Per la mediana osservati due nomi a Genova. Il Milan chiaro con i tifosi sulla sua programmazione futura ma Gattuso ha ragione su un punto. Capitolo San Siro: la Scala del Calcio può tornare solo rossonera, le ultime

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Giornalista pubblicista, vice-direttore di MilanNews.it. Corrispondente e radiocronista per Radio Sportiva. Opinionista per Odeon TV e Radio Radio. Scrive per Panorama.it. Lavora a Milan Channel. Inviato al seguito della squadra.

14.01.2013 00:00 di Pietro Mazzara Twitter: @PietroMazzara  articolo letto 495 volte

© foto di Studio Buzzi

Prima della riunione in Lega Serie A dove si è recato per votare il nuovo presidente, Adriano Galliani non ha chiuso all’arrivo di un centrocampista e l’amministratore delegato rossonero, dopo le dichiarazioni dei giorni precedenti, non ha chiuso all’arrivo di un nuovo tassello per la mediana di Massimiliano Allegri. Il nome di Francesco Lodi è ancora vivo. Il numero 10 del Catania è un playmaker di tutto rispetto, dotato di una visione di gioco importante e di un mancino al fulmicotone sulle palle da fermo, vero e proprio tallone d’Achille del Milan del dopo Ibrahimovic. Lui, in questi giorni, è incollato al telefono cercando di capire se ci potrà essere la possibilità di cogliere l’occasione di una vita. Consacratosi a Catania come regista basso, su felice intuizione dell’allora AD Pietro Lo Monaco, Lodi è un classe 1984 che, a livello anagrafico, non corrisponde al profilo dei top young indicato da Silvio Berlusconi e dallo stesso Adriano Galliani. Ma un’eccezione la si potrebbe fare quando la qualità sovrasta la carta d’identità. Pulvirenti lo ha negato all’Inter e ha detto di no al Milan per una sua cessione a gennaio. Ma fino al 31 gennaio, se ci dovessero essere delle entrate in via Turati, figlie di cessioni, allora il discorso potrebbe essere ripreso. Intanto ieri sera, a Marassi, Ariedo Braida ha osservato da molto vicino due profili che interessano e che possono rientrare nei parametri d’età del Milan del futuro. Si tratta di Andrea Poli, un nome del quale vi avevamo già parlato, e di Pedro Obiang. Soprattutto quest’ultimo rientra nei 100 giovani del listone milanista. Se dovesse continuare su questa strada e confermare quanto di buono fatto vedere nella sua prima stagione in serie A, allora occhio alla finestra estiva. Che Poli piaccia è cosa nota e i rapporti con Branchini sono ottimi, anche in questo caso bisogna stare attenti fino alla fine di gennaio.

La politica della dirigenza milanista è chiara ed è stata sbandierata da tutti i media italiani. Il Milan punta a costruire da quasi zero una nuova squadra per formare un nuovo gruppo che possa portare a nuove vittorie in futuro. Una scelta giusta, saggia e che potrebbe portare a dei risultati anche importanti senza dover essere poi etichettati come l’Arsenal d’Italia. Perché la paura dei tifosi è proprio questa ovvero che il Milan possa diventare una sorta di gloriosa palestra nella quale crescere talenti cristallini per poi vederli partire. Ma non sarà così perché il DNA del Milan è quello di essere condannato a vincere. Saranno magari anni di vacche magre a livello di trofei in bacheca e su questo punto di vista ha ragione Gattuso. Nell’intervista rilasciata a MilanNews nel pomeriggio di sabato, l’ex centrocampista del Milan ha giustamente osservato che la politica dei giovani intrapresa dai rossoneri è giusta ma che a questi vanno integrati anche dei campioni che possano dare quel di più che un gruppo di talento ma senza esperienza non può avere. Quindi bene la pista young, la linea verde ma servono anche giocatori di spessore. Ma anche sotto questo punto di vista ci saranno sempre critiche da parte di una frangia di tifosi che non capisce come i tempi siano cambiati. Il mecenatismo berlusconinano è finito o si limiterà a qualche colpo fragoroso che potrebbe avvenire in estate.

Intanto Galliani, sempre in Lega, è tornato su un tema che avevamo trattato per primi nei mesi scorsi ovvero l’acquisizione, da parte del Milan, di San Siro. In attesa della nuova sede che potrebbe essere operativa l’anno prossimo, i rossoneri monitorano saggiamente la situazione riguardante il nuovo stadio dell’Inter. Se i neroazzurri dovessero togliere il disturbo per un impianto tutto loro (cosa possibile solo a partire dalle stagione 2016-17), allora ecco che il Milan avanzerebbe un’offerta concreta al comune di Milano per l’acquisizione o la gestione esclusiva dell’impianto per 99 anni. Inoltre, e qui ci sarebbe il vero capolavoro della dirigenza, si manterrebbe nell’ideologia del tifoso un’usanza ormai certificata nel tempo oltre a godere pienamente dei lavori di ammodernamento attualmente in atto nella zona proprio dello stadio, senza versare un euro in più rispetto a quelli che il consorzio ha già destinato. Un San Siro moderno, magari senza il terzo anello, sarebbe un gioiello da mostrare a tutti e un modo come un altro per sentirsi di nuovo padroni a casa propria.

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