Milan, quel senno del poi che ancora brucia.

Milan news

09.04.2012 10:15 di Antonio Vitiello  

Fonte: di Michele Criscitiello per TMW

© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Dentro l’uovo il Milan ha trovato la sorpresa. E a portare la colomba ci ha pensato chi un anno fa fu rilanciato da Franco Colomba a Parma. Amauri non ha mai regalato così tanti sorrisi ai tifosi juventini, come sabato pomeriggio. Viene considerato il guastafeste: l’ultimo gol del brasiliano, a dire il vero ne fece due, fu lo scorso anno ad Udine ma la festa non la rovinò perché per il quarto posto i friulani la spuntarono sulla Lazio. Questa volta, se l’uovo di cioccolato dovesse risultare indigesto ai milanisti, ci dovrà essere qualcuno ad assumersi le responsabilità. Adriano Galliani, da buon padre di famiglia, si è affrettato a dire che la colpa è dei bombaroli se viene messo in discussione Allegri. La società mai lo ha fatto e mai lo farà. Attenzione: queste sono frasi obbligate, perché a 7 giornate dalla fine mettere in discussione l’allenatore significherebbe cucire lo scudetto sulle maglie bianconere al centro del petto, un po’ più in alto della scritta “Jeep”. Diciamo che il tricolore della Juventus sarebbe più che meritato. Per quello che hanno saputo fare Conte e Marotta e per i numerosi jolly sprecati dal Milan che si sta, praticamente, accingendo a raggiungere il piano più alto di un grattacielo e ha, da sabato, aperto la finestra. Non si può rischiare di perdere un titolo in una stagione in cui Inter, Roma e Napoli non si presentano neanche al grande appuntamento e non si può tener viva una Juventus che, per quanto brava possa essere, è reduce da due stagioni fallimentari. Troppa confusione generata dalla rivalità che Allegri ha voluto ostentare, soprattutto in Coppa Italia, con Antonio Conte. D’altro canto, le responsabilità di Berlusconi sono chiare e sotto gli occhi di tutti. In una delle migliori stagioni, in termini di gol, di Zlatan Ibrahimovic, il Milan deve ringraziare proprio lui se è ancora in corsa per lo scudetto. Non c’è un attaccante in grado di tenere alta la media gol e, se non fosse stato per il vice-cannoniere Nocerino, oggi staremmo parlando di una stagione seriamente compromessa. Il Milan di quest’ultimo mese lascia a desiderare: deve vincere lo scudetto per salvare la stagione. Senza Boateng e Cassano infortunati, con Pato ai titoli di coda, con El Shaarawy ancora acerbo e Robinho ancora troppo sprecone sotto porta, quel Carlitos Tevez da gennaio in poi sarebbe servito. Mai ragionare con il cuore, nel calcio e negli affari. Berlusconi si è voluto tenere Pato e ha fatto un danno calcistico ed economico. Tevez era un bomber da un potenziale di 10 gol in 4 mesi, l’operazione era scritta e quel giochino del 30 gennaio rischia di costare caro al Milan. Adriano Galliani ragiona senza cuore ma con il cervello, con il portafogli degli altri ha quasi sempre indovinato tutte le mosse di via Turati ma con Pato avrebbe dovuto far riflettere maggiormente il Cavaliere, condizionato da altri fattori.

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