"Io, Ibra" – il libro di Ibrahimovic

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libro ibraPresentato a Milano “Io, Ibra“, il libro di Ibrahimovic e su Ibrahimovic, scritto dal fuoriclasse svedese insieme al connazionale scrittore David Lagercrantz. Il libro è un’autobiografia che, in perfetta sintonia con lo spirito dell’attuale centravanti del Milan, ha già creato moltissime polemiche a causa delle pungenti anticipazioni rivelate dal suo protagonista, sapientemente utilizzate per creare aspettative e promuovere il prodotto.
Il libro promette rivelazioni scottanti su molti discussi episodi legati alla vita dello svedese, dentro e fuori dal campo. Ad esempio l’aneddoto della famosa rissa con l’americano Onyewu, compagno di squadra al Milan, durante una partitella a Milanello il 5 novembre 2010. Ibra, che rivela «Siamo stati vicini ad ammazzarci », racconta che in quella circostanza si era rotto una costola, infortunio che la società rossonera riuscì a tenere nascosto. A Gennaio 2011, però, Onyewu finì in prestito al Twente, in Olanda. Per non parlare dell’epiteto rifilato al compagno di nazionale Ljungberg, definito «Primadonna », e poi dei molti retroscena con i suoi allenatori nel tempo, dalle feroci critiche all’ex ct della Svezia Lagerback, all’amore per Josè Mourinho, passando per il celebre del litigio con Guardiola «Sei senza palle! Ti caghi addosso davanti a Mourinho! Vaffanculo! » ai tempi del Barcellona, con i successivi escamotage studiati ad arte assieme al procuratore Raiola per convincere la dirigenza blaugrana ad abbassare il prezzo favorendo il trasferimento al Milan di Allegri, (visto che il Barça non avrebbe mai accettato il Real Madrid di Mourinho come destinazione per lo svedese).
Ma “Io, Ibra” è soprattutto una finestra aperta sulla vita di uno dei centravanti più forti del nostro tempo, e come tale rappresenta comunque una miniera di informazioni. Il libro su Ibrahimovic riporta infatti anche aneddoti più “umani” sul conto dello svedese, come ad esempio la frase «Puoi togliere il ragazzo dal ghetto, ma mai il ghetto dal ragazzo », scritta sullo striscione appeso sul tunnel che il piccolo Zlatan da piccolo percorreva con il cuore in gola per tornare a casa. Da quella scritta e da quel tunnel, da Rosengard, quartiere all’estrema periferia di Malmoe, Ibrahimovic partì per diventare il grande campione che è oggi, assieme a «Un paio di scarpette comprate per cinquantanove corone in un supermercato ». E quasi come una profezia, quello striscione gli ha lasciato dentro un continuo spirito di rivalsa su chi lo guardava male, dai genitori dei compagni che facevano raccolte firme per cacciarlo dalle squadre, agli allenatori sempre pronti a criticarlo, a chiunque altro.
Certo è che il libro di Ibrahimovic, ancor prima di uscire in tutte le librerie italiane, aveva già creato scalpore e suscitato il disappunto di molti personaggi coinvolti o meno nelle sue storie. Il giornalista sportivo Carlo Nesti, ad esempio, ritiene “Io, Ibra” un <<esempio vergognoso per migliaia di giovani>>, visto che lo stesso attaccante ammette candidamente «Guido sempre come un pazzo. Ho guidato a 325 chilometri all’ora, lasciandomi dietro la polizia. Ho fatto così tante cazzate che non oso pensarci ». I fan dello svedese, però, non potranno che essere entusiasti del libro di Ibra, perché l’autobiografia non ripercorre solo la vita del calciatore, ma riesce anche a evocare nel modo più autentico lo spirito polemico e sicuro di sé del campione svedese

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