L’analisi del Milan a Firenze: meriti e demeriti

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FIORENTINA-MILAN, IL MIGLIORE IN CAMPO

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22.11.2011 00:00 di Tiziano Crudeli   articolo letto 44 volte

© foto di Tiziano Crudeli

Un giornale titola: “…I rossoneri vengono fermati dalla Fiorentina.” Con tutto il rispetto non sono d’accordo. A mio avviso era più giusto titolare: “ I rossoneri vengono fermati dall’arbitro e dal guardalinee!!” In effetti il Signor Mazzoleni di Bergamo e il Signor Di Fiore (!?!) hanno annullato un gol regolare a Seedorf, non concesso due rigori (fallo di mano di Behrami che impedisce a Ibra di controllare il pallone, vistosissima trattenuta di Nastasic che tira la maglia di Pato facendolo cadere in piena area). Episodi che avrebbero totalmente cambiato l’esito della partita. Detto questo ci sono altri aspetti da prendere in considerazione. Il complessivo 67,8% di possesso palla, i 592 passaggi (di cui l’85,1% utili) del Milan dimostrano inequivocabilmente la netta supremazia dei rossoneri su un campo notoriamente ostico come quello dei viola. La squadra di Delio Rossi nell’arco dell’intero match ha effettuato 1 solo tiro nello specchio e 3 fuori. I rossoneri però hanno concretizzato poco (5 tiri nello specchio e 9 fuori per un totale di 14). Se si considera unicamente lo score finale non si ha un’idea precisa della mole di gioco esercitata dal Milan. Spesso Ibra e compagni si sono specchiati nella loro bravura per cui hanno ecceduto nei ghirigori sciorinando numerosi colpi di tacco (12) più spettacolari che produttivi. Belli ma inefficaci. Tanto che al termine del primo tempo si era registrato 1 tiro in porta e 6 fuori, con un possesso palla del 73%. Certo, i due rigori negati e il gol annullato avrebbero consentito un bottino di punti e di gol più pingue o meno scarso. Recriminare sull’operato dell’arbitro e del guardalinee è giustificato ma non bisogna esagerare, anche se il Milan è stato fortemente penalizzato. I meriti di Allegri e compagni rimangono, così come i demeriti. Andiamo con ordine. Il gioco, la personalità, la tecnica raffinata e la bontà della manovra, sono indubitabili. Gli appunti e i rilievi riguardano semmai l’eccessivo manierismo, oltretutto, more solito, le azioni non sono rapidissime per cui quando le avversarie abili come la nuova Fiorentina sono grintose, compatte e attuano alle perfezione marcature asfissianti, con continui raddoppi sui portatori di palla, allora per il Milan -che non è un fulmine di guerra- tutto si complica. Non sempre è fattibile cercare la conclusione a rete dopo triangolazioni strette al limite o nelle aeree affollatissime, meglio i tiri dalla lunga e media distanza, almeno fintano che non si allargano le maglie delle retroguardie avversarie magari sfruttando maggiormente la profondità sulle corsie laterali. C’è chi sostiene che al Milan manca una punta centrale e quindi Ibra dovrebbe ritornare all’antico giostrando più nel cuore dell’area. Una tesi come un’altra. Intanto in quel ruolo il raggio d’azione di Zlatan si riduce notevolmente e quindi è più statico, non a caso nel Barcellona di Guardiola da centravanti non ha esaltato. Ibra, così facendo, offre un punto di riferimento fisso e di conseguenza le azioni del Milan sarebbero più prevedibili. Intanto pur non disputando un grandissimo match contro i viola lo svedese ha effettuato 51 passaggi utili -di cui l’82% positivi- , 4 tiri in porta e ha vinto 4 contrasti. Un rendimento più che discreto. Nel pareggio a reti bianche in quel di Firenze un’altra consolazione viene dalla prestazione di Pato. Il Paperino, nei 25 minuti di sua competenza, ha colpito un palo (in quella circostanza è stato bravo Boruc) , provocato un netto rigore poi non concesso e alcuni tiri che per un niente non sono andati a buon fine. Veloce, scattante, dribbling ( forse troppo insistiti). Insomma dopo due mesi di assenza il Paperino è riapparso in buonissime condizioni.

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