Il top e il flop della settimana: Inarrestabile Ibra, imperdonabile Robinho

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MILANO.

IL TOP: IBRAHIMOVIC. Nomination ovvia e fin troppo scontata per il top di questa settimana e non tanto, come penseranno molti, per i 102 gol segnati in serie A, quanto per ciò che ha fatto nelle due partite giocate, quelle che il Milan ha vinto contro Chievo e Genoa, anche perchè gran parte dei gol che Ibrahimovic ha segnato in serie A sono andati a vantaggio di altre squadre grandi rivali del Milan (Juventus e Inter), alcuni sono stati realizzati addirittura contro il Milan, quindi in teoria non c’è molto da celebrare per i tifosi rossoneri ma solo, eventualmente, per il giocatore, anche se l’esultanza composta dello svedese al gol n°100, cioè il primo personale nella partita contro il Chievo, non è stata certo quella di uno che aspettava con ansia questo evento, quindi lasciamo perdere la pura contabilità dei gol di Ibra e concentriamoci sulle sue prestazioni di questa settimana: traversa, assist deliziosi e doppietta a San Siro contro il Chievo; rigore procurato e realizzato per sbloccare una partita complicata a Marassi, più altri assist geniali che hanno smarcato Nocerino e Ambrosini soli davanti a Frey; già così è tanta roba per il Milan e, soprattutto, troppa roba per gli avversari, ma c’è tanto altro nelle prestazioni di Ibrahimovic, che non si accontenta più di impegnare il portiere avversario e segnare con continuità impressionante, (circa un gol a partita, pecentuale mai raggiunta nella sua pur eccezionale carriera), ma si inventa assist da fantasioso trequartista e giocate spettacolari (colpi di tacco, colpi dello scorpione e magie varie), torna in difesa in occasione dei calci d’angolo per sfruttare il suo fisico possente e dà un enorme contributo alla squadra.

Ibra non è più solo un eccezionale finalizzatore capace di segnare gol impossibili, ma fa anche e soprattutto la seconda punta e il fantasista, un po’ perchè glielo chiede Allegri, per facilitare gli inserimenti dei centrocampisti, un po’ perchè gli piace giocare in modo un po’ anarchico e fuori dagli schemi, ma se lo fa in questo modo si può concederglielo volentieri, perchè risulta imprendibile e devastante per gli avversari e il gioco del Milan ne beneficia molto. Come ha detto Allegri, “i numeri di Ibra non hanno bisogno di ulteriori commenti e complimenti”, perchè chi ha una media di un gol ogni due gare, avendone giocate poco meno di 200, è davvero mostruoso; Galliani lo ha definitio semplicemente insostituibile, io mi limito all’aggettivo inarrestabile, perchè sembra davvero incontenibile per gli avversari e lo dimostra praticamente ad ogni occasione, visto che sono davvero rare le partite in cui non lascia il segno nel tabellino dei marcatori o nella cronaca dell’incontro. Per giudicare la qualità delle sue giocate, basta guardare l’unico gol su azione dei tre segnati in questa settimana, ovvero il fatidico n°100 in serie A: uno sguardo a Sorrentino leggermente fuori dai pali, mirare, puntare…fuoco con il piattone destro e pallone che plana in rete con una traiettoria impossibile da intercettare. E se vogliamo essere scaramantici, diciamo che anche un altro straordinario campione rossonero, Shevchenko, segno il gol n° 100 e 101 contro il Chievo (anche se al Bentegodi) e in quella stagione il Milan vinse lo scudetto…non aggiungo altro, se non i complimenti a Zlatan, campione inimitabile.

IL FLOP: ROBINHO. Per un attaccante che fa meraviglie e segna a ripetizione ce n’è uno che sbaglia tutto ciò che si può sbagliare, anche palloni davvero impossibili da spedire al di fuori dei pali, ma evidentemente Robinho ha deciso di realizzare imprese al contrario e nella partita di Genova ha replicato l’erroraccio già proposto nella partita contro il Barcellona, alzando clamorosamente sopra la traversa un pallone a pochi centimetri dalla linea di porta che chiedeva solo di essere spinto dolcemente in rete, come ha fatto successivamente Nocerino, uno che dovrebbe avere piedi ben più ruvidi di quelli di Robinho. Andando avanti così, il simpatico giocatore brasiliano diventerà oggetto di studio degli scienziati, perchè le traiettorie che riesce ad imprimere al pallone vanno contro le normali leggi della fisica e per questo riesce a fallire i classici gol più facili da segnare che da sbagliare. Battute a parte, si tratta di errori davvero ingiustificabili, soprattutto se ripetuti a distanza di tempo, perchè sbagliare è umano, perseverare è diabolico e Binho sta addirittura facendo peggio della scorsa stagione, in cui ha sbagliato decine di gol, ma gli errori erano meno clamorosi e, almeno, segnava con buona frequenza, al punto che risultò essere uno dei tre capocannonieri rossoneri in campionato con ben quattordici reti. Ora, invece, gli errori sono più gravi e numerosi e non può bastare a giustificarlo il fatto che a Genova ha saputo di dover giocare all’immediata vigilia della partita, visto che il titolare avrebbe dovuto essere Pato che è stato vittima di un attacco influenzale. Il suo volto al momento della sostituzione con El Shaarawy nel finale di partita la dice lunga sul suo stato d’animo, perchè Robinho sembra triste e sfiduciato e capisce che il suo rendimento non è positivo e quegli errori sciagurati non fanno altro che peggiorare i giudizi negativi nei suoi confronti.

Compagni e allenatore lo difendono a spada tratta, dicendo che cose del genere possono capitare e basterebbe un gol a farlo sbloccare e tornare il giocatore decisivo che fu nella scorsa stagione, ma se sbaglia anche i gol da zero metri, sarà davvero difficile che questa rete dall’effetto taumaturgico possa arrivare e l’unica vera fortuna è che per il momento questi errori non hanno provocato danni irreparabili, ma pensate cosa si sarebbe detto di lui se dopo l’errore a porta spalancata il Genoa in dieci avesse pareggiato, come ha rischiato di fare anche per colpa di un eccessivo rilassamento di tutta la squadra rossonera; negli occhi di tutti sarebbe rimasto quell’imperdonabile errore che, invece, ora si può archiviare senza infierire troppo su un giocatore che sembra fuori forma, forse perchè è stato bloccato da una fastidiosa pubalgia nel momento decisivo della preparazione estiva e ora, pur mostrando la solita generosità correndo a perdifiato e dappertutto, manca di brillantezza ed è ancora meno lucido della scorsa stagione quando arriva davanti alla porta e i risultati, purtroppo, si vedono in modo evidente!

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