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MILANO.
Battete battete e alla fine vi verrà aperto, questo l’incipit religioso che dimostrava che con la pazienza si ottiene tutto. Sembrerebbe quindi che il nostro pilone centrale sia stato concupito dalle sirene parigine, torna a frequentare il buon Leo che lo aveva fortemente voluto a Milano. Il tifoso rossonero che è in me sta guardando il vuoto che si sta creando tra uno smoccolamento alla Mosconi e un incredulità di base. Il club più titolato al mondo cede come oramai è abituato a fare in questi ultimi anni alle esigenze di bottega, o meglio dei bilanci. Potrebbe anche essere convinto qualora ci fosse un progetto di rilancio del gruppo, progetto che francamente non si vede all’orizzonte, e allora ci si chiede se veramente la nostra dirigenza abbia abdicato e stiamo velocemente tornando agli albori degli anni settanta quando il nostro naturale sedimento era quello della media classifica. Per chi ha vissuto gli anni ruggenti della Champions sarà un amaro boccone ma troppi indizi fanno una pista, Sheva Kakà e ora Thiago rappresentano uno stile che negli anni d’oro non sarebbe mai lontanamente successo. Ma erano altri tempi, ora abbiamo Montolivo.
nella foto, Totò, Peppino e il Ghisa
Post Originale:
Noio volevam sovoir l’indiriss di Thiagò