Mesbah e Maxi: segnali di rimonta. Ma Vucinic infrange il sogno rossonero

Milan news

21.03.2012 00:00 di Giulia Polloli  

© foto di Giulia Polloli

Emozioni a non finire nella semifinale di Coppa Italia tra Juventus e Milan. Nel bene e nel male.
Iniziamo dall’analisi del primo tempo della gara, quando il Milan che dovrebbe fare la partita senza però subire gol mette in scena l’esatto contrario. E’Del Piero, chiamato da Conte a rendersi protagonista di questa sua ultima grande sfida con il diavolo, a portare in vantaggio i bianconeri. Il Milan sembra far fatica ad impostare il proprio gioco, la Juventus è ben posizionata sul suo campo, pressa in modo energico i rossoneri che sono costretti a giocare in orizzontale, rallentando di molto i servizi alle punte. Infatti a tratti Ibrahimovic arretra anche oltre la linea dei centrocampisti, per cercare palle giocabili da  sfruttare in fase offensiva: l’azione più bella dello svedese arriva dopo una ventina di minuti quando, per evitare il forcing di Pirlo si produce in un diagonale che Storari è bravo ad intercettare. Mancano le giocate di Emanuelson dietro le punte, artefice di una prova impalpabile rispetto alla prestazione sfavillante di Parma. Anche El Shaarawy sembra abbandonato a se stesso là davanti, anche se in qualche occasione mette in mostra la sua velocità di esecuzione, il suo guizzo con la palla tra i piedi, che però inevitabilmente si esaurisce in concretezza a ridosso della linea dell’area di rigore.
Nella ripresa si vede un altro Milan. Maxi Lopez, subentrato a Ibrahimovic ricompone il tandem d’attacco del recupero di Udine, crocevia positivo della recente stagione rossonera. E proprio Maxi si inventa un gol da manuale, facendo fuori Chiellini all’81’ della gara, in uno Juventus Stadium che aveva appena tributato la standing ovation a Del Piero, eroe di giornata e di una vita, che ha aperto le marcature e che saluta così l’ultimo Juventus – Milan della sua carriera in bianconero.
Ma è anche la serata di Mesbah, croce e delizia. Un primo tempo da dimenticare,  ma una ripresa da encomio, soprattutto per la rete che riapre la partita dei rossoneri, ottenuta con un colpo di testa in scivolata, disarmante, che lascia Pepe senza difese.
Ma la partita di Coppa è anche l’occasione per il ritorno sul campo di Seedorf, con la fascia da capitano, dopo lo stop per infortunio e di Pippo Inzaghi, che però negli ultimi minuti della ripresa si accascia al suolo, prima dei tempi supplementari. Problemi gastrici, da quel che si evince dal labiale rubato dalle telecamere, ma Pippo non abbandona il campo e anzi si agita in area alla ricerca del pallone vincente.
La fortuna non sorride all’eterno predatore dell’area rossonera ma invece decide di accontentare le continue e ripetute incursioni sulla sinistra di Vucinic, vera spina nel fianco della difesa rossonera e soprattutto di Antonini, che nel primo tempo supplementare mette palla alle spalle di Amelia. Gol che vale la finale di Tim Cup, ma soprattutto che incrementa la striscia di risultati utili della Juventus in stagione.
Il Milan esce con il fiato corto, ma a testa alta dal palazzo bianconero. Gli uomini di Allegri, chi prima, chi con ritardo, si sono resi protagonisti di una gara giocata con grande intensità e soprattutto mettendo sempre il cuore oltre l’ostacolo. Non è bastato, lo dice il risultato, ma gli eventi non consentono al Milan di abbassare l’attenzione. Già sabato infatti, a S.Siro in anticipo, arriva la Roma, bisognosa di punti preziosi in campionato. E dopo soli quattro giorni sarà la volta della sfida di Champions contro il Barcellona. Allegri dovrà valutare le condizioni di Maxi Lopez, che ha accusato un fastidio al polpaccio e il grado di resistenza di Thiago Silva, messo a dura prova nella gara di Torino. Ma già sabato potrebbero ritornare in campo Boateng e Nesta, linfa vitale e pura esperienza al servizio di Allegri.
Un passo alla volta, un obiettivo alla volta: accantonata la Tim Cup con onore, bisogna tornare sul campo a testa alta per ribadire, in campionato, il vero valore del Diavolo.

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