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MILAN-JUVENTUS 1-1 – Era importante scendere in campo con cattiveria, era importante prendere in mano le redini del gioco fin dal primo minuto, era importante far sentire, a una Juventus ringalluzzita, di essere a San Siro, in casa rossonera, in quel Tempio dove tutto è possibile e dove i ragazzi si esaltano anche quando sanno di non essere al massimo della condizione possibile. La squadre di Conte è arrivata a San Siro convinta di fare una grande partita, questa sicurezza, però, non è nata esclusivamente da convinzioni tecniche, anzi, è scaturita da un dato di fatto: il Milan non ha Ibrahimovic, non può giocare Boateng, Seedorf e Maxi Lopez sono infortunati, Pato è quasi indisposto, non si è seduto in panchina nemmeno Nesta (non vado avanti con l’elenco) e questo è sufficiente per farli scendere in campo già sicuri di vincere. Un atteggiamento deleterio, l’accorgersi di essere in difficoltà contro un Milan mutilato dagli infortuni, rende la Juventus ancora più aggressiva, concitati dalla paura di perdere: una brutta bestia. I ragazzi attaccano fin dall’inizio, la voglia di imporsi gli fa commettere qualche errore di troppo, palloni persi a centrocampo per passaggi sbagliati di Van Bommel, qualche liscio da parte di Emanuelson ma buone intuizioni di prima di Nocerino, Antonini e Abate, il migliore in campo in questo inizio di partita è senza dubbio Muntari: ottimo nei palloni recuperati, nelle chiusure e nella spinta dei compagni in verticale. La new entry rossonera non lascia spazio alla Juventus, cerca di chiudere gli spazi e viene ben assistito dai compagni. Al 15’ la partita si sblocca grazie al tiro potente e preciso di Nocerino, l’intuizione geniale di Galliani, che continua a stupire. Gli animi sono caldi, surriscaldati dal big match, si percepisce tensione tra gli ottantamila presenti a San Siro, i tifosi juventini sostengono la propria squadra sempre sovrastati dalle grida dei rossoneri e, come in tutte le grandi partite, non sarebbe potuta mancare la polemica. Una polemica vera, fondata su un fatto reale e alquanto raccapricciante. Gli spalti, al 25’ del primo tempo, tremano quando Muntari di testa segna il raddoppio ma l’inesorabile parola dell’arbitro dice di no, secondo il guardalinee il tiro parato da Buffon non ha superato la linea e invece, la televisione conferma, l’ha superata eccome. Non si discute, si va avanti a giocare ma Tagliavento, certo, non aiuta a mantenere animi sereni, né in campo né fuori. L’atteggiamento di Buffon non è assolutamente piaciuto, un portiere che rispetta l’etica sportiva non avrebbe dovuto rilanciare l’azione sapendo perfettamente di non essere riuscito a effettuare la parata. Mi astengo.Vincere contro la Juventus vale l’onore oltre ai tre punti, vale la fiducia in sé stessi e il morale; vincere contro i bianconeri vale lo scudetto e il Milan sa essere più forte di qualsiasi polemica, più forte del male. Ora più che mai. Massimiliano Allegri, all’inizio del secondo tempo, decide, finalmente, di togliere Pato, spettatore non pagante durante i primi 45′, per inserire El Shaarawy, dimostra il suo dinamismo già al 5′ ma arriva il fischio: fuorigioco. Credo che Robinho abbia davvero ritrovato sé stesso e stia giocando veramente bene, con una grinta incredibile e buoni movimenti ma ancora qualche errore opacizza la sua prestazione. La tensione della partita, nel frattempo, si fa sentire con forza, soprattutto in seguito al gol “non visto” di Muntari, un evento più unico che raro su cui preferisco non esprimermi oltre. Il cambio Ambrosini per Emanuelson sembra davvero la scelta giusta a questo punto del gioco, Allegri ha capito quanto sia difficile farli giocare con serenità, ha capito, inoltre, che Muntari può davvero fare il trequartista, infatti, inverte immediatamente i ruoli e il gioco cambia: attacco incisivo con una trequarti aggressiva esattamente come con Boateng disponibile. Mi ripeterò ma, come avevo già detto, Muntari è un trequartista. I ragazzi hanno corso davvero tantissimo, l’acido lattico inizia a farsi sentire e la Juventus riesce a trovare più spazio, vedono quella luce per i passaggi che fino al 30′ del secondo tempo non ha mai illuminato le loro azioni. L’assalto e il coraggio bianconero si fa sentire e Matri ci fa soffrire terribilmente con un gol in fuorigioco, gli avversari sono sembrati in crescita e al 38′ è sempre Matri a segnare l’effettivo pareggio. Beffati dal guardalinee, scherniti di fronte a San Siro da una Juventus che, in campo, non ha niente più del Milan, ripeto, “in campo”. Al 44′, come se servisse a qualcosa, Vidal viene espulso per fallo da dietro su Van Bommel: 11 contro 10, dobbiamo considerare che nel primo tempo il Milan ha giocato comunque in 10 con l’intralcio dell’11° (Pato), non è cambiato niente.
Un pareggio, meglio di una sconfitta e peggio di una vittoria, un punto assegnato a entrambe e un “arrivederci” al ritorno di Coppa Italia. Un risultato ancora più amaro rispetto al solito proprio per il gol mancato di Muntari, la rissa tra i giocatori al fischio finale è la dimostrazione di quanto sia stata sentita questa partita, a posteriore, terrificante. La delusione si legge negli occhi di tutti ma credo che soltanto uno debba vergognarsi davvero, non faccio il nome, non ce n’è bisogno.
Arianna Forni, Direttore – www.milanlive.it
Post Originale:
Milan-Juventus 1-1: l’amarezza di un gol “non visto”