La possibile entrata in società di Al Maktoum apre scenari importanti: dallo stadio al mercato

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MILANO.

E’ previsto per settimana prossima l’arrivo in Italia, e il conseguente incontro con Silvio Berlusconi, di Al Maktoum, amministratore del main sponsor del Milan, Fly Emirates, e da tempo interessato ad entrare in modo attivo nell’organigramma societario rossonero. Le ipotesi di cessione di una quota della società circolano nell’aria già da tempo [qualche anno fa furono i russi di Gazprom a tentare la scalata societaria]: da parte sua Berlusconi ha sempre resistito per il grande affetto che prova per la società rossonera. Ora però lo scenario economico internazionale è radicalmente cambiato, e anche il gap con le società straniere, le quali beneficiano di regimi fiscali migliori, una diversa spartizione dei diritti tv e stadi di proprietà. Sembra che quindi Silvio Berlusconi si sia deciso: a malincuore discuterà della cessione di una quota, che dovrebbe aggirarsi tra il 20 e il 30% del club di Via Turati: l’obiettivo è risolvere due dei tre problemi sopra citati, che stanno determinando una perdita di competitività a livello mondiale delle squadre italiane; vediamo come:

Lo stadio – La famiglia Berlusconi è fortemente legata al Giuseppe Meazza e non vorrebbe traslocare in una nuova casa; in questi giorni però inizia a serpeggiare con insistenza la voce dell’intenzione da parte di Moratti di costruire uno stadio per l’Inter appena fuori Milano. Se l’Inter quindi lasciasse San Siro, per il Milan si aprirebbero due strade per colmare la lacuna dell’assenza di uno stadio di proprietà: proporre al comune di Milano l’acquisto di San Siro oppure una diversa spartizione degli incassi su ogni partita; al momento infatti le società percepiscono una quota molto bassa di questi proventi, destinati in gran parte proprio al Comune. Con i soldi di Al Maktoun il progetto dell’acquisto potrebbe essere percorribile.

La diversa fiscalità – Le norme sulle imposte alle quali sono soggetti gli ingaggi dei giocatori non possono essere cambiate, almeno nel breve periodo. Avendo fondi freschi però si potrebbe aggirare il problema disponendo quindi di risorse monetarie più ingenti. Anche sul mercato ovviamente i discorsi cambierebbero: di colpo i rossoneri muterebbero l’impostazione difensivista alla quale sono costretti oggi [mirando più che altro a non perdere i propri campioni] e potrebbero passare ad assumere un ruolo decisamente più attivo, potendo trattare in modo partitario con i club proprietari dei giocatori che interessano al Diavolo.

Insomma, visto il momento dell’economia globale e le differenze con le grandi squadre estere, l’unica soluzione percorribile per colmare il divario con l’estero sembra affidarsi, come molte squadre hanno già fatto, all’entrata in scena di questi personaggi, i quali permettono alle società di disporre di fondi economici impensabili: al di là dei sentimentalismi, la realtà lo impone.

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