La rabbia, la fede e l’attesa: a Novara è febbre Milan

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22.01.2012 08:00 di Francesco Somma   articolo letto 76 volte

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Ci sono dettagli che sono tali solamente in apparenza, e che a ben vedere sono potenzialmente capaci di fare la differenza, trasformandosi da dettagli in fondamenta. Un esempio classico è il particolare che in conferenza stampa Allegri ha indicato come un pericolo da non trascurare: il terreno di gioco. Per la prima volta nel corso della stagione, i rossoneri si esibiranno su un fondo in erba sintetica. Se per i padroni di casa, che tra l’altro dispongono di campi in sintetico anche presso la magnifica club house di Novarello, tale elemento può addirittura rappresentare un’arma in più, per gli ospiti ha i connotati di una trappola. E’ per questo che lo staff tecnico di Via Turati ha chiesto ed ottenuto di effettuare la rifinitura proprio tra le mura del centralissimo impianto novarese. Ma a ben vedere, mettere un punto dopo le caratteristiche del “ground” nell’elenco degli ostacoli da evitare, sarebbe riduttivo rispetto all’importanza della partita che andrà in scena tra poche ore. A Novara il clima di festa per la commemorazione del patrono cittadino San Gaudenzio si mescola alla grandissima attesa per l’arrivo dei Campioni d’Italia: in casa e in campionato, il Novara non vince dal 26 novembre, ma ha ripreso l’anno con la voglia di invertire la disastrosa rotta. Prova ne siano i cinque rinforzi arrivati fino a questo punto alla corte di Tesser. Su tutti, Mascara e Caracciolo, per la prima volta insieme sul pavimento di casa, chiamati a vestire i panni delle punte di diamante di un organico smanioso di svoltare e tornare a correre. Del resto, la reazione palesata mercoledì sera in Coppa Italia testimonia fedelmente un’arma congenita al gruppo di Tesser: la capacità di reagire. “Aggrediremo alti e cercheremo di tenere il Milan il più possibile lontano dalla nostra porta”, ha dichiarato il tecnico di Montebelluna, che però ha da invertire un trend a dir poco deludente. L’invocazione a San Gaudenzio arriverà da un “Piola” che si annuncia stracolmo e pronto a ricevere una grande, la più grande, senza troppo badare ai fronzoli. Dall’altra parte ci siamo noi. Forti, orgogliosi, sicuri, e soprattutto feriti nell’orgoglio dalla spada più dolorosa. C’è una piaga da curare, c’è un cammino da riprendere: avanti Milan!

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