La vittoria dei piagnoni

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I piagnoni hanno vinto, ed hanno ottenuto tutto ciò che volevano. Mi riferisco naturalmente alla sorprendente sceneggiata messa su dagli juventini negli ultimi tempi, grazie alla quale sono facilmente passati da essere favoriti senza volerlo da arbitri e assistenti, ad essere favoriti punto e basta. Il pianto di Conte e Marotta dopo Parma ha infatti già avuto i suoi primi effetti positivi nella partita contro il Catania e da quel momento in poi sembra che arbitri e giudici sportivi abbiano paura di altri piagnistei.

La conferma della squalifica ad Ibrahimovic può a mio avviso essere inserita in quest’ottica di condizionamento, dato che i giudici hanno preferito confermare un’accusa già scritta piuttosto che ribaltarla dando adito a proteste e accuse di congiura inesistenti. La realtà e la giustizia sarebbero andate probabilmente da un’altra parte se Sabato si fosse giocata Milan-Siena o un’altra partita qualsiasi; invece il destino aha voluto legare strettamente la decisione alla posizione di una squadra che si ritiene danneggiata dalla condotta arbitrale degli ultimi tempi. E’ inutile dire che così non è stato, ma vallo a spiegare a persone incapaci di guardare oltre i 90 minuti e sempre pronte a tirare in ballo Calciopoli quando c’è qualcosa che non va dalla loro parte. Si sentivano vittime prima, si sentono danneggiati adesso: la musica sembra non cambiare mai, e i piagnoni vengono sempre più a galla.

Se vogliamo spostare il punto di vista sul Milan, secondo me la decisione del giudice non va a cambiare minimamente i piani di Allegri, che avrà sicuramente preparato la partita non contando sullo svedese. Le alternative ci sono e non è difficile pensare che da guaio la squalifica possa tramutarsi in vantaggio dato l’andamento delle due gare che abbiamo quest’anno disputato contro gli uomini di Conte. Ibra in quelle due gare non ha inciso e non ha nemmeno convinto, costringendo per di più il Milan al solito gioco scontato che contro squadre tatticamente ben organizzate come la Juventus ha fruttato poco o niente. Senza lo svedese i piani del Milan possono essere diversi: si può pensare di giocare in ripartenza e in velocità con l’ingresso di Pato o El Sharaawy accanto a Robinho oppure si potrebbe schierare Maxi Lopez fin dall’inizio come vera punta centrale. A mio avviso la decisione del giudice non influirà negativamente sulla prestazione del Milan e, spero, nemmeno sul risultato.

Ciò che desta maggiore preoccupazione è invece la condizione fisica di Boateng, lui si sempre più uomo chiave per il gioco di Allegri e per i movimenti dell’intera squadra. La sua assenza sarebbe molto più pesante di quella di Ibrahimovic per gli equilibri del Milan, vista anche la mancanza di sostituti all’altezza che porterebbe probabilmente il tecnico livornese ancora uno volta a schierare Emanuelson dietro le due punte: insomma una mezza promessa di suicidio. La speranza immaginaria è che una decisione compensi l’altra, portando il Milan al sacrificio di Ibrahimovic per avere Boateng a disposizione. Non resta che sperare in bene e lasciare la parola al campo, dove i piagnoni se la vedranno contro chi non fa drammi nemmeno con 13 infortunati, dove chi si lamenta al primo presunto torto subito affronterà chi di casi arbitrali non parla, anche quando bisognerebbe farlo. La palla passa al gioco reale, e stavolta a vincere non devono essere i piagnoni.

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