Dopo la tripletta decisiva nella partita di andata, il Pazzo si ripete anche nella sfida di ritorno con una doppietta (splendido il secondo gol) che consegna ai rossoneri tre punti importanti che portano il Milan al sesto posto.
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Se Pazzini giocasse sempre contro il Bologna sarebbe capocannoniere del campionato con una cifra di reti strepitosa e spaventosa, visto che ha realizzato cinque gol agli emiliani fra andata e ritorno, ovvero la metà del suo bottino totale in campionato; tradotto in punti per il Milan sono sei e i tre conquistati a San Siro, giocando bene ma non senza sofferenza, sono importanti in una giornata molto favorevole, che consente ai rossoneri di salire di una posizione (sesto posto, superata la Roma) e di rosicchiare due punti a ben cinque squadre che stanno davanti. La rimonta del Milan, quindi, prosegue, così come il progressivo ringiovanimento e rinnovamento della squadra, perchè per la seconda volta consecutiva Allegri ha schierato Niang titolare e il diciottenne di belle speranze lo ha ripagato con un’ottima prestazione che fa capire quanto possa essere giusto (e redditizio) puntare sui giovani, invece di inseguire obiettivi di mercato non in linea con questa nuova “filosofia” e che, oltretutto, potrebbero tarpare le ali a questi promettenti campioncini. Tornando alla partita, il Milan ha giocato bene fin dall’inizio, favorito dall’atteggiamento troppo prudente di un Bologna quasi totalmente inoffensivo (una sola parata di Abbiati), ma ha dovuto penare per più di un’ora prima di riuscire a violare la porta di Agliardi; merito del portiere del Bologna, bravo in molte occasioni, demerito dei rossoneri, spesso imprecisi davanti alla porta, ma poi la doppietta di Pazzogol ha spianato la strada verso il successo, anche se si è dovuto soffrire fino alla fine per colpa della sciagurata e maldestra autorete di Mexes, che ha prolungato i brividi (non solo per il freddo pungente) fino all’ultimo secondo. Molte le prestazioni individuali positive, a dimostrazione che la squadra sta crescendo e Allegri la sta plasmando con maestria, anche se c’è ancora molto da lavorare e da migliorare sotto tutti gli aspetti e in ogni reparto, ma questo Milan è ben diverso da quello tremebondo e smarrito delle prime partite di campionato e ora non sembra più un eresia puntare ad un posto in Europa per la prossima stagione e si può fare un piccolo pensierino anche alla Champions, seppur tenendo presente che l’impresa è molto difficile.
Allegri perde De Sciglio per un attacco influenzale e lo sostituisce con Abate; completano la difesa la coppia centrale Mexes-Zapata e Constant a sinistra; a centrocampo Flamini vince il ballottaggio con Nocerino e si affianca a Montolivo e Boateng, mentre in attacco c’è Pazzini, al rientro dopo la squalifica e viene confermato Niang, con El Shaarawy a completare il tridente; in porta, ovviamente, c’è Abbiati, eroe di Genova con quattro parate decisive.
Giornata fredda e piovosa a Milano; per fortuna niente neve, ma il maltempo contribuisce a rendere San Siro ancor più vuoto e deprimente del solito; ormai ci abbiamo fatto l’abitudine, ma sembrano davvero false le cifre comunicate di circa 30000 spettatori presenti allo stadio; evidentemente si tiene conto del totale degli abbonati, senza verificare se tutti sono effettivamente presenti allo stadio (magari basterebbe contare i passaggi ai vari tornelli per avere una cifra effettiva e reale dei presenti…), ma sta di fatto che uno stadio così mette tristezza più ancora della giornata grigia, fredda e umida. La Curva Sud, come sempre, cerca di stare vicina ai ragazzi, di sostenerli con i cori, le bandiere, l’incitamento continuo, ma anche nel settore dei fedelissimi ci sono ormai larghi vuoti e ciò fa venire la malinconia dei tempi in cui si faticava a trovare posto se non si entrava appena aperti i cancelli e l’intero stadio ribolliva di passione per il Milan.
I rossoneri iniziano la partita con il piglio giusto e finalmente l’approccio alla sfida sembra quello adeguato dopo tante partenze con il freno a mano tirato: possesso palla, pressing alto, corsa, ritmo e impegno, anche se poi, a conti fatti, la squadra fatica un po’ a scardinare la resistenza di un Bologna ordinato e coriaceo e le conclusioni pericolose verso la porta di Agliardi non sono poi molte. Il Milan è un po’ come un vino frizzante che, tolte le bollicine, non ha poi questo gran sapore: Niang è frenetico e rabbioso, ci mette voglia, impegno e buona tecnica, correndo molto e mettendosi in luce con lanci e giocate che strappano applausi e ammirazione; Constant spinge costantemente (un nome una garanzia…) sulla sua fascia di competenza, ma a volte si inceppa sul più bello con errori banali; Abate fa lo stesso sull’altra fascia; El Shaarawy cerca la giocata ad effetto, gli scambi con i compagni e quel gol che non arriva da tre partite (un’enormità per uno come lui abituato a “timbrare il cartellino” del gol ad ogni partita); Pazzini fa a sportellate con i difensori avversari e spesso litiga con il pallone al momento di indirizzarlo in porta; Boateng si impegna nel suo nuovo ruolo di centrocampista e Montolivo cerca di dare ordine, geometria e ritmo al gioco, mentre Flamini assicura grinta e concretezza e i due centrali, non avendo molto lavoro da sbrigare perchè il Bologna si vede poco in attacco, a turno salgono a dare una mano in avanti quando c’è la possibilità el’occasione. Un buon Milan, insomma, ma in pratica il primo vero tiro in porta è del Bologna e rimarrà l’unico di tutta la partita per gli emiliani: Rivarola si esibisce in un sinistro insidioso verso l’angolino e Abbiati lo disinnesca con prontezza, deviando in angolo. I rossoneri rispondono con un colpo di testa di Pazzini su pregevole cross d’esterno di Constant (Agliardi mette in angolo con un balzo) e con una doppia occasione in cui prima il portiere toglie il pallone dalla testa di Pazzini, poi si ripete sul tiro a giro di El Shaarawy, che deve suo malgrado proseguire il digiuno. Il primo tempo si chiude senza gol e questa non è certo una novità per il Milan, ma di inedito c’è che i rossoneri hanno giocato, ci hanno provato, ma sono stati un po’ troppo frenetici e poco concreti.
Non cambia la situazione nella ripresa: Milan in avanti, Bologna rannicchiato a difesa del prezioso pareggio. I rossoneri mantengono costantemente il possesso palla, Agliardi dice ancora no a El Shaarawy e all’ennesimo pallone che attraversa l’area, se non addirittura l’area piccola, senza che nessuno riesca a deviarlo in modo vincente verso la porta, al popolo rossonero viene una gran nostalgia di uno come Inzaghi, che in quest’ora abbondante di gioco senza gol, forse avrebbe già realizzato una tripletta. Per fortuna ci pensa Pazzini a scacciare nostalgie e brutti pensieri con il gol che fa da apriscatole alla partita e alla vittoria rossonera: il Pazzo riceve palla da Abate, la difende da vero attaccante d’area, resiste alla marcatura della coppia centrale avversaria e la beffa con un tiro che va a sbattere proprio su Antonsson e finisce in rete ingannando il fin lì imbattibile Agliardi. Partita sbloccata e finalmente in discesa, ma un solo gol di vantaggio non può bastare e il Milan, rinfrancato e rincuorato dalla rete, diventa più autorevole e gioca ancora meglio; Allegri toglie Niang (tanti applausi convinti dal pubblico) e si copre un po’ con Nocerino, spostando più avanti Boateng, poi inserisce Traorè (non più oggetto misterioso ma utile alternativa) al posto di Flamini. Arriva anche il secondo gol ed è un autentico capolavoro: ancora Pazzini riceve palla al centro dell’area e, questa volta, beffa i centrali bolognesi con uno spettacolare sombrero e un imparabile tiro al volo che manda in estasi i tifosi del Diavolo. Partita chiusa? Sembrerebbe di sì, ma mai illudersi quando hai a che fare con la difesa del Milan e, infatti, proprio mentre stai pensando che sta per finire la seconda partita consecutiva senza gol subiti (quasi un evento), succede l’impensabile, non tanto per la solidità della difesa rossonera, che inevitabilmente va in panico su ogni pallone alto spiovente in area, quanto per il fatto che gli attaccanti del Bologna sono totalmente inoffensivi e, infatti, ci pensa Mexes a deviare in rete un innocuo colpo di testa di Pasquato spiazzando Abbiati. Ci tocca, così, un surplus di sofferenza e ogni pallone che si avvicina all’area del Milan provoca brividi maggiori di quelli per il freddo e l’umidità, ma alla fine si può esultare per una vittoria importante e per tre punti preziosi che avvicinano il Milan alla concorrenza. I rossoneri recuperano punti a tutte le squadre che stanno davanti (Juventus esclusa) e, quindi, si può davvero parlare di una bella giornata, a dispetto della pioggia battente e gelida che accoglie, si fa per dire, i tifosi rossoneri che escono da San Siro, infreddoliti ma felici, per una prestazione generosa e positiva dei ragazzi e per una vittoria firmata Pazzini, l’autentico giustiziere del Bologna.