LIVE MN – Gattuso: "E’ finita una storia bellissima ma tornerò. Ecco quando e perché ho deciso di lasciare il Milan"

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– “Ho costruito una carriera sul lavoro e sul rispetto delle regole. Nelle grandi squadre è così. Se pensi d’essre un campione e che puoi fare quello che vuoi non hai capito come funziona. In 13 anni a livello calcistico è una vita e non si possono dimenticare facilmente. Per le persone come Galliani e la famiglia Berlusconi, i dipendenti di Milanello, non li puoi dimenticare. Le lacrime di oggi erano di gioia. E’ finita una storia ma c’era tantissima gioia”.

– “Non ho rabbia però quando senti dire che sei importante per il gruppo, importante per lo spogliatoio… Io faccio il calciatore, non il dirigente e dopo quello che ho costruito nella mia carriera, era un po’ riduttivo. Quando sento nelle vene che scorre ancora il sangue, vuol dire che sono ancora vivo. L’anno scorso mi sono giocato due cartucce in un colpo solo: la capocciata a Jordan che non è stata una bella cosa e andare a cantare, all’Olimpico con gli ultrà, <>. Ci sono cascato ed è per questo che vado a Coverciano a imparare a limare il mio carattere”.

– “Non ho avuto nessun peggior allenatore. Su Allegri, sento dire tante voci, però l’anno scorso quando è arrivato mi ha dato la possibilità di fare il titolare e ci siamo dati tanto. Sia io che Nesta, Ambrosini, Nesta e Seedorf gli abbiam dato una grande mano nello spogliatoio. Gestire 31 giocatori non è semplice perché è stato un anno strano con il problema mio e quello di Cassano. Tanti infortuni e voglio difendere il mister. Io spero che quello che ci hanno insegnato Costacurta e Maldini, deve essere tramandato al nuovo gruppo. Devo fare un grande in bocca al lupo ad Ambro”.

– “Il mio problema è il carattere. Se no tutti i giorni o io spacco la faccia ai giocatori o loro la spaccano a me. Non ho avvertito nessuno di questa scelta. Quelle poche volte che ho preso delle decisioni sia mia moglie che i miei genitori mi hanno convinto a restare ma a sto giro, sapevo solo io cos’ho provato in questo mese. Al derby mi son sentito un ex giocatore e la sera del derby sono tornato a casa ed ho deciso senza parlare con nessuno. Se voglio continuare a fare il calciatore, devo andare via da qui. Ma se non mi sentirò in condizione, rimetterò il contratto in mano a chi me lo farà firmare. Oggi ho parlato con delle persone che stanno entrando nei Glasgow Rangers. Il mio sogno è quello ma poi vediamo. A me non interessano i soldi e se arrivo a 35 anni a cercare soldi, vuol dire che ho sbagliato tutto. Voglio un qualcosa che mi emozioni e mi faccia sentire vivo”.

– “Il mio sogno, oggi, è quello di scrivere ancora qualcosa d’importante da calciatore. Ho la presunzione di dire che a livello calcistico ho ancora fame. Seguo la Lega Pro, la serie B e la serie A costantemente. Quando ero giovane e giocavo con il Perugia avevo il timore di allenarmi con i grandi. Oggi i giovani non hanno più certi valori con contratti molto importanti e questo mi dispiace. Mi dispiace molto perché sembra una frase fatta, retorica ma la verità è che parecchi giocatori vengono da famiglie umili ma davanti ai soldi si dimenticano da dove vengono”.

– “Quella del corso è una bella cosa che ci hanno dato a noi campioni del Mondo del 2006. Io però voglio rimettermi di nuovo in gioco e so quello che posso dare ancora. Quando mi alzo la mattina ho ancora voglia di allenarmi. Quando non ce l’hai è finita. Galliani mi ha chiamato ieri sera e mi ha detto di ripensarci e che il Milan è casa mia. Io so che il Milan è casa mia però bisogna fare delle scelte nella vita e per me è stato un arrivederci”.

– “Domani inizio una nuova avventura, quella del patentino a Coverciano. Credo che fare l’allenatore sia più difficile che fare il calciatore. Sono entusiasta di questa nuova avventura”.

Sulla scelta affrettata: “Non è una scelta affrettata. Avevo un contratto con tantissimi soldi che mio padre ci avrebbe messo due vite per guadagnarli e che ho rifiutato. Penso che posso fare ancora tanto per il calcio ed è per questo che non ho accettato il prolungamento o fare il dirigente. Quando l’anno scorso ho detto che mi sentivo un gagliardetto, chi ha da capire, capisce. Ho voglia d’allenarmi e amo molto questo lavoro e mi sento molto fortunato a fare quello che non è un lavoro e mi hanno pagato profumatamente per farlo”.

Sulla commozione: “Ho già dato oggi. Come ho già detto in questi due giorni e la gente ne ha anche le scatole piene di sentirmi. Per me è stato un sogno. Per 13 anni ho giocato con la maglia della mia squadra del cuore. Penso che è arrivato il momento di mettermi da parte e questa società mi ha dato più di quello che ho dato io. Quando nello schermo dei video giochi esce GAME OVER, io penso che la mia carriera con il Milan era finita”.

Il giorno dell’addio, almeno al campo, da parte dei senatori del Milan ha visto in Rino Gattuso uno dei più acclamati dal pubblico rossonero. Il centrocampista calabrese, dopo le parole in zona mista e al microfono dello stadio, interverrà su Sportitalia tra poco. Segui il live di MilanNews.it.

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