La carriera (in discesa) di due ex rossoneri: Gila e Borriello, che fine avete fatto?

Il Vero Milanista | Testata giornalistica

MILANO.

Per carità, di campioni al Milan ne sono passati tanti, soprattutto in attacco. Giocatori che ci hanno fatto sognare in Champions ed esultare in campionato. Fenomeni che ci hanno fatto venire i brividi e che porteremo sempre con noi nel cuore.

Marco Borriello e Alberto Gilardino non fanno sicuramente parte di questa cerchia (neanche troppo ristretta) di giocatori-simbolo, ma nel grande libro dei ricordi rossonero un piccolo spazio ci sarà anche per loro. Marco Borriello, napoletano verace, insegue il sogno Milan da più o meno 10 anni, da quando fu acquistato appena 20enne dal Treviso. Qualche apparizione nelle prime due stagioni, poi tanti prestiti, Empoli, Reggina, Sampdoria, di nuovo al Treviso. Il ritorno al Milan poco fortunato, la grande annata al Genoa e di nuovo il Milan, un sogno che l’attaccante corona il primo anno di Leonardo, diventando la punta titolare del Diavolo con Pato e Ronaldinho alle spalle. L’arrivo di Ibra però coincide con la fine della storia in rossonero diMarco, che dopo una discreta annata alla Roma finisce nella Juve scudetatta di Conte. Poi, un’estate a sperare di ricevere la chiamata giusta, magari da un big, magari dal Milan, che però (giustamente) ha deciso di mettere da parte i ricordi e ripartire dai giovani. Alla fine sarà Genova la sua nuova casa, nelle speranza che possa trovare finalmente il suo equilibrio e far tornare a sognare i tifosi del grifone.

Alberto Gilardino da Biella, il sogno Milan lo ha accarezzato vincendo la Champions da fresco campione del Mondo. Per uno che ha esordito nel Piacenza e studiava per diventare il nuovo Pippo Inzaghi, finire nella squadra del suo ‘maestro’ era più di un sogno. Da uno che a Parma aveva segnato 50 reti in tre stagioni ci si aspettava il massimo, ma purtroppo il Teatro S.Siro accetta solo attori protagonisti, e difficilmente concede loro una seconda possibilità. Dopo una buona prima stagione con 17 reti in campionato, le prestazioni del Gila sono andate in calando: nell’anno della Champions sono arrivate sono 16 reti in 46 presenze, e l’anno seguente 9 in 40 partite. Troppo poche per l’esigente pubblico milanese, che l’estate 2008 saluta Gilardino che trova sistemazione a Firenze. Un affare pensano i viola, ed effettivamente Gila mantiene le promesse e segna 25 gol in 46 presenze nella prima stagione al Franchi. E poi? Poi succede come a Milano. Nella seconda di gol ne arrivano 19 in 48, e nella terza addirittura 12 in 36. La quarta è la sua ultima: a gennaio 2012 viene ceduto al Genoa, ma stavolta nessuna rinascita. Con 4 gol in 14 gare non convince Preziosi che invece si innamora di Ciro Immobile. E il Gila? Il Gila finisce in vendita, ‘scaricato’ al Bologna, l’ultima mezzora di mercato.  Vai Gila, Bologna non vede l’ora di sentir suonare quel violino che fatto impazzire Parma, Firenze e si, anche un po’ Milano.

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