La maglia del Milan va onorata! Adesso bisogna darsi una svegliata

Nata il 01/02/1984 a Milano, giornalista e anchor per Sportitalia e Sportitalia 24. Twitter: @marilena3

18.09.2012 00:00 di Marilena Albergo

Dire che Allegri è in discussione è, in questo momento, assurdo. Certo, se si volesse trovare un colpevole, il tecnico sarebbe un ottimo bersaglio. Ma il problema è un altro, ed è abbastanza evidente. La squadra non gira, i giocatori non giocano come dovrebbero e il problema è solo la testa. La preoccupazione del capitano, Massimo Ambrosini, a fine partita è la dimostrazione che la squadra ha più dubbi che certezze. Le partenze dei senatori, di uomini che erano fondamentali nello spogliatoio, e di gente del calibro di Ibra e Thiago, hanno cambiato il volto a questo Milan che è dovuto ripartire da zero. Lo sbaglio iniziale è stato però della società. Non si può raccontare ai tifosi che questa è una squadra al livello di Juventus e Napoli e che può ambire allo scudetto. Gli acquisti fatti in estate, non hanno colmato il vuoto lasciato dai partenti. Thiago (o Nesta) non si possono sostituire con Acerbi, mentre a centrocampo si sente sempre di più l’assenza di uomini di qualità come Seedorf e Van Bommel (e perchè no, anche di Andrea Pirlo). Poco da dire invece al “povero” Pazzini, abbandonato in aerea di rigore, al quale sarà arrivato al massimo un pallone. Nemmeno Boateng riesce a fare molto, e come lui tutto il resto della squadra. Domina la confusione, l’insicurezza e una formazione come il Milan si ritrova ai livelli di una modesta Atalanta, che lotta per ben altri obbiettivi. Adesso bisogna solo sperare che domani con l’Anderlecht scenda in campo un’altra squadra, che la musichetta della Champions faccia ancora effetto sui giocatori che indossando questa maglia. Magari alcuni giocatori dovrebbero anche iniziare a pensare meno all’aspetto esteriore, alle varie pettinature o ai tatuaggi, e mettersi di più al lavoro e capire che giocano nel Milan e che questa maglia va onorata giorno per giorno, partita per partita (Pippo Inzaghi insegna!). Il redivivo Ambrosini, a fine gara, aveva un’espressione smarrita, una faccia preoccupata che esprimeva i sentimenti dei suoi compagni ma anche dei tifosi rossoneri. Il popolo milanista (quel poco che c’era a San Siro) ha sostenuto la squadra fino alla fine, ma la pazienza ha un limite, questo è il Milan e le ambizioni dovrebbero essere ben altre!

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