Milan, per gennaio è già tutto pronto. Sorteggi Uefa, figli e figliastri. Il caso-Cagliari, campionato alterato. Napoli, i colpi di fulmine e la crisi…

Nato a Milano il 10 Maggio 1965; Giornalista Professionista dal 1994. Dopo le esperienze professionali di carta stampata (La Notte e Il Giorno) e televisive (Telelombardia, Telenova, Eurosport), dirige Milan Channel dal 16 Dicembre 1999.

22.12.2012 00:00 di Mauro Suma  articolo letto 2605 volte

E’ stata una settimana di dichiarazioni pubbliche ma anche di incontri riservati per Adriano Galliani. All’insegna di colloqui che hanno riguardato le vicende di Lega ma anche il mercato. Il fronte Lega non è rappresentato solo dai presidenti di Club, ma anche da tutto quel mondo dei diritti televisivi che sono la trave su cui si sostiene l’intero movimento. Ed è proprio a margine di questi dialoghi che è emerso che, sostanzialmente, in casa Milan, per Gennaio è tutto pronto. Come ventilato da più parti, le due partenze appaiono quasi (nel calcio non si sa mai) ineluttabili. Per cui il Milan potrebbe presentarsi ai nastri di partenza del Gennaio 2013 con 5 attaccanti: Bojan, El Shaarawy, Niang e Pazzini, in rigoroso ordine alfabetico, più uno. Uno chi? Questo è il punto. La sensazione che si ha dietro le quinte è che sià già tutto pronto. Lo dico candidamente, non so quale sia il nome. Piuttosto che scrivere che arrivano Chiriches, Armero o Biabiany, che non arriveranno mai, preferisco dichiarare alla dogana della comunicazione che il nome non lo conosco. Ma c’è, ha già un nome e un cognome, un corpo e un’anima. Del resto un dirigente che parla ogni giorno con tutti i procuratori-chiave ed è costantemente aggiornato, che sa già che Pastore non viene e Drogba nemmeno, è già andato per esclusione e sa già chi arriverà al Milan in caso di partenza contemporanea dei due campioni brasiliani. La sensazione che sento di poter aggiungere è che si tratta di una prima punta da salto di qualità. E che, se davvero ci si dovrà rassegnare a vedere partire Robinho, il Milan ne trarrà spunto per ridisegnare la propria rosa di attaccanti. Per cui, di fatto, Niang (che entra nei giochi, mentre prima non giocava) potrebbe essere il sostituto di Pato, e una prima punta importante, con una variazione sul tema, il sostituto di Robinho.

Date uno sguardo al sorteggio delle tedesche: lo Schalke 04 ha avuto in sorte il Galatasaray e il Borussia Dortmund, invece, lo Shakhtar Donetsk. Al Milan, invece, il Barcellona. Dall’estate del 2009 ad oggi, nel giro di tre anni e mezzo, il Club rossonero ha affrontato 9 sorteggi fra Fasi a Gironi e Eliminazioni dirette e in 8 sorteggi su 9 ha avuto in sorte le spagnoli e le inglesi più forti: il Real Madrid due volte (fasi a gironi 2009 e 2010), il Barcellona tre volte (fase a gironi 2011 e Quarti 2012, Ottavi 2013), il Manchester United, l’Arsenal, il Tottenham. Altri invece veleggiano sul velluto. Il sorteggio è sorteggio e non si può dir nulla. Massima fiducia. Ma il peso politico che, di fatto, emerge, dagli esiti, ripetuti e continuati, dell’urna penalizza il Milan di Silvio Berlusconi, ad esempio, rispetto alle squadre di una Germania (il Bayern è stato finalista di Champions League nel 2010 e nel 2012) che sulla scena europea detta sempre più legge.

Diciamocelo con franchezza: o il Cagliari gioca tutte le partite in casa sul suo campo contro tutte le avversarie, o il Campionato è alterato. Non è possibile che, nelle partite da calendario in casa del Cagliari, alcune squadre giochino effettivamente in trasferta e altre in campo neutro o, peggio, per via della locazione geografica e della difficoltà degli abbonati sardi nel seguire la loro squadra lontano dalla loro regione, in casa. Non mi permetto di entrare nel merito della questione che oppone il presidente Massimo Cellino, che è un innamorato del calcio simpatico e vulcanico, alle amministrazioni locali sardi sul tema delicato e spinoso dello stadio della Sardegna da Serie A, ma così non si può andare avanti. Con il massimo del rispetto per le questioni di ordine pubblico e per il lavoro di tutti gli uomini che si sono adoperati per la costruzione dello stadio di Is Arenas, il tributo che la regolarità del Campionato sta pagando alla questione sarda è già troppo alto. Già nella scorsa stagione le due squadre in lotta per lo Scudetto (Juventus e Milan, perché l’anno scorso una lotta Scudetto c’era, mentre quest’anno senza il Milan l’anti-Juve non esiste) non hanno goduto di un clima di par condicio perché il Milan ha giocato effettivamente in trasferta a Cagliari mentre la Juventus sostanzialmente in casa a Trieste, ma che lo sbilanciamento si verifichi anche nel 2012-2013 è intollerabile. Dopo Cagliari-Roma e lo 0-3 a tavolino con un turno di riposo per le due squadre con annessi e connessi per le avversarie nei turni successivi, adesso Cagliari-Juventus a Parma con i tifosi bianconeri emiliani, giustamente, già pronti e in prima fila. Sotto a chi tocca prendersi la responsabilità: il Cagliari deve giocare nello stesso stadio tutte le partite del suo Campionato, dalla prima all’ultima. Altrimenti, non è più Campionato. Ma qualcos’altro.

Sono sinceramente e profondamente addolorato e dispiaciuto per il Napoli. Non ci volevano questi due punti di penalizzazione a campionato in corso, non ci voleva la crisi economica che dal mondo del cinema (il Cine-panettone manca terribilmente e il fatto che si sia interrotta la serie è un segnale chiarissimo e tutt’altro che allegro…) sta raggiungendo il San Paolo, non ci volevano le due sfortunate partite con il Bologna pur ingentilite dagli splendidi gol di Konè. Apprezzo moltissimo il modo in cui, nonostante avverta questi segnali in maniera evidentissima, Mazzarri si stia spendendo ugualmente per questa squadra e lotti su ogni pallone dalla panchina fino all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di recupero. Ma, nonostante tutto questo, Napoli è in forte difficoltà. Avrebbe meritato qualcosa di più a Pechino ed è stato sul punto di uscire indenne dallo Juventus Stadium in quello che a oggi è stato l’unico vero scontro-Scudetto del girone d’andata. Ma adesso i conti vengono al pettine e le contrarietà si accumulano. Molto meglio sarebbe stato, se proprio bisognava intervenire da parte della Giustizia sportiva visto che comunque il Napoli era intervenuto per tempo su Gianello isolandolo e cedendolo subito, infliggere i due punti di penalità all’inizio del prossimo Campionato. Ma tant’è. L’importante è che il Matador, persona profonda e matura, non faccia due più due e continui a macinare. Altrimenti il Napoli rischia seriamente di non essere in Europa nella prossima stagione.

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