Notte di terrore e di gioia

Milan news

Il Milan rischia la clamorosa eliminazione a Londra in un primo tempo inguardabile, ma nella ripresa si ricompatta, resiste e si qualifica, entrando fra le otto migliori d’Europa; questa è l’unica buona notizia, ma in fondo è la più importante!

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Mai una sconfitta 3-0 ha fatto esultare così tanto i tifosi rossoneri! E’ stranissimo come si possa essere felici e contenti dopo una tale batosta, ma basta questa considerazione a far capire che serata terribile e surreale abbiamo vissuto, terrorizzati dai fantasmi di Istanbul e La Coruna che stavano ricomparendo da un passato che speravamo definitivamente sepolto e impietriti nel vedere un Milan sconcertante, che nel primo tempo è stato capace di sprecare quasi tutto il vantaggio faticosamente conquistato nella splendida serata a San Siro di tre settimane fa. Fortunatamente i rossoneri sono stati bravi a non mollare dopo aver pericolosamente barcollato nel primo tempo, durante l’intervallo negli spogliatoi sono riusciti a mantenere la calma, probabilmente aiutati dalle rassicuranti parole del tecnico Allegri, uno che non perde mai la calma e nella ripresa hanno gestito meglio la situazione, soffrendo meno e creando qualche buona occasione per segnare il gol che avrebbe definitivamente interrotto l’agonia che, invece, è durata fino al 93°, quando il triplice fischio dell’arbitro Skomina ha trasformato la paura in gioia. Sulla carta sembrava tutto facile, ma sulla carta non si vincono le partite di calcio e men che meno le sfide di Champions, soprattutto quando non le si affronta con la giusta determinazione; ancora una volta si è capito che certe notti il calcio sa essere folle e imprevedibile, ma per fortuna questa volta la follia si è fermata al momento giusto e non si è trasformata in disperazione per il popolo rossonero, perchè, ammettiamolo, venire eliminati dopo aver vinto 4-0 all’andata sarebbe stata una figuraccia epocale che il Milan è riuscito ad evitarci con una ripresa gestita con buona personalità ed esperienza, proprio nel momento in cui si temeva il crollo definitivo. Un anno fa Londra è stata il capolinea dei sogni europei del Milan, ora potrebbe essere un punto di partenza verso traguardi prestigiosi, perchè riuscire a non affondare in una serata di autentica tempesta può essere un segno del destino che non si deve ignorare.

Con tre centrocampisti e tre attaccanti disponibili la formazione è praticamente obbligata e, infatti, è quella annunciata alla vigilia, con il tridente d’attacco Robinho-Ibrahimovic-El Shaarawy (quest ultimo all’esordio europeo); il centrocampo è lo stesso dell’andata dopo l’uscita di Seedorf, con Emanuelson, Van Bommel e Nocerino, mentre Mesbah viene preferito ad Antonini nel ruolo di laterale sinistro; completano la difesa e la formazione Abate, Mexes e Thiago Silva, con Abbiati in porta e, a proposito di estremi difensori, la particolarità è la presenza di due portieri in panchina e anche questo è un segnale dell’estrema emergenza; Allegri preferisce questa bizzarra scelta alla possibilità di far sedere in panchina un ragazzo della Primavera e ciò la dice lunga anche sulla scarsa fiducia che in Italia si ha nei giovani. Il Milan non vuole affrontare con leggerezza questa partita, nonostante il rassicurante 4-0 dell’andata e Allegri vorrebbe una buona prestazione e un risultato positivo, che non è assolutamente indispensabile ma farebbe bene al morale e aumenterebbe entusiasmo ed autostima, visto che i rossoneri sono reduci da un periodo positivo in cui hanno ritrovato fiducia e, soprattutto, bel gioco.

Le buone intenzioni del Milan si scontrano con la feroce volontà dell’Arsenal di rendere concreto l’impossibile e l’approccio alla partita dei rossoneri non è quello che si sperava; nei primi minuti sembrano riuscire a muovere bene il pallone e ad allargare la manovra con il possesso palla, ma ben presto la partita prende una brutta piega: la prima brutta notizia è l’ammonizione di Van Bommel, grave per il futuro (era diffidato verrà squalificato per l’andata dei quarti) ma anche per il presente, perchè lui rappresenta la diga a centrocampo e non ha più la possibilità di “spendere” falli rischiosi per quasi tutta la partita. La seconda brutta notizia è il gol dell’Arsenal dopo soli sei minuti, rete che arriva sugli sviluppi di un calcio d’angolo in cui la difesa rossonera è disattenta, va in confusione sulle marcature e lascia completamente libero Koscielny, che di testa realizza la rete della speranza. In pratica il Milan ha compiuto l’unico errore che non doveva compiere, cioè prendere gol subito alimentando le speranze di clamorosa rimonta dell’Arsenal e le conseguenze si vedono subito: i rossoneri vanno in affanno, i Gunners si esaltano e la partita si complica; peccato perchè gli inglesi dimostrano di essere forti in attacco ma con limiti difensivi che il Milan dovrebbe sfruttare, ma non ci riesce perchè Ibrahimovic fatica ad entrare in partita sul campo dove aveva segnato con la maglia del Barcellona, anche se i compagni continuano a cercarlo con insistenza, mostrando la solita mancanza di personalità quando c’è in campo l’ingombrante (in tutti i sensi) compagno. Purtroppo Ibra è in una di quelle serate negative in cui risulta addirittura indisponente: sempre in fuorigioco, mai pericoloso, troppe leggerezze e palloni persi contro avversari che ci mettono tanto agonismo e intensità e la cosa peggiore è che i compagni si adeguano alla sua mediocrità e il gioco del Milan risulta lento, macchinoso e infarcito di errori. L’Arsenal insiste, Abbiati sfodera due belle parate su altrettanti tiri di Van Persie, ma poi collabora al patatrac sul secondo gol, subìto sul suo palo e tuffandosi in ritardo dopo la corta respinta di Thiago Silva sui piedi di Rosicky. Se sbaglia anche il solitamente impeccabile Thiago Silva vuol dire che è davvero una serata terribile e non è che in avanti le cose vadano meglio: l’unico tiro nello specchio della porta, se così lo vogliamo chiamare, è un cross sbagliato di Abate e il vero problema è che la squadra oltre che lenta, ora è anche preoccupata, il pallone scotta fra i piedi dei giocatori e alcune situazioni potenzialmente buone non si trasformano in occasioni perchè mancano attenzione e tranquillità al momento di andare verso la porta; l’unico che continua a giganteggiare e a tenere in piedi la baracca è Van Bommel, ma, ovviamente, non può arginare da solo gli attacchi dell’Arsenal, che inevitabilmente sfondano per la terza volta: Chamberlain parte a velocità doppia e viene steso in area da Mesbah e Nocerino; rigore netto che Van Persie realizza spiazzando Abbiati nonostante il tentativo di Van Bommel di suggerire al portiere la direzione del tiro del suo compagno di nazionale olandese. Ora l’Emirates Stadium è una bolgia e le facce terrorizzate dei tifosi rossoneri sono l’immagine più eloquente dell’estrema delicatezza del momento. La paura potrebbe dissolversi oltre il 45°, quando El Shaarawy si divora un gol allargando troppo il tiro da favorevolissima posizione e anche questo è un episodio che fa temere il peggio, ma, fortunatamente, la fine del tempo è vicina e Allegri ha la possibilità di riorganizzare le idee dei suoi giocatori, visto che aveva chiesto ritmo, organizzazione ed equilibrio e non ha avuto nulla di tutto ciò in un primo tempo da incubo.

Il Milan della ripresa è un po’ migliore, ma ci voleva poco e sarebbe stato triste il contrario; squadra più viva e convinta, gestione più efficace del pallone e, soprattutto, i rossoneri riescono a imporre il loro ritmo più compassato, cosa che non era mai riuscita nel primo tempo, forse anche perchè l’Arsenal ha speso molto e comincia ad essere un po’ stanco. Ibrahimovic è un po’ più ispirato e comincia a farsi vedere, ma viene anticipato da Szczesny in uscita e un’altra potenziale buona occasione sfuma. Il momento decisivo della partita e, forse, dell’intera doppia sfida arriva quando Abbiati sfodera un doppio miracolo, prima su un tiro di Gervinho deviato da Mexes e poi su un cucchiaio di Van Persie; roba da infarto, perchè subire il quarto gol avrebbe aperto scenari terribili e spalancato il baratro sotto i piedi dei giocatori rossoneri e, invece, il Milan resta aggrappato a quel golletto in più segnato all’andata che ancora gli garantisce la qualificazione. Sarà un caso ma da quel momento l’Arsenal cala ulteriormente e il Milan ne approfitta con Ibrahimovic, che ruba palla sulla trequarti ma mette a lato il tiro con il portiere fuori dai pali e poi con El Shaarawy, che con un insidioso rasoterra costringe alla parata in due tempi Szczesny. E’ l’ultima giocata per il Faraone, che esce sostituito da Aquilani, al rientro dopo un lungo stop e che ha il delicato compito di dare ordine al gioco e solidità al centrocampo che ora soffre un po’ meno. Un altro tiro di Ibrahimovic dimostra che lo svedese è uscito dal letargo del primo tempo, ma l’occasione colossale capita sui piedi di Nocerino, che si ritrova un invitante assist di Aquilani sui piedi a due metri dalla porta spalancata davanti a sè, ma incredibilmente passa il pallone al portiere divorandosi un gol già fatto e facendo disperare ulteriormente gli ormai stravolti tifosi rossoneri. Ibrahimovic ci prova di nuovo ma ha le polveri bagnate e conclude alto, dimostrandosi molto più utile nell’ottimo lavoro di protezione del pallone per tenerlo lontano dalla porta rossonera e far salire i compagni, facendo a sportellate con i difensori avversari e conquistando preziose punizioni che spezzano il ritmo all’Arsenal. Nel finale il Milan cerca il palleggio, l’Arsenal è stanco e poco lucido e fatica ad insidiare ancora Abbiati; Allegri inserisce Bonera al posto di Mesbah per rinforzare la linea difensiva e tutto il popolo rossonero vive gli ultimi tre minuti, quelli di recupero, con il cuore in gola, sospeso fra tormento ed estasi e attendendo il triplice fischio che arriva come una liberazione da un autentico incubo che è durato per novanta minuti, ma ora lascia il posto alla gioia e alla festa.

Il Milan torna tra le prime otto di Champions League dopo 5 anni e tre tentativi falliti, sfatando il tabù inglese nel modo più rocambolesco e sofferto possibile. Si sono visti due Milan diversi nei due tempi, una squadra lenta, inguardabile, sconcertante e macchinosa nel primo tempo e poi con più personalità in una buona ripresa, quando gli uomini di maggiore esperienza hanno preso per mano i compagni evitando che la squadra andasse totalmente in bambola e crollasse definitivamente. Se un merito c’è in questa serata complicatissima e soffertissima è proprio quello di essere riusciti a raddrizzare la barca che stava affondando e ad invertire una pericolosissima tendenza negativa, perchè solitamente quando si sbaglia l’approccio alla partita e ci sono questi paurosi cali di tensione e concentrazione è difficilissimo cambiare atteggiamento e riprendersi e, invece, i rossoneri sono stati abili a non perdere la testa e non disunirsi e hanno sfruttato il calo fisico degli avversari per gestire meglio la ripresa. Dopo aver subito tre gol in 43 minuti, molti ormai temevano la clamorosa figuraccia e l’ennesima eliminazione a livello di ottavi di finale contro una squadra inglese, invece la qualificazione è arrivata e si può far festa, cosa che sembra incredibile dopo una sconfitta 3-0. Troppi giocatori hanno offerto una prestazione inferiore alle attese: Nocerino, Emanuelson, Robinho, El Shaarawy, Mesbah, lo stesso Thiago Silva (soprattutto in occasione del secondo gol subito) e, ovviamente, Zlatan Ibrahimovic su tutti, perchè ancora una volta ha steccato in una serata di coppa, nonostante il buon finale che, però, non redime completamente una prestazione a tratti sconcertante; dovrebbe essere lui il trascinatore in queste occasioni e, invece, troppo spesso si eclissa e la cosa non deve ripetersi ancora, perchè l’avventura del Milan in Champions continua nonostante la grande paura e ora bisogna voltare pagina, perchè giocando come a Londra non si va molto lontano; le tante assenze sono un valido alibi, ma bisognava gestire meglio la partita fin dall’inizio e non solo a situazione quasi compromessa. Se il Milan avesse giocato dal primo minuto come ha fatto nella ripresa, pur senza fare cose trascendentali, ma con personalità e cuore, avremmo vissuto una serata molto tranquilla, invece abbiamo assistito ad un autentico film dell’orrore dal finale, però, dolcissimo, perchè la qualificazione è arrivata; è l’unica buona notizia della serata, ma, a conti fatti, quella più importante, che trasforma una notte di terrore in una notte di gioia, ancor più intensa dopo tanta inattesa sofferenza, della quale avremmo volentieri fatto a meno!

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