Pasqua amara, il Milan crolla sfinito

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I rossoneri, stanchi nelle gambe e nella testa, perdono in casa contro la Fiorentina e subiscono il sorpasso della Juventus, chiudendo nel peggiore dei modi una settimana terribile.

© foto di ALBERTO LINGRIA

La chiamano settimana di passione e mai definizione è stata più esatta per questi giorni vissuti dai rossoneri: eliminazione in Champions League, un solo punto raccolto in due partite di campionato e un vantaggio di quattro punti sulla seconda che si è trasformato in svantaggio di un punto; l’uovo di Pasqua dei tifosi rossoneri è davvero amarissimo e ora c’è il rischio concreto di rimanere a mani vuote dopo che, poco più di due settimane fa, il Milan era ancora in corsa su tutti i fronti; purtroppo, come si temeva, la doppia sfida contro il Barcellona ha prosciugato le energie psicofisiche dei giocatori rossoneri e ha compromesso anche la lotta scudetto, perchè non è un caso che il Milan abbia perso ben cinque punti nei confronti della Juventus proprio dopo le due partite di Champions. La prestazione contro la Fiorentina è stata sconcertante proprio perchè i rossoneri sono sembrati in alcuni frangenti stanchi e demotivati proprio nel momento decisivo della stagione; bisognava iniziare la lunga volata scudetto e il Milan è scattato all’indietro e ora riportarsi in vetta sarà dura, perchè i rossoneri non sono più arbitri del proprio destino, devono cercare di vincere tutte le partite (e giocando così è un’impresa difficile) e sperare in un passo falso altrui. Il Milan avrebbe anche potuto vincere questa partita: è stato sfortunato (palo di Maxi Lopez sull’1-0), ha subito un gol sul filo del fuorigioco, ci sono stati un paio di episodi dubbi in area (ma per la verità già sull’1-2 e a ben vedere il rigore concesso a Maxi Lopez è stato “generoso”) e molti gol non segnati per bravura di Boruc ma anche per errori individuali dei rossoneri, perchè quando non è giornata tutto gira storto e il Milan ha compiuto il disastro perfetto, perdendo una partita facile sulla carta ma diventata tremendamente complicata sul campo, anche per “colpa” di una Fiorentina mai così grintosa e motivata. Troppi giocatori del Milan sono stanchi e poco brillanti, le assenze sono ancora tantissime e in queste condizioni è difficile riuscire a fare risultato contro chiunque, anche contro una squadra che era scoraggiata, in crisi, contestata, rimaneggiata, sull’orlo del baratro retrocessione e, invece, ha fatto un figurone contro i primi della classe, anzi ormai ex primi della classe. L’unico motivo di soddisfazione è il rientro dell’applauditissimo e festeggiatissimo Antonio Cassano nel finale, ma, ovviamente, non poteva essere certo lui il salvatore della patria in un momento difficile, anche se il suo contributo e la sua freschezza potranno essere importanti in questo finale di campionato.

Allegri schiera a sorpresa Maxi Lopez al fianco di Ibrahimovic, dirottando Robinho in panchina; è l’unica variante alla formazione ipotizzata da tutti alla vigilia, perchè la difesa è scontata (Abate, Mexes, Bonera e Zambrotta) a centrocampo non ci sono esperimenti (si pensava a Muntari centrale) e gioca regolarmente capitan Ambrosini, con il ghanese e Nocerino ai lati, mentre il trequartista è Emanuelson; con i vari Van Bommel, Boateng, Antonini, Mesbah, Seedorf, Nesta, Pato e Thiago Silva ai box, questo è ciò che “passa il convento” , sperando che la sfida di Barcellona non abbia fiaccato le gambe e svuotato le menti, perchè c’è una volata scudetto lunga otto partite da lanciare e non si può sbagliare, con il fiato della Juve sul collo. Nonostante siamo alla vigilia di Pasqua, periodo di vacanze e gite fuoriporta, lo stadio è discretamente pieno e la curva incita con la solita passione i ragazzi, mettendo in scena anche una mini-coreografia, con un eloquente striscione “FORZA RAGAZZI” che vuole rincuorare i giocatori e far capire che la delusione di Barcellona è già archiviata e c’è gran voglia di lottare insieme, sugli spalti e in campo, per l’ultimo obiettivo rimasto.

Purtroppo già l’inizio di partita fa capire che qualcosa non va: la Fiorentina fa il Milan, cioè corre, pressa, spinge, prova a segnare e mostra i muscoli con forza e vigoria mentre il Milan fa la Fiorentina, cioè fatica, subisce ed è fin troppo morbido, senza la determinazione tipica di chi si sta giocando qualcosa di importante. Il tiro a lato di Jovetic e quello alto di Kharja sono campanelli d’allarme che svegliano i rossoneri, che hanno ancora il Barcellona nella testa e nelle gambe e, purtroppo, si vede. Il Milan balbetta calcio inconcludente e ci vuole una punizione di Ibrahimovic ad invertire la tendenza, ma il violento tiro non sorprende Boruc, che però, respinge proprio sui piedi di Muntari che, con la porta spalancata davanti a sè mette incredibilmente fuori. E’ sciagurato anche Emanuelson, lento e impacciato nello stop e tiro in piena area consentendo il recupero del difensore avversario e nel Milan c’è poco agonismo così la Fiorentina non fatica a chiudersi e ripartire contro una squadra molle e poco dinamica. La svolta arriva alla mezz’ora, quando Nastasic trattiene Maxi Lopez in area, l’argentino cade e Celi concede il rigore; la prima impressione è che chi si è indignato per il secondo rigore concesso martedì al Barcellona, deve onestamente dire che anche questo è un rigore generoso, mentre se si segue la linea Guardiola, che ha detto che il fallo di Nesta era netto perchè la trattenuta c’era, anche questo è un rigore netto. Sul dischetto va Ibra che spiazza Boruc e porta in vantaggio il Milan, facendo tirare un sospiro di sollievo ai preoccupati tifosi rossoneri, che non pretendono lo spettacolo ma vogliono assolutamente tre punti fondamentali. La Fiorentina, rabbiosa per il rigore, non ci sta e reagisce, ma Abbiati è bravissimo a disinnescare un’insidiosissima punizione di Ljajic. Il finale di primo tempo è tutto rossonero, ma la sfortuna ci mette lo zampino quando il bel diagonale di Maxi Lopez dopo uno stop di petto finisce sul palo e qualcuno comincia a temere la classica giornata storta, nonostante il vantaggio con il quale il Milan va al riposo e che rimane minimo anche perchè proprio allo scadere Ibra sbaglia un pallonetto non facile in quanto pressato dai difensori avversari.

L’avvio di ripresa è choccante: dopo soli due minuti Jovetic scatta sul filo del fuorigioco; la posizione irregolare sembra enorme, poi, invece, si scoprirà che il montenegrino è in linea con Abate che ha sbagliato l’allineamento con i compagni e Abbiati non può nulla anche se prova a ipnotizzare l’attaccante viola e quasi riesce nell’impresa. Ci sarebbe quasi un tempo intero per trovare nuovamente la vittoria, ma il Milan è sottotono, spento e poco lucido e rischia ancora in un contropiede tre contro due sprecato da Jovetic. Le gambe non girano, la testa ancora meno e Allegri capisce che servono forze fresche: fuori Ambrosini e il fischiato Emanuelson, dentro Aquilani e Robinho ma cambia poco, perchè è sempre la Fiorentina a rendersi pericolosa e sempre con il suo uomo migliore, Jovetic. Il Milan si getta in attacco con la forza della disperazione, crea qualche mischia ma il gioco è sempre confuso, poco ordinato e, soprattutto, senza ritmo e velocità; qualche occasione arriva, ma Maxi Lopez tira addosso a Boruc da pochi passi, lo stesso Ibra sbaglia molti palloni, soffre come non mai la marcatura avversaria e in qualche frangente mostra quella sufficienza che fa imbestialire i tifosi, che pure lo adorano per le tante prodezze che sa regalare. Il tempo passa, il risultato non si sblocca, la squadra è sempre più stanca, nervosa e sfiduciata; Allegri prova con la mossa della disperazione, mandando in campo Cassano al posto dello sfinito Zambrotta e spostando Muntari nella posizione di terzino sinistro (ma non si poteva anticipare la mossa sostituendo subito Zambro con Robinho e mettendo Emanuelson a fare il terzino?), ma non sarebbe nemmeno giusto chiedere miracoli ad un giocatore che ha saltato tantissime partite ed è fuori dal 29 ottobre scorso. In effetti il miracolo non arriva e la sostituzione decisiva è, invece, quella effettuata da Delio Rossi, che inserisce Amauri e viene ripagato con il gol vittoria: errore di Mexes (il secondo consecutivo dopo quello di Barcellona) che sbuccia un pallone di testa e lo regala ad Amauri, che duetta con Jovetic e si ritrova solo davanti ad Abbiati e lo batte inesorabilmente gettando nella disperazione i tifosi rossoneri che cominciano a lasciare lo stadio depressi. Il Milan prova a reagire nei minuti di recupero in modo quasi commovente, ma le energie e la lucidità sono finite da un pezzo, anche se un paio di interventi ruvidi su Cassano e Ibra in area fanno gridare al rigore (ma in fondo anche un pareggio non avrebbe cambiato molto la situazione). Finisce con l’inaspettata e clamorosa festa viola, mentre i rossoneri lasciano il campo a capo chino, non prima di aver comunque salutato i tifosi e aver ricevuto applausi di consolazione e il classico coro della Sud “SIAMO SEMRE CON VOI NON VI LASCEREMO MAI” a dimostrazione che la gente ha capito che questo Milan ci ha messo comunque impegno, ma è ormai stanco, sfinito, sfiduciato e poco lucido.

Giornata tremenda alla fine di una settimana terribile; il Milan non è più primo in classifica e ora deve prima di tutto cercare di non crollare e provare a reagire, invertendo una tendenza negativa; non sarà facile, perchè il turno infrasettimanale incombe, il Milan giocherà già martedì e ciò non aiuta certo a recuperare energie psicofisiche. Inoltre l’emergenza continua e, se possibile, aumenta, perchè i diffidati Ambrosini, Aquilani e Bonera sono stati ammoniti e non potranno giocare al Bentegodi. Con il senno di poi si può dire che l’eccessivo nervosismo nel dopo-partita di Catania era già un segnale negativo di chi capiva che la situazione gli stava sfuggendo di mano, per colpe di altri (arbitro con i loro errori e gol non visti) ma anche per eccessiva stanchezza e sfortuna (infortuni); la partita di Barcellona ha fatto il resto, sommando stanchezza a stanchezza e aggiungendo la delusione per l’eliminazione che qualche scoria l’ha lasciata. Ora sarà difficile contrastare ancora una Juventus che corre come un’indemoniata e ha il morale alle stelle, mentre quello dei rossoneri rischia di finire sotto i tacchetti, ma bisogna provarci, non lasciare nulla d’intentato ed evitare di arrendersi, per non aggiungere rimorso a rimpianto. Il rammarico è sempre lo stesso: non aver praticamente mai potuto giocare con la migliore formazione e la rosa al completo, aver dovuto sempre affrontare un’estrema emergenza infortuni e aver costretto i “sani” a sfinirsi giocando ogni tre giorni per molte settimane; la logica conseguenza di tutto ciò si è vista impetosamente in questa partita, con una squadra svuotata di energie che è andata in difficoltà contro una formazione che doveva essere in crisi e sfiduciata e, invece, ha fatto un figurone ottenendo una vittoria insperata alla vigilia e molto prestigiosa, oltre che importante. La volata scudetto inizia nel peggiore dei modi e sembra già compromessa; rialzarsi ora sarà dura, perchè la delusione è tanta, ma mancano sette partite, ci sono ventuno punti in palio e crederci non costa nulla, anche se quei giocatori sfiniti e stravolti alla fine di ogni partita preoccupano molto più della sconfitta in sè, perchè vuol dire che la spia della riserva è ormai accesa e non c’è più la possibilità di fare rifornimento. Il Milan ha lottato per mesi contro l’emergenza e ora sta crollando stremato ad un passo dal traguardo, assistendo impotente ed immobile al sorpasso degli avversari; il sogno scudetto rischia di trasformarsi in incubo “zero titoli”, ma la speranza è l’ultima a morire, anche se ci vuole molta fede per crederci ancora! 

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Pasqua amara, il Milan crolla sfinito

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