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MILANO.
IL TOP: IBRAHIMOVIC. Un’altra tripletta rossonera, ma questa volta in due partite e, quindi, non vale per portarsi a casa il pallone: l’ha realizzata Zlatan Ibrahimovic, che con due gol di testa ha abbattuto la Roma e permesso al Milan di proseguire la rimonta in campionato e con un’altra rete a Minsk ha timbrato il passaporto europeo dei rossoneri, che sono già qualificati agli ottavi di finale, anche se (per motivi di fuso orario) hanno dovuto aspettare un paio d’ore e la vittoria del Barcellona per l’ufficialità. E’ un po’ banale dire che Ibra è un giocatore decisivo per il Milan; lo si sapeva da quando è arrivato all’inizio della scorsa stagione, lo ha dimostrato nell’annata dello scudetto, soprattutto nella prima fase del campionato e lo sta confermando ora, perchè non si poteva andare avanti solo con i gol (seppur numerosi) dei centrocampisti, servivano le reti degli attaccanti e ci ha pensato lui, con la prima doppietta stagionale e un altro gol europeo che dimostra il ritrovato feeling con la Champions League, quel trofeo che è una vera ossessione per lo svedese, che non ha mai alzato la coppa “dalle grandi orecchie” e vorrebbe tanto riuscirci per arricchire il suo palmares personale zeppo di scudetti. A Roma, sul campo dove meno di sei mesi fa aveva allungato la sua serie di campionati vinti, Zlatan ha usato la testa, nel senso che ha raccolto due invitanti cross di Aquilani e con altrettante “capocciate” li ha spediti in rete, trascinando il Milan ad una vittoria molto importante; a Minsk ha segnato una rete al termine di un’azione che è la sintesi perfetta di ciò che Ibra può dare ad una squadra: caparbietà nel recuperare un pallone in pressing sulla trequarti, intelligenza nel capire di essere in fuorigioco, disinterassondosi dell’azione e lasciando scattare Robinho sulla fascia e opportunismo unito a capacità tecniche nel concludere a rete l’assist del compagno brasiliano, siglando il vantaggio rossonero in una partita che sembrava facilissima ma che poi si sarebbe complicata nella ripresa. Quella di Minsk era la partita numero 50 con la maglia rossonera e lui ha festeggiato a modo suo, ovvero con il settimo gol nella competizione di questa stagione, nella speranza di riuscire finalmente ad essere protagonista in Champions come mai gli è riuscito in carriera. Per quanto riguarda il campionato, gli mancano solo due gol per arrivare ad un’altra cifra tonda (100 gol in A) e, conoscendo le sue medie realizzative, il traguardo verrà presto raggiunto, anche se non sarà un punto di arrivo, perchè Zlatan è affamato di successo ed è sempre a caccia di nuovi traguardi, dando tutto se stesso in campo al punto che molto spesso finisce le partite stremato, con i crampi, con lo stomaco in subbuglio e con i colpi di tosse, a dimostrazione che non risparmia una sola goccia di energia che ha in corpo, anche perchè il suo fisico possente è allo stesso tempo il segreto del suo successo ma una bella zavorra (circa cento chili) da portarsi a spasso per il campo.
IL FLOP: ROBINHO. In una settimana in cui il Milan ha vinto una sfida importante in campionato e ha centrato con due giornate di anticipo l’obiettivo qualificazione agli ottavi di finale di Champions League, non ci sono prestazioni particolarmente negative da sottolineare e allora mi permetto di “infierire” su un giocatore che spesso è stato protagonista di questa rubrica, in entrambe le sezioni, perchè nessuno come lui è capace di alternare magie e cose positive ad errori clamorosi e giocate inguardabili. Sto parlando, ovviamente, di Robinho, frenetico motorino rossonero che spesso, però, rischia di andare fuori giri e lo ha dimostrato a Minsk, sbagliando il solito gol in modo sciagurato; il brasiliano deve ringraziare il Barcellona che ha reso ininfluente il suo erroraccio, ma la brutta figura resta, perchè un attaccante di valore mondiale come lui deve assolutamente mettere in rete un pallone a porta vuota e non centrare il palo esterno, dopo essere scattato tempestivamente in posizione centrale sul filo del fuorigioco, aver dribblato anche il portiere ed essersi ritrovato la porta spalancata davanti a sè, anche se in posizione defilata. Per il resto Robinho non ha combinato altri disastri, anzi ha fornito l’assist per il gol di Ibra e si è confermato attaccante moderno che dà il suo contributo alla squadra in ogni zona del campo, ma ora dovrebbe cercare di migliorare la mira e la “cattiveria” nelle conclusioni, perchè anche nella ripresa ha avuto una buona palla a disposizione ma ha scagliato verso la porta di Gutor un tiro a giro molle e debole che non ha impensierito il portiere avversario. Anche all’Olimpico Robinho ha alternato buone giocate a errori banali, non ha mai concluso in porta e ha gestito male alcune ripartenze, poi è progressivamente sparito dal campo fino a quando Allegri lo ha sostituito con Cassano. La lunga assenza di Fantantonio rende ancor più importante il contributo che Robinho dovrà dare d’ora in poi e tutti apprezziamo la sua voglia di correre a perdifiato per tutto il campo, ma per un attaccante è altrettanto importante essere lucidi al momento degli assist e, soprattutto, dei tiri in porta, perchè un errore sciagurato si può perdonare a Nocerino (vedi Roma), un po’ meno a Robinho e a lui si chiede di essere un po’ più freddo e implacabile sottoporta e di diminuire la percentuale di errore, ancora altissima in questa stagione come in quella scorsa, in cui ha sì segnato 14 gol in campionato come Ibra e Pato, ma ne ha sbagliati almeno il triplo, altrimenti sarebbe stato capocannoniere del campionato con una cifra di reti da record storico e imbattibile. Per fortuna i suoi errori non hanno mai compromesso un traguardo importante, se non, forse, quel gol divorato in avvio della semifinale di ritorno di Coppa Italia a Palermo, ma non vorremmo essere nei suoi panni se un errore sciagurato come quello di Minsk lo commettesse più avanti, nella fase ad eliminazione diretta o addirittura in una finale di Champions…
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Post Originale:
Il top e il flop della settimana: Ibra decisivo, sciagura Robinho
“nella fase ad eliminazione diretta o addirittura in una finale di Champions”
E’ giusto al 100000%!
Se ne mangia troppi di gol e così davvero non va bene. Basti vedere in campionato l’anno scorso e agli ottavi di Champions nel ritorno.
Io proporrei un allenamento “stile Ancellotti”:
Dovevamo affrontare il Bayern Monaco e alcuni giorni prima la squadra si allenò nei boschetti di Milanello a PAINTBALL (esercizio per la concretizzazione e per l’agguerrimento).
Milan – Bayern Monaco 4 – 1.