17 Nov 2012 20:45 | ||||||
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MILAN-FIORENTINA, IL MIGLIORE IN CAMPO
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I rossoneri affrontano il Napoli in una sfida difficilissima, se non addirittura improponibile, visto l’attuale valore delle due squadre, ma ora è davvero giunto il momento di dimostrare di meritare la gloriosa maglia rossonera.
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
La sconfitta contro la Fiorentina ha fatto ripiombare il Milan nel buio tunnel della crisi, dal quale speravamo fosse uscito con i quattro risultati utili consecutivi; ora all’orizzonte ci sono partite molto complicate e delicate in campionato (Napoli e Juventus) e decisive in Champions (Anderlecht), quindi il popolo rossonero trema al pensiero di vederle giocare dalla squadra smarrita e senza personalità vista contro la Fiorentina, soprattutto nel primo tempo. Facile prevedere due sonore sconfitte in campionato contro rivali che in questo momento sembrano improponibili per una squadra come il Milan, ma la speranza è l’ultima a morire e, proprio per questo, bisogna continuare a credere che prima o poi questi giocatori tirino fuori gli attributi e tutto l’orgoglio che chi indossa la maglia del Milan deve necessariamente avere. La società ha le sue colpe perchè ha smantellato pezzo per pezzo una squadra competitiva e il poker di reti di Ibra con la nazionale svedese ha girato il coltello nella ferita aperta nei cuori rossoneri; l’allenatore ha le sue responsabilità perchè non ha le idee chiare, continua a cambiare moduli e formazioni, non ha dato un gioco alla squadra e, a quanto pare, non riesce a motivare a sufficienza i giocatori; questi ultimi, però, sono responsabili come se non di più delle altre componenti, perchè in campo si vedono errori inconcepibili per giocatori di serie A (e in alcuni casi anche nazionali), troppa gente sembra smarrita, demotivata, poco convinta e ciò è letale per una squadra che, non avendo più eccelse qualità tecniche, dovrebbe puntare proprio sulla feroce determinazione, sull’orgoglio, sulla voglia di smentire chi da quest’estate considera questa rosa insufficiente, scarsa e inadeguata. Ora tutto il “mondo Milan” sta cercando di fare quadrato attorno alla squadra: si è rivisto a Milanello dopo tantissimo tempo (più di un anno) anche Silvio Berlusconi, con l’intento di motivare i giocatori e metterli davanti alle proprie responsabilità: vero o falso che sia, il presidente ha fatto capire che crede in Allegri e che quest ultimo è e rimarrà l’allenatore del Milan, quindi chi eventualmente volesse giocargli contro smetta ancor prima di iniziare e tutti comincino a remare davvero nella stessa direzione, per uscire al più presto da questo momento delicato e ormai troppo prolungato; un discorso simile a quello che il presidente fece nel gennaio del 1989 ad una squadra campione d’Italia in carica ma attardata in classifica, sconfitta a Cesena e che sembrava non credere più nell’allenatore Arrigo Sacchi; invece i rossoneri, a maggio di quello stesso anno, vinsero la Coppa dei Campioni e proseguirono il ciclo vincente che li avrebbe portati a dicembre in cima al mondo, come pronosticato dallo stesso Berlusconi pochi anni prima, quando rilevò una società sull’orlo del fallimento. Difficile capire quale effetto avranno le parole del presidente sul gruppo, anche perchè ora Berlusconi è molto più lontano dal Milan rispetto al periodo che ho appena ricordato; l’unica certezza è che le partite che attendono il Milan lasciano solo due possibilità: affondare definitivamente o finalmente svoltare e ottenere risultati positivi (e sorprendenti visti gli avversari) che riportino il Milan in posizioni più consone al suo blasone e al suo valore, perchè io continuo a ritenere che questa rosa non sia così scarsa come i risultati lasciano intendere. Vincere contro Napoli e Juventus sembra impossibile per questo Milan appena battuto, se non addirittura umiliato a domicilio dalla Fiorentina, ma se davvero tutti i giocatori che scenderanno in campo daranno il 100% di loro stessi, potrebbe succedere qualcosa di miracoloso, altrimenti prepariamoci ad essere in una posizione deprimente di classifica a fine novembre, senza alcun obiettivo raggiungibile se non quello della salvezza (e questa sarebbe la peggiore umiliazione). Ovviamente, anche e soprattutto in un momento così difficile e delicato, bisogna sforzarsi di pensare ad un avversario per volta, cioè al Napoli, anche se con una classifica del genere, è fin troppo ovvio che la Champions League (nel senso di qualificazione agli ottavi, non certo di vittoria finale…) diventi l’obiettivo più importante, anche perchè in ballo ci sono una ventina di milioni che potrebbero essere molto utili per eventuali rinforzi nel mercato invernale, nemmeno troppo velatamente promessi dalla società, che finalmente ha sistemato il bilancio e non deve più utilizzare eventuali entrate per coprire il passivo. Il Milan, però, non può pensare a mercoledì prossimo e alla delicata trasferta in Belgio, deve assolutamente provare a mettere in difficoltà la terza forza del campionato per uscire con un risultato positivo dal San Paolo, stadio che evoca dolci ricordi di un lontano passato, ma anche la netta sconfitta della scorsa stagione. Allegri ha problemi in difesa, a causa dei tanti infortuni e della trasferta oltreoceano dei due colombiani Yepes e Zapata; scelte obbligate, quindi, mentre c’è più abbondanza a centrocampo e in attacco, ma anche in questi due reparti le scelte sembrano più o meno fatte, perchè mai come in questo momento c’è bisogno di affidarsi a chi sta rendendo meglio, cioè ai vari El Shaarawy, Bojan, Montolivo, Emanuelson; diverso il discorso su Pato: la brutta prestazione e ancor più il rigore sbagliato nella partita contro la Fiorentina, lo hanno ulteriormente depresso e la sua situazione non è facile; per recuperarlo servirebbe dargli fiducia e farlo sentire importante, ma in questo momento il Milan non se lo può permettere, perchè il Papero è il lontano parente del giocatore ammirato prima della lunga serie di infortuni, è bloccato mentalmente, si vede chiaramente che ha paura di farsi male di nuovo e ciò lo limita nel suo gioco, che una volta era fatto di accelerazioni brucianti e scatti improvvisi che fulminavano i difensori avversari. Allegri ha tanti problemi da risolvere e questo è uno dei più delicati, ma si spera che anche in questo caso l’appoggio incondizionato della società serva a motivarlo ulteriormente per risolvere tutti i casi più delicati e portare finalmente il Milan dove il Milan merita di stare. In altri momenti avrei dichiarato, con grande orgoglio e fiducia, che le partite che attendono il Milan erano sfide affascinanti e che ci preparavamo a vivere “notti da Milan”; ora, invece, c’è solo tanta paura di fare altre brutte figure, vivere altri incubi e ritrovarci in posizioni imbarazzanti di classifica; tocca ai giocatori farci ricredere, farci tornare ad essere fiduciosi e orgogliosi di questo Milan, con grandi prestazioni ancor prima che con le vittorie, perchè le sconfitte ci possono stare, ma bisogna avere la consapevolezza che i giocatori hanno dato tutto, ma davvero tutto, in campo, per onorare la maglia che indossano, quindi…fuori l’orgoglio ragazzi e vediamo di tornare a fare il Milan proprio nel momento più difficile, quando tutti ci danno per spacciati e vittime sacrificali di avversari teoricamente più forti e lontani anni luce in classifica.
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