Milan fermato dal palo (e non solo…)

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A Firenze i rossoneri, belli ma leziosi, non vanno oltre lo 0-0 perchè Pato colpisce un palo, un gol regolare viene annullato e un paio di rigori non vengono assegnati.

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Questa volta la tabella di Allegri non ha funzionato; dopo i quindici punti in cinque partite chiesti ed ottenuti fra la sosta di ottobre e quella di novembre, il mister rossonero ci aveva riprovato chiedendo ai suoi ragazzi diciotto punti in sei partite prima di Natale, ma due di questi punti sono già stati gettati al vento alla prima occasione a Firenze, in una partita che il Milan avrebbe dovuto e potuto vincere e che, invece, ha pareggiato per almeno tre motivi: la sfortuna, sotto forma di palo che ha impedito al rientrante Pato di confermarsi autentica bestia nera della Fiorentina; l’eccessiva leziosità di una squadra che ha giocato bene ma non ha avuto la necessaria spietatezza e il cinismo che consente di vincere le partite senza complicarsi troppo la vita; le sviste della terna arbitrale, che ha visto ciò che non c’era (il fuorigioco di Seedorf in occasione del gol ingiustamente annullato) e non visto ciò che c’era (il fallo di mano di Behrami nel primo tempo e la maglia tirata da Nastasic a Pato in piena area nel recupero della ripresa). Così il Milan interrompe la serie di vittorie per colpe sue ma non solo e deve rinunciare a passare almeno qualche ora in vetta alla classifica; insomma questa volta la sosta non ha avuto effetti taumaturgici e benefici, anzi la macchina da gol dalla pazzesca potenza di fuoco (definizione di Galliani) che aveva segnato ben diciotto gol in cinque partite si è improvvisamente inceppata, anche perchè molti giocatori rossoneri, soprattutto quelli dai “piedi buoni”, come Ibrahimovic, Robinho e Seedorf, hanno preferito colpi di tacco, colpi dello scorpione e magie varie a potenti ed efficaci tiri in porta e una squadra molto concreta e prolifica si è trasformata in un novello e vanitoso Narciso, impegnato esclusivamente a specchiarsi e a rimirare la propria bellezza. Certo un gol legittimo e sacrosanto segnato dopo meno di venti minuti avrebbe sicuramente cambiato la partita e sarebbe servito da apriscatole nei confronti di una Fiorentina ordinata e chiusa, così come un rigore assegnato in pieno recupero della ripresa avrebbe quasi sicuramente permesso ai rossoneri di vincere una partita a tratti dominata, ma onestà vuole che si valutino gli errori non solo degli altri ma anche propri, perchè un Milan più concreto avrebbe potuto comunque battere una Fiorentina rimaneggiata, ma ben disposta in campo da Delio Rossi, che ancora una volta si è confermato tecnico ostico per il Milan.

Allegri conferma la formazione ipotizzata alla vigilia, con Antonini terzino sinistro, un trio di centrocampo tutto italiano (Ambrosini, Aquilani e Nocerino) e Seedorf alle spalle della coppia di attacco Robinho-Ibrahimovic; in panchina ci sono i due olandesi Van Bommel ed Emanuelson, ma anche il rientrante Pato e Inzaghi, tutta gente che può essere utile a partita in corso, perchè per l’allenatore rossonero chi parte dalla panchina è spesso più importante di chi scende in campo dall’inizio, perchè può “spaccare la partita” e deciderla, come successo a Boateng a Lecce. C’è una buona cornice di pubblico al Franchi e anche il settore ospiti è pieno di tifosi rossoneri che vogliono trascinare la squadra al sesto successo consecutivo in campionato (evento che manca dal 2005); soliti cori di sfottò fra due tifoserie non certo “amiche” e soliti cori della Sud contro Gilardino, ex rossonero non certo rimpianto.

La partita propone un copione scontato: rossoneri che mantengono il possesso palla, Fiorentina aggressiva in pressing; buon Milan con difesa alta e ottimo giro palla in velocità, ma partita molto tattica e con poche occasioni nei primi minuti, perchè la Fiorentina si chiude bene e i rossoneri faticano a trovare spazi. La partita potrebbe avere una svolta dopo diciannove minuti, ma il tap-in vincente di Seedorf al termine di una spettacolare azione in velocità viene vanificato da una bandierina ingiustamente alzata dal guardalinee, così come in precedenza un clamoroso fallo di mano in area di Behrami era stato ignorato. Comunque il Milan non si perde d’animo, non si fa innervosire dai torti arbitrali e continua a giocare bene, rischiando pochissimo in difesa (il primo tiro della Fiorentina, nemmeno troppo pericoloso, arriverà solo dopo quaranta minuti…); semmai stupisce la lunga serie di colpi di tacco e giocate di fino che impreziosiscono le azioni rossonere ma sembrano fuori luogo in una partita ancora da sbloccare (di solito certe giocate si effettuano a risultato deciso e ipotecato) e in cui servirebbe più concretezza e “cattiveria” sotto porta. Ibrahimovic gioca al largo dell’area di rigore e sembra divertirsi a fare il regista e ispiratore di ogni azione pericolosa, ma così il Milan perde in forza d’urto in area e fatica a centrare la porta: ci prova Aquilani di testa, ci prova Robinho con un’incursione in area e con una conclusione dalla distanza, ma è chiaro che la squadra produce meno occasioni di quelle che ci si aspetterebbe da chi gioca così bene e riesce a girare la palla in velocità, anche se la sensazione è che prima o poi il gol dovrebbe arrivare e ciò lascia tranquilli e sereni i tifosi rossoneri.

Anche la ripresa inizia con lo stesso copione e la rasoiata di Nocerino che esce a fil di palo sembra un altro segnale positivo di gol imminente che è sul punto di arrivare; invece i minuti passano e non succede alcunchè di decisivo, anzi il Milan comincia a calare fisicamente (perchè è noto che a far gioco e ad attaccare ci si stanca più che a difendersi ad oltranza) e la Fiorentina prende coraggio ed esce dal guscio. Servirebbe qualche cambio per dare la scossa ad una squadra che ha rallentato il ritmo e diminuito la pericolosità e, forse, Allegri attende un po’ troppo ad effettuarli, ma finalmente dopo metà tempo si decide a mandare in campo Pato (che al Franchi ha sempre segnato) al posto di un Robinho ormai impalpabile, per poi sostituire Seedorf (anche lui visibilmente calato dopo un buon primo tempo) con Emanuelson. Le mosse sembrano produrre l’effetto sperato, ma il tiro del Papero va ad infrangersi sul palo dopo una lieve ma decisiva deviazione di Boruc e la conclusione a colpo sicuro dal limite dell’area piccola di Emanuelson viene respinta miracolosamente e d’istinto dal portiere viola e l’urlo del gol rimane strozzato in gola al popolo rossonero. Ovviamente partite come questa in cui hai dominato ma non segnato, rischi anche di perderle, perchè il calcio non ha logica e prescinde da numeri e statistiche, quindi non basta essere superiori nel possesso palla, nel gioco e nei tiri in porta per vincere automaticamente e il tiro di Pasqual che sfiora il palo della porta di Abbiati ce lo ricorda. Addirittura nel finale c’è più Fiorentina che Milan e magari Delio Rossi pregusta un altro scherzetto ai rossoneri, ma la vera beffa la confeziona ancora l’arbitro, che chiude la sua disastrosa serata non vedendo una macroscopica e ingenua trattenuta di Nastasic ai danni di Pato in piena area.

Lo 0-0 è risultato ingiusto che lascia l’amaro in bocca e molti rimpianti nell’ambiente rossonero: due punti gettati al vento per colpe altrui ma anche proprie, perchè al di là degli episodi sfortunati o ingiusti certe partite bisogna vincerle e per farlo ci vuole concretezza e spietatezza, quella che il Milan aveva dimostrato prima della sosta con le cinque vittorie consecutive e che sembra aver improvvisamente smarrito a Firenze. Probabilmente Ibrahimovic sta tentando di guarire il “mal di pancia” divertendosi in campo a colpi di magie, invece di sgomitare in area come in passato, ma viene da chiedersi perchè non tiri mai in porta, anche perchè dovrebbe essere lui il punto di riferimento là davanti e, invece, ci si affida agli inserimenti dei centrocampisti che a volte non hanno il fiuto del gol tipico degli attaccanti di razza e, così, segnare diventa più complicato. Speriamo si sia trattato solo di un episodio, da parte di una squadra che magari durante la sosta ha tirato un po’ il fiato e ha perso quello straordinario ritmo che gli ha permesso di segnare a valanga e ottenere vittorie in serie; peccato perchè si poteva passare almeno una notte in testa alla classifica, tanto per riprendere l’abitudine e, invece, l’appuntamento con la vetta è rinviato, ma la prestazione positiva deve dare fiducia e far pensare che questo Milan è davvero sulla buona strada, a patto di essere meno vanitoso e lezioso ma più concreto e di trovare sulla sua strada più fortuna e direttori di gara più attenti e precisi. Adesso si può pensare al Barcellona e ad una sfida stellare contro i migliori del mondo, ma arrivare a questa partita con un bel successo a Firenze avrebbe dato più carica ed entusiasmo a tutto l’ambiente, mentre questo improvviso digiuno di gol dopo tante abbuffate crea un po’ di malumore in chi avrebbe voluto continuare il più al lungo possibile l’esaltante serie di vittorie, interrotta sul più bello.  

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