Pazzini mezzo Ibra. Elogio della follia

Canale Milan

di Ezio Azzollini

“Si tifa la maglia, non gli uomini” ripete come un mantra, ormai da settimane (le più dure della sua vita da tifoso, probabilmente) il milanista medio.
Sentimento apprezzabile e passionale. Logico, finanche: ma non si può tifare una maglia appesa ad una gruccia, o stesa al sole. Qualcuno, all’interno di quella maglia, a riempirla, deve pur esserci.
Qualcuno che, guardate cosa andiamo a pensare, sappia anche trattare il pallone dignitosamente, uno deve esserci, dentro quella maglia.

L’operazione che porta Cassano lontano dal Milan, così come è concepita, e pur con ragioni legate alla volontà del calciatore (strano pensare però che in questo Paese in altri ambiti non conti la volontà del minatore, del manovale, del parrucchiere, che sotto contratto il loro lavoro devono continuare a farlo, e tant’è), rappresenta l’ultimo passo dissennato di un mercato sconcertante, dall’inizio alla fine.

D’accordo, Cassano non vuol rimanere, e dunque va venduto. Non è così, ma facciamo pure finta che sia così. L’idea allora sarebbe quella di vestirlo delle strisce più odiate, e di valutarlo non solo alla pari di Pazzini, ma sette milioni inferiore.
Seguiteci: dalla cessione di Ibrahimovic al Psg, il Milan ha incassato una ventina di milioni. Ora, anche se c’è da aspettarsi di tutto, detto che per il Milan Antonio Cassano, rimesso su un campo di calcio per due volte da giocatore fuori attività qual era, (ed ignorando per un momento il fatto che sia l’unico ormai che possa portare la palla avanti, far gioco, e il Trofeo Berlusconi l’ha dimostrato) non può certo valere meno di tre milioni, significa che la valutazione che la società rossonera fa di Pazzini, con il conguaglio dato all’Inter di 7 milioni, è di ben oltre la metà di Ibrahimovic.

Ci si diceva: “no, non può essere possibile. Di qui alla fine, il Milan qualcosa farà”. Magari non l’avesse fatto, c’è da constatare adesso.
Al di là della sconsideratezza tecnico-tattica, questo è quanto, e questo è l’ultimo passaggio (speriamo l’ultimo) di un momento di mancanza di lucidità come mai prima d’ora: Pazzini vale mezzo Ibrahimovic. Fate voi.

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