Da anni non si assisteva a una partita così convincente del Milan in Champions League. Nelle ultime 6 partite a eliminazione diretta, tutte contro squadre inglesi, i rossoneri avevano segnato la miseria di due reti. Ieri ne sono arrivate il doppio e potevano essere molto di più. A segno Boateng, Robinho (doppietta) e Ibrahimovic su rigore. Troppo debole l’Arsenal. La qualificazione ai quarti è un imperativo per la squadra di Allegri

PAGELLE MILAN-ARSENAL 4-0

Abbiati 7,5: Il Milan ha dominato la partita e l’Arsenal si è fatta vedere pochissimo in avanti – è vero. Però senza le due parate di Abbiati – la prima è strepitosa – parleremmo di un discorso qualificazione ancora apertissimo.

Ibrahimovic 7,5: Dicono che in Champions League non è decisivo, anzi è un peso. Averne di questi pesi. Ieri lo svedese ha regalato due assist vincenti, si è procurato un rigore e lo ha realizzato. Imprendibile per la lenta e impacciata difesa dell’Arsenal.

Boateng 7: Rientra da un lungo infortunio e ci regala un gol a dir poco spettacolare: e fanno 8 in questa stagione. Il suo recupero è fondamentale per il gioco di Allegri.

Robinho 7: Voto praticamente obbligatorio per chi mette a segno una doppietta negli ottavi di Champions League. Eppure anche ieri il brasiliano – specie nella prima mezz’ora – ha pasticciato parecchio.

Van Bommel 7: Gestisce una quantità impressionante di palloni. Dà sicurezza a tutta la squadra.

Nocerino 7: Stavolta si è inserito meno nell’area avversaria. Ma ha corso ugualmente tanto e con criterio.

Thiago Silva 6,5: Non corre alcun pericolo nella prima ora di gioco. Nel finale, a punteggio acquisito, si distrae un po’.

Van Persie 6,5: L’unico dell’Arsenal a sapersi rendere pericoloso. Solo un grande Abbiati riesce a negargli il gol.

Emanuelson 6: Si conferma bravissimo nelle azioni di contropiede e pasticcione quando c’è da gestire palla. Nel finale sbaglia malamente il possibile 5-0.

Henry 5,5: Entra nella ripresa e si fa vedere solo per un bell’assist a Van Persie. Nient’altro. Gli anni passano anche per lui. Gli Stati Uniti lo attendono.

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