L’orchestra Milan "suona" il Cesena e strappa applausi

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Con un’ottima prova collettiva, soprattutto nel primo tempo e con due nuovi goleador che vanno ad aggiungersi ad una già nutrita lista, i rossoneri passano agevolmente a Cesena e si riportano in testa alla classifica.

Il Milan è in salute, nonostante i molti infortuni e la conferma è venuta dalla partita di Cesena, vinta in scioltezza e dando spettacolo con una formazione rimaneggiata e senza tanti campioni, ma che proprio per questo ha mostrato la forza del gruppo e la bontà della rosa, visto che si sono messi in luce nuovi giocatori come Muntari (alla prima partita e al primo gol in rossonero) e “gregari” come Emanuelson (anche lui al primo gol in rossonero e protagonista di una splendida prova che fa il bis con quella di coppa); insomma il Milan attuale è un’orchestra in cui tutti conoscono a memoria lo spartito e sanno interpretare al meglio la propria parte e per questo gli avversari finiscono “suonati” e severamente battuti: è successo all’Arsenal mercoledì, è successo anche al Cesena, ultima in classifica ma non per questo avversario facile, perchè in Italia non ci sono partite scontate. Allegri aveva catechizzato i suoi sull’importanza della partita, soprattutto alla vigilia di Milan-Juventus e temeva, come un po’ tutti del resto, un calo di tensione o un approccio sbagliato alla partita, ma evidentemente ha saputo motivare al meglio i suoi ragazzi e toccare le corde giuste, perchè il Milan è scattato dai blocchi come un centometrista, ha travolto il Cesena fin dai primi minuti, ha disputato un primo tempo sontuoso e ha vinto nettamente, chiudendo la partita dopo solo mezz’ora e gestendo sufficientemente bene la ripresa, anche se nel finale ha rallentato un po’ troppo, ma quest’ultima considerazione assomiglia tanto al tentativo di cercare il classico pelo nell’uovo di una prestazione molto positiva da parte di tutti, con i tre goleador di giornata in cima alla lista e non solo per le reti realizzate.

Allegri conferma la formazione ipotizzata alla vigilia, anche perchè gli infortuni dell’ultim’ora gli hanno tolto gran parte della possibilità di scelta: a sinistra in difesa c’è Mesbah, accanto a Thiago Silva c’è Bonera, Ambrosini fa rifiatare Van Bommel, il “jolly” Emanuelson torna trequartista, esordisce Muntari sulla sinistra a centrocampo, Maxi Lopez gioca la prima da titolare e al suo fianco c’è Robinho, rivitalizzato e galvanizzato dalla doppietta in Champions League, mentre per El Shaarawy c’è solo panchina. Cesena è una delle tante tappe fondamentali del campionato, perchè al Manuzzi la scorsa stagione il Milan ha perso e non bisogna replicare la disavventura, perchè è l’ultima partita prima di Milan-Juventus e bisogna rispondere alla vittoria dei rivali nell’anticipo contro il Catania, perchè bisogna tornare in testa, seppur temporaneamente e virtualmente e perchè bisogna dare continuità alle vittorie, dopo la rimonta di Udine e il trionfo contro l’Arsenal, per arrivare alla sfida scudetto di sabato prossimo con grande entusiasmo, carica e consapevolezza della propria forza e di una condizione finalmente ritrovata e che i rossoneri devono testare contro un Cesena che, non solo non è stato impegnato in settimana al contrario del Milan, ma anche nello scorso turno di campionato ha giocato addirittura al giovedì a Roma contro la Lazio, quindi ha avuto praticamente dieci giorni a disposizione per preparare al meglio la sfida.

Il Milan parte sparato, domina fin dai primi minuti, mantiene costantemente il possesso palla, chiude il Cesena nella sua metà campo e lo percuote in continuazione, creando addirittura tre nitide palle gol nei primi dieci minuti, con Muntari, Emanuelson e Ambrosini; l’ex Antonioli è bravo a tenere in partita i suoi con grandi parate, ma si ha l’impressione che il gol sia solo questione di tempo. Impressionante la facilità e la naturalezza con cui Muntari partecipa al gioco e si inserisce negli schemi e negli automatismi, al punto che sembra al Milan da una vita e non solo da pochi giorni e ciò dà realmente l’idea di quanto la squadra sia un’orchestra e la manovra una sinfonia che incanta, perchè il possesso palla è produttivo e non fine a se stesso, il pallone gira velocemente e non lentamente come qualche settimana fa, il ritmo è alto e il pressing asfissiante al punto che permette spesso di recuperare palla già sulla trequarti, se non addirittura al limite dell’area avversaria e ciò consente di schiacciare il Cesena e metterlo in difficoltà. A furia di tempestare Antonioli con frequenti tiri verso la porta, il portiere va in confusione e respinge maldestramente sui piedi di Muntari una violenta punizione di Thiago Silva; il ghanese non si fa pregare e deposita in rete da pochi passi un gol che fa esultare doppiamente il popolo rossonero, in quanto realizzato dopo solo mezz’ora giocata in maglia rossonera dall’ennesimo scarto dell’Inter che al Milan si trasforma e dà il meglio di sè. Per questo in curva si saltella al ritmo di “chi non salta è un nerazzurro”, ma gli sfottò nei confronti dei cugini vengono interrotti dal secondo boato che arriva quasi subito per il raddoppio realizzato da Emanuelson con un violento rasoterra di sinistro che va a colpire il palo e rimbalza in rete; un gol splendido e meritato dall’olandese che negli ultimi tempi è cresciuto moltissimo e si è reso utile in molti ruoli. Il Milan, nonostante il doppio rassicurante vantaggio, continua ad imperversare fino alla fine del tempo e quando l’arbitro manda le squadre negli spogliatoi, il Cesena, che ha avuto solo un’occasione con un colpo di testa di Iaquinta, sembra rintronato e scosso come chi è appena uscito da una lavatrice in centrifuga. Da sottolineare la qualità del gioco rossonero e, soprattutto, le ottime trame palla a terra sul terreno sintetico; era già accaduto a Novara e ciò dimostra che un terreno di questo tipo avvantaggia le squadre molto tecniche, in quanto regolare e senza insidie e sarebbe il caso di farci un pensierino anche per San Siro, che ha sempre un prato in condizione pietose e che penalizza il gioco tecnico e rasoterra.

Dagli spogliatoi esce un Cesena più motivato che vuole riscattarsi e un Milan un po’ sazio che vuole controllare la situazione e non sprecare molte energie, visto che all’orizzonte c’è la partitissima contro la Juventus; la difesa rossonera si distrae e viene graziata da Mutu, che sbaglia in modo incredibile un gol di testa che sembrava già fatto; Allegri si arrabbia, teme che ciò che non è avvenuto nel primo tempo (approccio sbagliato) possa avvenire nella ripresa e cerca di dare la scossa inserendo Van Bommel al posto dello stanco e acciaccato Ambrosini (zoppicava già nel primo tempo). Evidentemente le urla dell’allenatore svegliano la squadra che si rimette a giocare, trova grandi spazi nella difesa avversaria e la punisce con una verticalizzazione di Abate che smarca Robinho al limite dell’area e il brasiliano dimostra di essere in un momento magico, entra in area e fulmina Antonioli, facendo dimenticare gli sciagurati errori del recente passato e andando ad esultare verso la panchina in cerca di Zambrotta che compie gli anni proprio oggi, a conferma che Binho è un uomo squadra anche per la capacità di far gruppo e per la sua simpatia. Partita chiusa e il Milan rallenta nuovamente concendendo campo al Cesena che ne approfitta, ha il merito di non mollare e trova il premio del gol della bandiera, realizzato da Pudil che sorprende Abbiati con un tiro dalla distanza che coglie impreparato il portiere rossonero. Incredibilmente il Cesena ci crede e prova a riaprire la partita, sfruttando anche le energie e la freschezza dei nuovi entrati; Allegri manda in campo El Shaarawy al posto di Robinho (stanchissimo perchè, come sempre, ha corso molto) e il Faraone ha subito l’occasione per segnare, ma se la divora sparando su Antonioli in uscita. Diventa protagonista anche Abbiati, che devia in angolo una bella girata al volo di Iaquinta che poteva segnare il secondo gol per il Cesena, costringendo il Milan ad un inaspettato finale di sofferenza. Invece gli ultimi minuti scorrono via in scioltezza e Allegri nel recupero manda in campo anche Inzaghi per consentirgli di aggiungere un’altra presenza alla sua lunga serie, ma ovviamente SuperPippo non ha l’occasione per mettersi in mostra ed è ancora El Shaarawy a tentare l’ultimo guizzo nei secondi finali di partita per dimostrare ad Allegri di essere pimpante e sempre pronto in qualsiasi momento.

Il Milan vince per l’ottava volta in trasferta (seconda consecutiva dopo il successo di Udine) e lancia la sfida alla Juventus; arriverà alla partita di sabato da capoclassifica, perchè i bianconeri recupereranno più avanti la partita di Bologna rinviata per maltempo e questo può essere un piccolo vantaggio psicologico se si riuscirà a non pensare che la classifica è incompleta. Ma ciò che più dà fiducia è che ora i rossoneri sembrano davvero brillanti e in perfetta forma, a conferma che la preparazione a Dubai sta dando i frutti sperati proprio nei tempi previsti e le gambe imballate e il gioco lento e poco produttivo delle scorse settimane sembrano solo un brutto ricordo; la squadra corre, gioca in velocità, crea molte occasioni da gol e tutti i giocatori sembrano perfettamente inseriti nei meccanismi del gioco, anche chi, come Muntari, è appena arrivato. Il Milan ha bissato l’ottima prova contro l’Arsenal e ha vinto in scioltezza, dando l’impressione di non soffrire troppo le tante e importanti assenze; la formazione che ha dominato il primo tempo di Cesena non sembrava certo in estrema emergenza, visto che ha dato spettacolo ed è sembrata un’orchestra affiatata nonostante mancassero molti “primi violini”, anche perchè ha dimostrato di essere una vera cooperativa del gol raggiungendo quota diciassette marcatori diversi in stagione con due ulteriori “new entry”; il popolo rossonero ha gradito il “concerto”, ma ora si aspetta un grandioso bis nell’occasione più importante, ovvero la sfida contro la Juve.

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