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MILANO.
IL TOP: ROBINHO. Il Milan riparte di lancio dopo la sosta: due vittorie a San Siro, in campionato e coppa, dimostrano che Allegri ha ritrovato la “sua” squadra, anche perchè sono rientrati molti giocatori importanti e decisivi, fra i quali Robinho, folletto brasiliano, motorino inesauribile che con il suo dinamismo continuo dà un grosso contributo alla squadra. Il suo ritorno è stato come una scossa che ha rivitalizzato una squadra apparsa spesso lenta e prevedibile, ma la cosa più sorprendente è che gli effetti benefici non hanno riguardato solo l’attacco, ma tutta la squadra, difesa compresa, perchè una delle prime regole del calcio è che la fase difensiva comincia dall’attacco e in questo senso il Milan dispone di uno degli attaccanti migliori, capace di muoversi non solo in orizzontale sulla linea offensiva, ma in verticale fra i vari reparti e ciò consente di compattare la squadra e di avere un uomo in più in fase di copertura. Non è un caso che fra le prime note di cronaca che riguardano Robinho nella partita contro il Palermo ci sia un’ammonizione per un’entrata fallosa su un avversario mentre cercava di recuperare un pallone perso, perchè Robinho è così, generoso, inesauribile, capace di saltare l’uomo con facilità, sempre pronto a correre a perdifiato e a farsi trovare in ogni zona del campo, a costo di arrivare con la vista annebbiata dalla fatica sottoporta, sbagliando spesso gol in modo sciagurato.
Allegri lo sa e lo perdona volentieri, perchè poi, in effetti, Robinho è uno che la butta dentro spesso: quattordici volte nello scorso campionato (top scorer insieme a Pato e Ibra) e già puntualmente in gol al rientro contro il Palermo, non senza, però, aver centrato per ben due volte il portiere avversario nella stessa azione, confermandosi subito croce e delizia per i tifosi rossoneri, che hanno imparato ad apprezzare il simpatico brasiliano con la faccia da personaggio dei telefilm americani (ricordate Arnold?) che porta allegria nello spogliatoio e vitalità in campo. E’ avvenuto anche nella partita di Champions contro il Bate Borisov, in cui il suo ingresso nell’ultima mezz’ora al posto di Cassano ha dato nuova vivacità ad una squadra che stava rallentando il ritmo; una bella azione personale con una spettacolare serie di finte e tiro fuori, qualche giochetto dei suoi e non è un caso che il raddoppio rossonero sia arrivato con lui in campo, perchè Robinho crea confusione e caos nella difesa avversaria con il suo moto perpetuo e i compagni ne beneficiano, simpaticamente elettrizzati dalla scossa brasiliana che li tiene belli carichi.
IL FLOP: CASSANO. In una settimana in cui vinci due partite, segni cinque gol e non ne subisci, è difficile trovare qualcuno che abbia veramente meritato di finire “dietro la lavagna”; ecco perchè qualunque mia scelta potrà essere poco condivisa e sicuramente farà discutere la decisione di nominare flop Cassano, che ha ricevuto buoni voti in entrambe le sfide e ha pure segnato un gol contro il Palermo. La motivazione è presto detta e, paradossalmente, si ricollega alle grandi doti tecniche di Fantantonio e alla sua genialità, della quale, però, il barese spesso abusa: in entrambe le partite, infatti, è capitato che Cassano buttasse via in modo banale palloni preziosi, cercando il passagio ad effetto, la giocata spettacolare o il colpo di tacco, tutti colpi meravigliosi se riescono, ma autentiche palle regalate agli avversari in modo banale se la giocata non va a buon fine. Peccati veniali se la squadra ha un ampio vantaggio e la partita è già decisa, cioè i momenti in cui certe giocate andrebbero tentate; peccati che rischiano di diventare “mortali” se il risultato è ancora in bilico, si fatica a sbloccarlo e certi palloni “buttati al vento” fanno innervosire il pubblico e, magari, anche i compagni.
In questo inizio di stagione Cassano sta giocando moltissimo, si sta sacrificando e sta anche fornendo un ottimo rendimento, dal punto di vista del gioco e dei gol, ma ha quel vizietto di cercare sempre la giocata spettacolare e di essere lezioso anche quando servirebbe più concretezza; anche per lui vale il discorso fatto per Robinho: Fantantonio è così, prendere o lasciare e se Allegri continua a puntare su di lui anche ora che c’è meno emergenza in attacco e si potrebbe fare turn-over, vuol dire che il mister ha deciso di “prendere”, dopo un estate in cui sembrava che l’ambiente rossonero volesse “lasciare” un giocatore che nella sua prima mezza stagione al Milan non sembrava aver dato il contributo che ci si aspettava. La sostituzione con Robinho dopo un’ora di partita contro il Bate Borisov non è una bocciatura, ma un semplice scampolo di riposo per chi ha tirato la carretta in questa prima fase di stagione, ma molti sugli spalti hanno esclamato “Finalmente!”, perchè non ne potevano più di giochetti sbagliati e palle perse, che quando riescono sono “lampi di genio”, ma quando non vanno a buon fine spingono la gente a pensare che il giocatore in questione sia un uomo in più per gli avversari e uno in meno per la propria squadra. Essere grandi giocatori vuol dire anche saper gestire la propria classe e non abusarne e forse l’ormai “maturo” Cassano deve capire anche questo, perchè nel calcio, come nella vita, non si smette mai di imparare!
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Il top e il flop della settimana: Scossa Robinho, Cassano lezioso