Milan, la “rivoluzione copernicana” di Max

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Fase difensiva perfetta e verticalizzazioni le svolte tattiche di Allegri

MILAN, ALLEGRI HA RIVOLUZIONATO TATTICAMENTE IL MILAN – Il quasi Scudetto del Milan targato Massimiliano Allegri ha un sapore molto particolare, sicuramente di grande novità rispetto al recente passato rossonero. Il ciclo di Alberto Zaccheroni al Milan fu caratterizzato dalle tre punte e dal fare un gol in più rispetto all’avversario, il fiore all’occhiello del Milan di Carlo Ancelotti invece fu la coesistenza di quattro trequartisti nell’undici titolare (Pirlo, Seedorf, Rui Costa e Rivaldo), infine il breve interregno di Leonardo si contraddistinse per il 4-2- fantasia che portò tanto spettacolo, ma pochi punti in classifica. Nulla di tutto ciò è invece la squadra proposta in questa stagione dall’allenatore livornese, almeno da novembre in poi. Dopo un inizio di campionato fra alti e bassi dovuto al classico periodo di ambientamento, soprattutto per un allenatore giovane con a disposizione un organico rinnovato, Allegri ha impiegato davvero poco per dare la propria impronta alla squadra. Concretezza, dinamismo e verticalizzazioni, ma anche meno fronzoli e “svolazzi tattici” rispetto al passato, mosse che a molti sembravano andare in controtendenza con la vocazione societaria, dal gusto estetico sempre raffinato, ma che stavolta ha seguito i dettami dell’allenatore fino in fondo, assecondandolo nel potenziamento fisico della rosa. La svolta è arrivata a dicembre con la partenza di un Ronaldinho poco incline al sacrifico e il rilancio di Boateng nel ruolo di trequartista. Un cambiamnento significativo, quasi a passare dal giorno alla notte, visto che i due giocatori hanno caratterstiche totalmente diverse. Da quel momento in poi però il Milan è divenuto compatto fra i reparti e praticamente imperforabile in difesa, merito anche dell’apporto di Van Bommel, altro tassello decisvo di questa stagione. I numeri parlano chiaro, nel girone di ritorno il Milan ha subito soltanto 6 gol, cosa che era riuscita solamente al granitico Milan di Fabio Capello. Un paragone ripreso da molti quotidiani in questi giorni e che a dire la verità ci sta tutto, anche considerando altri fattori. Il Milan attuale è in testa da novembre e l’ultimo Scudetto conquistato mantenendo il vertice solitario della classifica così a lungo fu proprio con Capello nella stagione 95′-96′ (Weah e compagni andarono in testa addirittura a fine settembre). Similitudini infine si possono trovare anche nelle rispettive svolte tattiche  dei due Milan: quello di Capello inserì nel motore la potenza del ”difensore-centrocampista” Desailly a scapito della qualità di Boban, quello di Allegri  preferisce l’agonismo di Van Bommel alle geometrie e alla tecnica di Pirlo. Situazioni e scelte simili fra due sensibilità decisamente differenti, ma con la stesso unico obbiettivo in testa: vincere.

Pierluigi Cascianelli – www.milanlive.it

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