Milano, ma è altrettanto chiaro che la società non ha intenzione di proporgli il rinnovo, anche perchè ultimamente ci sono stati attriti e problemi con l’allenatore Allegri e, quindi, sarebbe meglio per tutti chiudere ora il rapporto evitando di trascinarlo (e magari rovinarlo) ulteriormente. Sarebbe stato bello che alle tre maglie esposte dalla Curva Sud prima e dopo la partita contro il Novara fosse affiancata una quarta, la n°10 con il nome Seedorf, perchè anche lui, naturalmente, appartiene alla folta schiera dei campioni che hanno fatto la storia del Milan in questo decennio; invece Clarence non ha svelato cosa farà il prossimo anno, non ha voluto arrendersi all’evidenza e spera ancora di non aver chiuso il 13 maggio 2012 il suo lungo rapporto con il Milan, ma in questo modo rischia di rimanere senza il saluto dei tifosi che gli hanno voluto bene, anche se qualche volta lo hanno fischiato in modo impietoso e ingiusto, ma si sa che nelle storie d’amore ci sono anche i momenti bui e di litigio e ciò non vuol dire che l’amore sia meno intenso. Prima, durante e dopo la partita contro il Novara, Clarence ha lasciato la ribalta agli altri partenti sicuri e si è defilato nel gruppo di chi non doveva salutare per l’ultima volta i tifosi; anche Galliani non lo ha citato e ringraziato, quando dopo la partita si è presentato in campo con il microfono in mano a salutare e celebrare (commosso ed emozionato anche lui) i campioni al passo d’addio e questo fa nascere dubbi e preplessità, ma siccome il suo destino sembra deciso e lo vede lontano da Milano se vorrà continuare a giocare, viene da chiedersi perchè abbia scelto di non farsi idealmente abbracciare, ringraziare e rimpiangere dai suoi tifosi, così prodighi di applausi, lacrime, cori e buoni sentimenti nei confronti dei suoi compagni, con i quali ha condiviso tante avventure, tante “battaglie”, tanti trionfi e con i quali avrebbe potuto condividere anche questi momenti tristi, struggenti, ma intensi, emozionanti e commoventi. Ovviamente per Seedorf valgono tutti i discorsi fatti sopra, nella sezione dedicata al top della settimana (e di un’intera era rossonera) ed è per questo che probabilmente sia lui che tutti i tifosi si ritroveranno a rimpiangere di non aver potuto salutarsi nel modo migliore, con un gigantesco e coinvolgente abbraccio virtuale, in cui dirsi addio con le lacrime agli occhi ma anche con la consapevolezza di aver vissuto momenti meravigliosi e, forse, irripetibili insieme, quindi, caro Clarence, perchè negarsi quest’ultima soddisfazione?

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