© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS
Antonio Nocerino, centrocampista del Milan e autore di una rete ieri contro il Torino, è intervenuto in diretta telefonica all’interna del programma “Password” su RTL 102.5 con Nicoletta e Gabriele Parpiglia.
Tu hai il numero 8, è stata una tua scelta?
Sì e no, mi è stato dato perché l’ha avuto un grande, un terrone come me, Gattuso. A lui faceva piacere che quest’anno io potessi indossare il numero 8, ma di lui ho preso solo il numero, prendere il suo posto è impossibile.
Ti mancava la continuità?
Sì, all’inizio ho fatto un po’ di fatica, anche perché venivo dall’Europeo, ho giocato poco e quindi alla fine è arrivata questa continuità che mi mancava e cercavo e sono contento. Ho sempre detto che più gioco e meglio sto.
Cosa vi racconta Berlusconi quando viene in visita a Milanello?
Sinceramente dipende dai momenti, è normale che quello che ha detto quando è venuto la prima volta non è quello che ci ha detto ultimamente, perché quando è venuto la prima volta non avevamo i cinque risultati utili di fila. Ci ha incoraggiato ha usato delle parole eccezionali. Io poi ho avuto l’onore e la fortuna di parlarci per 15 minuti e ti dico che fa la differenza e basta la sua sola presenza, perché è davvero molto carismatico e a noi in quel momento ci voleva un punto di riferimento così carismatico.
Ci sta che prendete Balotelli? Vi servirebbe?
Io già faccio fatica a pensare quello che devo fare io, figurati se penso a quello che fanno i dirigenti. Non lo so, quello che serve lo sa la società, non ti posso dire una cosa per un’altra, è questa la realtà.
Il Premier ti ha fatto qualche appunto per la barba come per la cresta di Mexes ed El Shaarawy?
Mi aveva detto di accorciarla e io già alla partita col Napoli e l’ho accorciata. Io gli avevo detto che era anche un mio momento così, un po’ trasandato, e mi andava di tenerla. Poi lui in maniera molto cordiale e gentile mi ha detto di accorciarla.
E’ vero che stasera fate una cena benefica con gli interisti, e che siete al tavolo con Milito e Cambiasso?
Loro sono stati gentilissimi, parlo con loro, ma anche per gli altri calciatori che hanno aderito a questa iniziativa fatta da mia moglie. È una cena che ha organizzato lei per la ricerca contro la SLA, e che ha fortemente voluto, quindi ringraziamo quelli che saranno presenti stasera e chi ha deciso di darci una mano. Sono contento, penso che quando si fa una cosa del genere non ci sia né squadra, né tifoseria, né maglia. Le cose importanti non hanno colori e maglie.